RELAZIONE FINANZIARIA ANNUALE
AL 31 DICEMBRE 2023
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
1
Il presente documento costituisce copia, in formato PDF, della Relazione Finanziaria Annuale di Centrale
del Latte d'Italia S.p.A. al 31 dicembre 2023 e non costituisce il documento in formato ESEF richiesto
dai Technical Standard ESEF di cui al Regolamento Delegato (UE) 2019/815 (c.d. “Regolamento
ESEF”).
La Relazione Finanziaria Annuale di Centrale del Latte d’Italia S.p.A. al 31 dicembre 2032 nel formato
ESEF, richiesto dal Regolamento ESEF, è disponibile sul sito internet della Società
https://centralelatteitalia.com/investor-relations/bilanci-e-relazioni/ e sul meccanismo di stoccaggio
autorizzato eMarket Storage www.emarketstorage.com.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
2
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
3
SOMMARIO
ORGANI SOCIALI ................................................................................................................... 6
LA CORPORATE GOVERNANCE ........................................................................................ 9
RELAZIONE SULLA GESTIONE ....................................................................................... 14
ALTRE INFORMAZIONI ..................................................................................................... 20
RAPPORTI CON PARTI CORRELATE .............................................................................. 26
SITUAZIONE PATRIMONIALE E FINANZIARIA .......................................................... 95
CONTO ECONOMICO ........................................................................................................ 96
CONTO ECONOMICO COMPLESSIVO ............................................................................ 96
PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DI PATRIMONIO NETTO ................................... 97
RENDICONTO FINANZIARIO .......................................................................................... 98
RAPPORTI CON PARTI CORRELATE ............................................................................. 151
ATTESTAZIONE DEL BILANCIO D’ESERCIZIO, AI SENSI DELL’ARTICOLO 154-BIS
DEL D.DLGS 58/98 .............................................................................................................. 157
RELAZIONE DELLA SOCIETA’ DI REVISIONE .......................................................... 158
RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE E DELL’ASSEMBLEA DEGLI
AZIONISTI ........................................................................................................................... 166
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
4
Relazione degli amministratori
sull’andamento della gestione
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
5
PREMESSA ALLA RELAZIONE SULLA GESTIONE
In data 21 dicembre 2020 è stato stipulato un contratto di affitto di ramo d’azienda fra Newlat Food S.p.A. e
Centrale del Latte S.p.A. con cui la prima ha concesso in affitto alla seconda l’esercizio dell’attività di
produzione e commercializzazione dei prodotti legati al settore Milk&Dairy, con decorrenza dal gennaio
2021. In data 14 dicembre 2023 è stato prorogato, mantenendo invariate tutte le altre condizioni, l’affitto di
ramo d’azienda “Milk & Dairy” di cui di seguito se ne riportano le principali caratteristiche:
Durata: tre anni con previsione di rinnovo automatico per ulteriore tre anni in assenza di preventiva disdetta.
Con riferimento alla determinazione del lease term si precisa che lo stesso è stato quantificato in tre anni,
sulla base delle opzioni di recesso previste nei contratti stessi e sulla base delle valutazioni effettuate dal
management. Il contratto risulta avere: (i) una durata stabilita in tre anni ed estendibile automaticamente
per ulteriori tre anni, con eventuali successivi rinnovi taciti di tre anni in tre anni, e (ii) un’opzione di
risoluzione anticipata esercitabile da ambo le parti, che potranno recedere in qualsiasi momento e senza
causa, con un preavviso di sei mesi dalla scadenza pattuita. Il management, sulla base delle valutazioni
effettuate ed in linea con quanto previsto dall’IFRS 16, dopo aver valutato le possibili opzioni alternative,
ha determinato nell’esercizio di essere ragionevolmente certo di estendere il contratto avente scadenza a
fine 2023 per ulteriori 3 anni. Si è dunque provveduto ad estendere il lease term, considerando tale
periodo di estensione. L’effetto della ri-misurazione è incluso negli incrementi dell’esercizio.
Canone componente fissa: Euro 2,0 milioni (da versarsi in rate trimestrali anticipate);
Canone componente variabile: 1,5% del fatturato trimestrale generato dal Ramo;
Stabilimenti: Il Ramo in particolare si riferisce ai siti produttivi di Reggio Emilia, Salerno e Lodi nonché ai
depositi di Reggio Emilia, Lodi, Pozzuoli, Roma, Salerno e Lecce;
Subentro: Per effetto del contratto, l’Affittuaria subentra alla Concedente nei rapporti con i clienti, nonché
nei rapporti con gli agenti/procacciatori e nei contratti in corso. In particolare, con riferimento ai contratti di
locazione degli immobili di Reggio Emilia, Eboli e Lodi, stipulati tra la Concedente e la società New Property
S.p.A.;
Stato dei beni: CLI si obbliga a restituire gli stessi beni alla scadenza del Contratto, rendendosi responsabile
soltanto per i deterioramenti dovuti ad uso improprio;
L’Operazione si configura quale operazione con parte correlata per CLI ai sensi del Regolamento adottato
con delibera Consob n. 17221 del 12 marzo 2010, come successivamente integrato e modificato, in quanto
Newlat Food, controparte di CLI nell’Operazione, esercita il controllo di diritto su CLI ai sensi dell’art. 93 del
D. Lgs. 58/1998, come successivamente modificato e integrato, e dell’art. 2359, comma 1, n. 1, del Codice
Civile. L’Operazione si configura, inoltre, quale operazione di “maggiore rilevanza” tra parti correlate ai sensi
di quanto prescritto dall’art. 8, comma 1, del Regolamento OPC, in quanto gli indici di rilevanza relativi al
controvalore dell’Operazione e all’attivo del Ramo d’Azienda identificati dall’Allegato 3 del Regolamento
OPC risultano superiori alla soglia rilevante del 2,5%. L’Operazione è stata approvata dal Consiglio di
Amministrazione di CLI nel corso della riunione del mese di novembre, previo unanime parere favorevole
del Comitato per le Operazioni con Parti Correlate di CLI reso in pari data. Con riferimento all’Operazione,
le funzioni attribuite al Comitato OPC sono state svolte dalla Prof.ssa Anna Claudia Pellicelli e dalla Dott.ssa
Valeria Bruni Giordani, amministratrici indipendenti e non correlate di CLI, nonché dal sindaco effettivo
Dott. Giovanni Rayneri.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
6
ORGANI SOCIALI
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
C.
E.
C.
N.E.
C.
I.
C.
C.
R.
C.
P.
C.
C.
C.
I.
Angelo Mastrolia Presidente
Giuseppe Mastrolia Vice Presidente
Stefano Cometto Amministratore Delegato
Edoardo Pozzoli Consigliere
Benedetta Mastrolia Consigliere
Anna Claudia Pellicelli Consigliere
Valeria Bruni Giordani Consigliere
C.E. = Consigliere esecutivo
C.I. = Consigliere indipendente
C.N.E = Consigliere non esecutivo
C.C.R. = Comitato controllo e rischi
C.R. = Comitato remunerazione nomine
C.P.C. = Comitato operazioni parti correlate
C.C.I. = Comitato Consiglieri Indipendenti
SOCIETA’ DI REVISIONE
PricewaterhouseCoopers S.p.A. - Torino
COLLEGIO SINDACALE
Deborah Sassorossi Presidente
Ester Sammartino Sindaco Effettivo
Giovanni Rayneri Sindaco Effettivo
DIRIGENTE PREPOSTO
Fabio Fazzari CFO e Investor Relator
Al 31 dicembre 2023 Centrale del Latte d’Italia S.p.A., possiede una partecipazione di collegamento:
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
7
25%
Gli azionisti
Il capitale sociale della Società è pari a Euro 28.840.041,20 i.v. suddiviso in n. 14.000.020 azioni ordinarie
senza valore nominale.
A seguito della cessazione dei diritti di voto maggiorati, per effetto di quanto previsto dall’art. 127 quinquies,
comma 2, del TUF e art. 44 del Provvedimento unico post-trading CONSOB-Banca d’Italia, nonché di quanto
disposto dallo Statuto Sociale all’art. 5, il numero dei diritti di voto è pari a 14.000.020. I detentori di azioni
ordinarie in misura superiore al 5% sono:
Newlat Food S.p.A.:
67,74%
Comune di Firenze:
12,31%
Comune di Pistoia:
5,26%
Mercato: 14,69%
AZIONISTI
Newlat food S.p.A. Comune di Firenze Comune di Pistoia Mercato
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
8
I detentori di azioni ordinarie, in misura superiore al 5%, detengono le seguenti percentuali, in termini
di diritti di voto:
Newlat food S.p.A.:
74,27%
Comune di Firenze:
13,51%
AZIONISTI
Newlat food S.p.A. Comune di Firenze
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
9
LA CORPORATE GOVERNANCE
La Governance aziendale rappresenta l’insieme di strumenti, regole e meccanismi finalizzati ad una più efficace
realizzazione dei processi decisionali dell’organizzazione, nell’interesse di tutti gli stakeholders della Società. La
società Centrale del Latte d’Italia S.p.A. aderisce al Codice di Corporate Governance elaborato dal Comitato
per la Corporate Governance delle Società Quotate, approvato nel gennaio 2020, in sostituzione del precedente
Codice di Autodisciplina. Il sistema di amministrazione adottato è quello tradizionale, fondato sulla presenza
di tre organi: l’Assemblea degli Azionisti, il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale.
Il Consiglio di Amministrazione
Il Consiglio di Amministrazione è l’organo sociale preposto all’amministrazione della Società e possiede i
poteri allo stesso assegnati dalla normativa e dallo statuto. Esso si organizza e opera in modo da garantire un
effettivo ed efficace svolgimento delle proprie funzioni. I consiglieri agiscono e deliberano, perseguendo
l’obiettivo della creazione di valore per gli azionisti e riferiscono sulla gestione in occasione dell’Assemblea
degli azionisti. Lo statuto della Società, in tema di nomina e sostituzione del Consiglio di Amministrazione
e/o dei suoi membri, prevede che all'elezione dei membri del Consiglio di Amministrazione si proceda sulla
base di liste di candidati secondo le modalità indicate con maggiore dettaglio nella Relazione sul Governo
Societario e gli Assetti Proprietari (allegato al presente documento) e nel rispetto della disciplina vigente
inerente all’equilibrio tra generi.
Comitati interni al Consiglio di Amministrazione
Il Consiglio di Amministrazione non ha costituito al suo interno comitati diversi da quelli previsti dal Codice
di Corporte Governance, salvo il Comitato per le Operazioni con Parti Correlate, al fine di ottemperare alle
previsioni di cui al Regolamento Parti Correlate.
La Società ha attribuito ad un unico comitato, precisamente al Comitato Remunerazione e Nomine, le funzioni
previste dagli artt. 4 e 5 del Codice di Corporate Governance.
I comitati interni al Consiglio di Amministrazioni sono i seguenti:
Il Comitato Controllo e Rischi assiste il Consiglio di Amministrazione nelle valutazioni e decisioni
relative al Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi, all’approvazione dei bilanci e delle relazioni
semestrali ed ai rapporti tra la Società ed il revisore esterno, onde siano supportate da un’adeguata attività
istruttoria. A tal fine, tale Comitato risulta composto da due consiglieri con adeguata esperienza in materia
contabile e finanziaria, nelle persone degli Amministratori non esecutivi ed indipendenti Anna Claudia
Pellicelli, in qualità di Presidente, e Valeria Bruni Giordani.
Il Comitato per le Remunerazioni e Nomine svolge un ruolo consultivo e propositivo, con funzioni
istruttorie, nelle valutazioni e nelle decisioni relative alla composizione del Consiglio di Amministrazione ed
alla remunerazione degli amministratori e dei dirigenti con responsabilità strategiche vigilando sulla loro
applicazione e formulando raccomandazioni generali in materia. Il Comitato risulta composto da tre
consiglieri con adeguata esperienza in materia contabile e finanziaria, nelle persone degli Amministratori non
esecutivi ed indipendenti Anna Claudia Pellicelli, in qualità di Presidente, eValeria Bruni Giordani, , nonché
di Benedetta Mastrolia, quale Amministratrice non esecutiva. Per quanto riguarda il processo di
determinazione della remunerazione dei membri del Consiglio di Amministrazione si prevede che venga
attribuito, da parte dell'Assemblea, per il periodo di durata del mandato, un emolumento che pessere
formato da una parte fissa e una variabile commisurata al raggiungimento di determinati obiettivi e/o ai
risultati economici conseguiti dalla Società.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
10
Per ogni informazione riguardante la politica generale per la remunerazione, la remunerazione degli
amministratori esecutivi e dei dirigenti con responsabilità strategiche e degli amministratori non esecutivi si
rinvia alla relazione sulla remunerazione pubblicata ai sensi dell'articolo 123-ter del Testo Unico della Finanza.
Il Comitato per le Operazioni con Parti Correlate (di seguito anche “Comitato OPC”) ha l’onere di
garantire la correttezza sostanziale dell’operatività con parti correlate, tramite il rilascio di un parere
sull’interesse della società al compimento di una specifica operazione, nonché sulla convenienza e correttezza
delle relative condizioni. Tale comitato è composto dai due Amministratori non esecutivi e indipendenti,
Valeria Bruni Giordani, nel ruolo di Presidente ed Anna Claudia Pellicelli.
Collegio Sindacale
I componenti del Collegio Sindacale sono scelti tra coloro che sono in possesso dei requisiti di onorabilità,
professionalità ed indipendenza previsti dalla legge e dalle disposizioni regolamentari. Il Collegio Sindacale
della Società, nominato dall'Assemblea degli Azionisti in data 29 aprile 2021, verrà a scadenza con
l'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2023.
Il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi
Il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi (SCIGR) è l’insieme delle regole, delle procedure e
delle strutture organizzative volte a consentire, attraverso un adeguato processo di identificazione,
misurazione, gestione e monitoraggio dei principali rischi, una conduzione dell’impresa corretta e coerente
con gli obiettivi prefissati. Il Consiglio di Amministrazione, nell'ambito della definizione dei piani strategici,
industriali e finanziari, ha individuato la natura e il livello di rischio compatibile con gli obiettivi strategici della
Società, includendo nelle proprie valutazioni tutti i rischi che possono assumere rilievo nell'ottica della
sostenibilità nel medio-lungo periodo dell'attività della Società. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre
definito, con l'assistenza del Comitato Controllo Rischi, le linee di indirizzo del Sistema di Controllo Interno
e Gestione dei Rischi, identificano il sistema stesso come un processo trasversale ed integrato a tutte le attività
aziendali che si ispira ai principi internazionali dell'Enterprise Risk Management (ERM).
Questo sistema ha come finalità quella di aiutare la Società a realizzare i propri obiettivi di performance e
redditività, ad ottenere informazioni economico-finanziarie affidabili e ad assicurare la conformità alle leggi e
ai regolamenti in vigore, evitando all'azienda danni reputazionali e perdite economiche. In questo processo
assume particolare importanza l'identificazione degli obiettivi aziendali e la classificazione ed il controllo dei
rischi ad essi connessi, mediante l'implementazione di azioni specifiche finalizzate al loro contenimento.
I rischi aziendali, oltre ai rischi strategici, possono avere diversa natura: di carattere operativo (legati all'efficacia
e all'efficienza delle operations aziendali), di reporting (legati all'affidabilità delle informazioni economico-
finanziarie) e, infine, di compliance (relativi all'osservanza delle leggi e regolamenti in vigore, evitando all'azienda
danni di immagine e/o perdite economiche). A fronte di ciò, la Funzione di Internal Audit verifica l’idoneità
del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi attraverso un piano di audit, approvato dal Consiglio
di Amministrazione, predisponendo relazioni periodiche contenenti le adeguate informazioni circa lo
svolgimento della sua attività, nonché tempestive relazioni su eventi di particolare importanza.
Il Consiglio di Amministrazione valuta annualmente l'efficacia del Sistema di Controllo Interno e di Gestione
dei Rischi e l'adeguatezza dello stesso rispetto alle caratteristiche dell'impresa sulla base delle informazioni e
delle evidenze ricevute con il supporto dell'attività istruttoria svolta dal Comitato Controllo Rischi, dal
Responsabile della funzione di Internal Audit e dall'Organismo di Vigilanza ex D. Lgs. 231/2001.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
11
Modello Organizzativo ex Decreto Legislativo 231/2001, Codice Etico e lotta alla corruzione
Il Consiglio di Amministrazione della Centrale del Latte S.p.A. ha approvato l’ultima versione del “Modello
di organizzazione, gestione e controllo”, ai sensi del D. Lgs. 231/2001, in data 13 maggio 2022. Il Modello,
redatto in base alle linee guida emanate da Confindustria e nel rispetto della giurisprudenza in materia, delinea
una serie di norme di comportamento, di procedure e di attività di controllo, nonché un sistema di poteri e
deleghe, finalizzate a prevenire la commissione dei reati espressamente previsti dal D. Lgs. 231/2001.
Il Modello Organizzativo è stato pubblicato e comunicato a tutto il personale, terzi collaboratori, clienti,
fornitori e partner.
Nel corso dell’esercizio non sono pervenute segnalazioni riguardo comportamenti non conformi ovvero
violazioni del Codice Etico.
Al fine di garantire la corretta implementazione del Modello, è stato istituito un Organismo di Vigilanza
(OdV), attualmente costituito dal Dott. Massimo Carlomagno, nel ruolo di Presidente, e dalla Dott.ssa Ester
Sammartino.
L’OdV trasmette al Consiglio di Amministrazione, con cadenza semestrale, un rapporto scritto sull’attuazione
ed effettiva conoscenza del Modello 231 all’interno di ogni comparto aziendale.
L’implementazione di adeguati flussi informativi periodici e/o occasionali verso l’OdV costituisce un ulteriore
importante strumento a supporto dell’assolvimento dei compiti di monitoraggio attribuiti dalla legge alla
competenza dell’OdV e, pertanto, dell’efficacia “esimente” del Modello stesso.
Dall’esame dell’informativa pervenuta dai responsabili delle diverse aree aziendali non sono emersi fatti
censurabili o violazioni del Modello, si è venuti a conoscenza di atti o condotte che comportino una
violazione delle disposizioni contenute nel D. Lgs. 231/2001.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
12
FATTI DI RILIEVO DELL’ESERCIZIO
Di seguito vengono illustrati i fatti di rilievo intervenuti durante l’esercizio oggetto di analisi:
In data 12 maggio 2023 il Consiglio di Amministrazione ha esaminato ed approvato il Resoconto
Intermedio di Gestione al 31 marzo 2023.
In data 12 settembre 2023 il Consiglio di Amministrazione ha esaminato ed approvato la Relazione
Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2023.
In data 14 novembre 2023 il Consiglio di Amministrazione ha esaminato ed approvato il Resoconto
Intermedio di Gestione al 30 novembre 2023.
In data 14 dicembre 2023 è stato prorogato e modificato l’affitto di ramo d’azienda “Milk & Dairy”.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
13
AZIONISTI E MERCATI FINANZIARI
Centrale del latte d’Italia S.p.A. mantiene un dialogo costante con i propri azionisti, attraverso una
responsabile e trasparente attività di comunicazione svolta dalla funzione di Investor Relations e finalizzata ad
agevolare la comprensione della situazione aziendale, la prevedibile evoluzione della gestione, le strategie e le
prospettive del mercato di riferimento. A tale funzione è, inoltre, affidato il compito di organizzare
presentazioni, eventi e Roadshow che consentano di instaurare una relazione diretta tra la comunità finanziaria
ed il Top Management della Società. Per ulteriori informazioni e per prendere visione dei dati economico-
finanziari, delle presentazioni istituzionali, delle pubblicazioni periodiche, dei comunicati ufficiali e degli
aggiornamenti sul titolo, è possibile visitare la sezione Investor Relations nel sito https://centralelatteitalia.com/.
Nel periodo in esame dal 2 gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 il prezzo ufficiale del titolo ha segnato un
incremento del 4,5% passando da Euro 2,94 ad Euro 3,08.
La capitalizzazione di Borsa al 31 dicembre 2023 era pari ad Euro 43.120.062.
Tutte le azioni emesse sono state interamente versate.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
14
RELAZIONE SULLA GESTIONE
La Società è un’importante player nel settore agro-alimentare italiano ed europeo attiva nel settore dei prodotti
lattiero-caseari. L’offerta di prodotti si articola nelle seguenti business unit:
Milk Products;
Dairy Products;
Altre Attività
Il mercato Milk Products e Dairy Products
Contesto globale ed europeo.
La raccolta di latte vaccino nell’UE dopo un iniziale incremento nel corso dell’esercizio ha iniziato a rallentare
nell’ultimo trimestre del 2023. Le consegne sono diminuite già a partire dal mese di ottobre 2023 e hanno
segnato una sostanziale linearità rispetto allo stesso periodo del precedente esercizio.
La raccolta del latte è in crescita in Germania, il più grande produttore di latte dell’UE (+2% nel periodo
gennaio-ottobre), ma anche in Danimarca (+0,7%), Paesi Bassi (+1,6%) e Polonia (+1,9%).
In Francia, la produzione di latte è diminuita del -2,7% nel periodo gennaio-ottobre 2023. Le consegne di latte
in ottobre sono diminuite in 16 Stati membri, tra cui Grecia (-13,8%), Irlanda (-12,6%), Croazia (-7,7%) e
Francia (-4,8%). Notevoli aumenti della produzione sono stati rilevati negli Stati baltici (Estonia, Lituania,
Lettonia) e a Cipro.
Situazione in Italia.
Anche in Italia dopo l’inziale ripresa della produzione la raccolta del latte ha iniziato a rallentare segnando una
sostanziale linearità rispetto allo stesso periodo del precedente esercizio.
Andamento dei prezzi.
Nell’ultimo trimestre del 2023 la contrazione della produzione di latte ha determinato un incremento dei
prezzi alla stalla rispetto ai mesi precedenti e che hanno caratterizzato anche i successivi mesi di novembre e
dicembre.
Il listino del latte UE a fine 2023 ha registrato una flessione annua del 23,25% rispetto all’anno precedente.
Il valore del latte italiano ha registrato invece una flessione del 12,05% con una quotazione superiore rispetto
alla media del latte UE.
Commercio estero.
Le esportazioni di prodotti lattiero-caseari dell’UE sono aumentate nel periodo gennaio-settembre 2023
(compreso il Regno Unito) per tutti i prodotti lattiero-caseari, ovvero SMP (+19%), burro (+11%),
condensato (+10%), siero di latte in polvere (+5%), formaggi (+2%), WMP (+13%) e per butteroil (+3%).
Le esportazioni totali dell’UE nel periodo gennaio-settembre 2023, espresse in equivalente latte, sono
aumentate dell’8% e il valore di tali esportazioni è stato superiore dell’1% rispetto al periodo gennaio-
settembre 2022.
Acquisti domestici.
L'aumento dei prezzi registrato nella fase al dettaglio sta facendo arretrare la domanda al consumo. Per quanto
riguarda latte e derivati a fronte di un aumento della spesa delle famiglie del 14% nei primi dieci mesi del 2023,
si evidenzia una riduzione delle quantità nel carrello del -1%. La contrazione sta interessando tutti i segmenti,
ad eccezione dei formaggi duri.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
15
Prospettive.
La decelerazione dell'inflazione, attesa al +2,5% nel 2024 secondo le previsioni Istat, dovrebbe far riprendere
i consumi interni. Sul fronte della domanda estera, il rafforzamento dell'euro potrebbe incidere sulla
competitività dei prodotti nazionali, ma la vera incognita a livello globale è rappresentata dall'evoluzione nei
prossimi mesi dei conflitti in corso in Medioriente e in Ucraina.
Analisi dell’andamento economico della Società
Nella tabella che segue è riportato il conto economico della Società:
(In migliaia di Euro e in percentuale sui
ricavi da contratti con i clienti)
Al 31 dicembre
2023
%
2022
%
2023 vs 2022
%
Ricavi da contratti con i clienti
333.894
100,0%
308.967
100,0%
24.927
8,1%
Costo del venduto
(271.002)
(81,2%)
(251.038)
(81,3%)
(19.9643)
8,0%
Risultato operativo lordo
62.893
18,8%
57.929
18,7%
4.964
8,6%
Spese di vendita e distribuzione
(49.557)
(14,8%)
(49.003)
(15,9%)
(554)
1,1%
Spese amministrative
(8.259)
(2,5%)
(7.964)
(2,6%)
(295)
3,7%
Svalutazioni nette di attività finanziarie
(417)
(0,1%)
(631)
(0,2%)
2134
(33,9%)
Altri ricavi e proventi
6.087
1,8%
4.079
1,3%
2.008
49,2%
Altri costi operativi
(1.996)
(0,6%)
(1.718)
(0,6%)
(278)
16,2%
Risultato operativo (EBIT)
8.751
2,6%
2.692
0,9%
6.059
225,1%
Proventi finanziari
756
0,2%
240
0,1%
516
215,0%
Oneri finanziari
(5.348)
(1,6%)
(2.311)
(0,7%)
(3.037)
131,4%
Risultato prima delle imposte
4.160
1,2%
621
0,2%
3.539
569,9%
Imposte sul reddito
(1.201)
(0,4%)
(467)
(0,2%)
(734)
157,2%
Risultato netto
2.959
0,9%
154
-
2.805
1.817,4%
In un contesto ancora instabile, ed in generale caratterizzato da una forte inflazione, dobbiamo rilevare come
il confronto con il pari periodo del precedente esercizio mostri un netto miglioramento della marginalità
(EBITDA pari a 25,2 milioni di Euro, ovvero pari al 7,5% dei ricavi contro i 19,8 milioni di Euro al 31
dicembre 2022 pari al 6,4%). Tale risultato appare maggiormente rilevante se consideriamo che gli effetti
inflazionistici, anche se in misura ridotta rispetto allo scorso esercizio, sono ancora presenti in Italia.
La Società nel corso dell’esercizio ha continuato ad acquisire nuova clientela sempre con l’obiettivo di creare
valore nel medio lungo periodo. I ricavi al 31 dicembre 2023 registrano un ulteriore incremento (+8%) rispetto
a quanto già avvenuto nel precedente esercizio.
A fronte del netto incremento dell’EBITDA il 31 dicembre 2023 chiude con un utile d’esercizio pari a 2.959
migliaia di Euro, in forte aumento rispetto all’utile d’esercizio registrato al 31 dicembre 2022 pari ad Euro 154
migliaia.
Di seguito sono brevemente commentate le variazioni più significative intervenute negli esercizi in esame con
riferimento alle principali voci di conto economico.
Ricavi da contratti con i clienti
I ricavi da contratti con i clienti rappresentano i corrispettivi contrattuali ai quali la Società ha diritto in cambio
del trasferimento ai clienti dei beni o servizi promessi. I corrispettivi contrattuali possono includere importi
fissi, importi variabili oppure entrambi e sono rilevati al netto di ribassi, di sconti e di promozioni, quali i
contributi riconosciuti alla GDO. In particolare, nell’ambito dei rapporti contrattuali in essere con gli operatori
della GDO, è previsto il riconoscimento da parte di Centrale del Latte di contributi quali premi di fine anno
legati al raggiungimento di determinati volumi di fatturato o di importi connessi al posizionamento dei
prodotti.
INFORMATIVA DI SETTORE
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
16
La tabella che segue riporta il dettaglio dei ricavi da contratti con i clienti per business unit:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al 31 dicembre
Variazioni
2023
%
2022
%
2023 vs 2022
%
Milk Products
262.449
78,6%
245.253
79,4%
17.196
7,0%
Dairy Products
57.189
17,1%
50.033
16,2%
7.156
14,3%
Altre attività
14.256
4,3%
13.681
4,4%
575
4,2%
Ricavi da contratti con i clienti
333.894
100,0%
308.967
100,0%
24.927
8,1%
Si evidenzia che il settore Dairy Products e Altre attività fanno riferimento a dati economico-patrimoniali
confluiti in Centrale del Latte d’Italia S.p.A. per effetto dell’affitto di ramo d’azienda dalla controllante Newlat
Food S.p.A. avente efficacia dal 1° gennaio 2021.
I ricavi relativi al segmento Milk Products risultano essere in aumento per un effetto combinato di un
incremento dei volumi di vendita e di un prezzo medio più alto rispetto al precedente esercizio.
I ricavi relativi al segmento Dairy Products risultano essere in aumento come conseguenza di un incremento
dei volumi di vendita, in particolare in Germania e negli Altri Paesi.
I ricavi relativi al segmento altre attività risultano essere in leggero aumento rispetto al precedente esercizio.
La tabella che segue riporta il dettaglio dei ricavi da contratti con i clienti per canale:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al 31 dicembre
Variazioni
2023
%
2022
%
2023 vs 2022
%
Grande Distribuzione Organizzata
208.628
62,5%
194.676
63,0%
13.952
7,2%
B2B partners
11.666
3,5%
11.459
3,7%
207
1,8%
Normal trade
81.390
24,4%
73.723
23,9%
7.667
10,4%
Private labels
15.307
4,6%
14.662
4,7%
645
4,4%
Food services
16.903
5,0%
14.447
4,7%
2.456
17,0%
Totale ricavi da contratti con i clienti
333.894
100,0%
308.967
100,0%
24.927
8,1%
I ricavi relativi al canale Grande Distribuzione Organizzata aumentano per effetto di un incremento dei
volumi di vendita nel comparto Milk e Dairy ed in generale di prezzi medi di vendita più elevati rispetto alla
media del 2022.
I ricavi relativi al canale B2B e private lable partners sono sostanzialmente in linea rispetto al 31 dicembre 2022.
I ricavi relativi al canale Normal trade e Food Services registrano un forte incremento per effetto di un incremento
dei volumi di vendita e di un prezzo medio più alto rispetto alla media del 2022.
La tabella che segue riporta il dettaglio dei ricavi da contratti con i clienti per area:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al 31 dicembre
Variazioni
2023
%
2022
%
2023 vs 2022
%
Italia
292.951
87,7%
273.677
88,6%
19.274
7,0%
Germania
15.651
4,7%
11.742
3,8%
3.909
33,3%
Altri Paesi
25.292
7,6%
23.548
7,7%
1.744
7,4%
Totale ricavi da contratti con i clienti
333.894
100,0%
308.967
100,0%
24.927
8,1%
I ricavi relativi all’Italia aumentano per effetto combinato dell’aumento dei volumi di vendita e del prezzo
medio di cessione in particolare nel comparto Milk.
I ricavi relativi alla Germania risultano in forte aumento per effetto combinato di un incremento dei volumi
di vendita legati al canale Dairy e del prezzo medio di cessione.
I ricavi relativi agli Altri Paesi risultano in forte aumento per effetto di un incremento dei volumi di vendita
legati al canale Grande Distribuzione Organizzata e al comparto Dairy.
Risultato operativo lordo e risultato operativo
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
17
Il ROS (return on sales) è in aumento rispetto al bilancio chiuso al 31 dicembre 2022 per effetto di un netto
miglioramento della marginalità. La tabella che segue presenta la riconciliazione del ROS per i periodi in
esame:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al e per l'esercizio chiuso al 31
dicembre
2023
2022
Risultato Operativo (EBIT)
8.751
2.692
Ricavi da contratti con i clienti
333.894
308.967
ROS (*)
2,6%
0,9%
(*) Il ROS (return on sales) è un indicatore alternativo di performance, non identificato come misura contabile nell’ambito degli IFRS e, pertanto, non deve
essere considerata misura alternativa a quelle fornite dagli schemi di bilancio della Società per la valutazione dell’andamento economico della Società.
Il ROI (return on investment) si incrementa principalmente per effetto di quanto già evidenziato nel paragrafo
precedente della presente relazione sulla gestione ed in particolare per effetto di un netto miglioramento del
risultato operativo (EBIT).
La tabella che segue presenta la riconciliazione del ROI per i periodi in esame.
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al e per l'esercizio chiuso al 31
dicembre
2023
2022
Risultato Operativo (EBIT)
8.751
2.692
Capitale investito netto (*)
108.124
122.361
ROI (*)
8,1%
2,2%
(*) Il Capitale investito netto e il ROI (return on investments) sono indicatori alternativi di performance, non identificati come misura contabile nell’ambito
degli IFRS e, pertanto, non devono essere considerate misure alternative a quelle fornite dagli schemi di bilancio della Società per la valutazione dell’andamento
economico della Società.
EBITDA
La tabella che segue presenta la riconciliazione dell’EBITDA, dell’EBITDA Margin e del Cash conversion al 31
dicembre 2023 e 2022:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al e per l'esercizio chiuso al 31
dicembre
2023
2022
EBITDA (*)
25.153
19.782
Oneri (proventi) non ricorrenti
-
EBITDA Normalizzato (*)
25.153
19.782
Ricavi da contratti con i clienti
333.894
308.967
EBITDA
Margin
(*)
7,5%
6,4%
(*) Il Risultato Operativo (EBIT), l’EBITDA; l'EBITDA Margin; e il Cash conversion sono indicatori alternativi di performance, noni identificati come misura
contabile nell’ambito degli IFRS e, pertanto, non devono essere considerate misure alternative a quelle fornite dagli schemi di bilancio della Società per la
valutazione dell’andamento economico della Società
Per valutare l’andamento delle attività, il management della Società monitora, tra l’altro, l’EBITDA per business
unit, così come evidenziato nella seguente tabella:
(In migliaia di Euro e in percentuale sui ricavi da
contratti con i clienti)
Al 31 dicembre
2023
%
2022
%
Milk Products
20.294
7,7%
15.714
6,4%
Dairy Products
4.523
7,9%
3.628
7,3%
Altre attività
336
2,4%
440
3,2%
EBITDA
25.153
7,5%
19.782
6,4%
L’EBITDA relativo al segmento Milk Products si incrementa, prevalentemente per effetto di un miglioramento
della supply chain ed in particolare dei costi di acquisto della materia prima, del packaging e delle utilities nonché di
un prezzo medio di vendita più alto rispetto al 2022.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
18
L’EBITDA relativo al segmento Dairy Products si incrementa, per effetto di un miglioramento della supply
chain.
L’EBITDA relativo al segmento Altri Prodotti risulta sostanzialmente in linea con l’esercizio precedente.
Risultato netto
La tabella che segue riporta la riconciliazione del ROE al 31 dicembre 2023 e 2022.
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al e per l'esercizio chiuso al 31
dicembre
2023
2022
Risultato netto
2.959
154
Patrimonio netto
66.632
63.678
ROE (*)
4,4%
0,2%
(*) Il ROE (return on equity) è un indicatore alternativo di performance, non identificato come misura contabile nell’ambito degli IFRS e, pertanto, non
deve essere considerata misura alternativa a quelle fornite dagli schemi di bilancio della Società per la valutazione dell’andamento economico della Società.
Indebitamento finanziario netto
Di seguito si riporta il prospetto di dettaglio della composizione dell’indebitamento finanziario netto della
Società al 31 dicembre 2023 e al 31 dicembre 2022, determinato secondo quanto previsto dalla Comunicazione
CONSOB DEM/6064293 del 28 luglio 2006 e in conformità a quanto previsto dal paragrafo 175 e seguenti
delle raccomandazioni contenute nel documento predisposto dall’ESMA, n. 32-382-1138 del 4 marzo 2021
(orientamenti in materia di obblighi di informativa ai sensi del Regolamento UE 2017/1129, c. d.
“Regolamento sul Prospetto”):
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
Indebitamento finanziario netto
2023
2022
A. Disponibilità liquide
6.762
9.296
B. Mezzi equivalenti a disponibilità liquide
29.270
17.327
C. Altre attività finanziarie correnti
3.026
3.026
D. Liquidità (A)+(B)+(C)
39.058
29.649
E. Debiti finanziari correnti
(19.125)
(17.540)
F. Parte corrente del debito finanziario non corrente
(11.486)
(16.267)
G. Indebitamento finanziario corrente (E)+(F)
(30.611)
(33.807)
H. Indebitamento finanziario corrente netto (G)+(D)
8.447
(4.158)
I. Debiti finanziari non correnti
(49.937)
(54.526)
J. Strumenti di debito
-
-
K. Debiti commerciali e altri debiti non correnti
-
-
L. Indebitamento finanziario non corrente (I)+(J)+(H)
(49.937)
(54.526)
M. Indebitamento finanziario netto (H)+(L) determinato in conformità alle
comunicazioni CONSOB ed ESMA
(41.490)
(58.684)
La variazione dell’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2023 rispetto al 31 dicembre 2022 pari
complessivamente a Euro 17.194 migliaia, è principalmente dovuta alla capacità della Società di generare cassa
dall’attività operativa.
Di seguito viene riportata la posizione finanziaria netta escludendo l’effetto IFRS 16:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2023
2022
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
19
Indebitamento finanziario netto
(41.490)
(58.684)
Passività per leasing non correnti
11.458
6.185
Passività per leasing correnti
9.674
8.516
Posizione finanziaria netta
(20.359)
(43.983)
In alcuni contratti di finanziamento è previsto il rispetto di parametri finanziari, che risultano essere tutti
rispettati al 31 dicembre 2023.
INVESTIMENTI
La tabella che segue riporta il dettaglio degli investimenti effettuati dalla Società in immobilizzazioni materiali
e immateriali negli esercizi chiusi al 31 dicembre 2023 e 2022:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2023
%
2022
%
Terreni e fabbricati
227
9,0%
88
3,3%
Impianti e macchinari
1.013
40,5%
2.434
90,0%
Attrezzature industriali e commerciali
382
15,3%
179
6,6%
Attività materiali in corso e acconti
880
35,2%
-
0,0%
Investimenti in attività materiali
2.502
100,0%
2.701
99,9%
Diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere
dell'ingegno
-
0,0%
4
0,0%
Investimenti in attività immateriali
-
0,0%
4
0,0%
Investimenti totali
2.502
100,0%
2.705
100,0%
Nel corso del periodo in esame, la Società ha effettuato investimenti per complessivi Euro 2.502 migliaia.
La politica degli investimenti attuata dalla Società è volta all’innovazione e alla diversificazione in termini
di offerta dei prodotti. In particolare, per la Società assume rilevanza lo sviluppo di nuovi prodotti, con
l’obiettivo di migliorare continuamente la soddisfazione dei propri clienti.
Gli investimenti in immobilizzazioni materiali sono relativi prevalentemente ad acquisti di impianti e
macchinari, riconducibili principalmente a progetti di aggiornamento e rinnovamento delle linee
produttive nel settore Milk.
La tabella che segue riporta il dettaglio per business unit degli investimenti effettuati dalla Società in
immobilizzazioni materiali e immateriali al 31 dicembre 2023 e 2022:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2023
%
2022
%
Milk Products
2.234
89,3%
1.395
51,6%
Dairy Products
268
10,7%
1.306
48,3%
Altri
-
0,0%
4
0,1%
Investimenti totali
2.502
100,0%
2.705
100,0%
Gli investimenti nella business unit Milk Products si riferiscono principalmente all’efficientamento di impianti
produttivi presso gli stabilimenti di Reggio Emilia e Vicenza.
Gli investimenti nella business unit Dairy Products si riferiscono principalmente alla nuova linea del mascarpone
presso il sito di Lodi.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
20
ALTRE INFORMAZIONI
Politica di analisi e gestione dei rischi connessi all’attività della Società
Nella presente sezione vengono fornite informazioni relative all’esposizione ai rischi connessi all’attività della
Società, nonché gli obiettivi, le politiche e i processi di gestione di tali rischi e i metodi utilizzati per valutarli
e mitigarli. Le linee di indirizzo del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi della Società, definite
dal Consiglio di Amministrazione, identificano il sistema di controllo interno come un processo trasversale
ed integrato a tutte le attività aziendali. Il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi ha come finalità
quella di aiutare la Società a realizzare i propri obiettivi di performance e redditività, ad ottenere informazioni
economico-finanziarie affidabili e ad assicurare la conformità alle leggi e ai regolamenti in vigore, evitando
all’azienda danni di immagine e perdite economiche. In questo processo, assume particolare importanza
l’identificazione degli obiettivi aziendali, la classificazione (in base a valutazioni combinate circa la probabilità
e il potenziale impatto) ed il controllo dei rischi ad essi connessi, mediante l’implementazione di azioni
specifiche finalizzate al loro contenimento. I rischi aziendali possono avere diversa natura: rischi di carattere
strategico, operativi (legati all’efficacia e all’efficienza delle operations aziendali), di reporting (legati all’affidabilità
delle informazioni economico-finanziarie), di compliance (relativi all’osservanza delle leggi e regolamenti in
vigore, evitando all’azienda danni di immagine e/o perdite economiche) e, infine, finanziari. I responsabili
delle diverse direzioni aziendali individuano e valutano i rischi di competenza, di provenienza esogena oppure
endogena alla Società, e provvedono alla individuazione delle azioni di contenimento e di riduzione degli stessi
(c.d. “controllo primario di linea”).
Alle attività di cui sopra, si aggiungono quelle del Dirigente Preposto alla redazione dei documenti societari e
del suo staff (c.d. “controllo di secondo livello”) e del Responsabile della funzione di Internal Audit (c.d.
“controllo di terzo livello”), che verifica continuativamente l’effettività e l’efficacia del sistema di controllo
interno e di gestione dei rischi, attraverso l’attività di risk assessment, lo svolgimento dei controlli e la successiva
gestione del follow up.
I risultati delle procedure di identificazione dei rischi sono riportati e discussi a livello di Top management della
Società, al fine di creare i presupposti per la loro copertura, assicurazione e valutazione del rischio residuale.
Di seguito si riportano i rischi ritenuti significativi e connessi all’attività della Società (l’ordine con il quale essi
sono riportati non implica nessuna classificazione, né in termini di probabilità del loro verificarsi né in termini
di possibile impatto).
RISCHI STRATEGICI
Rischi relativi alla congiuntura macroeconomica e di settore
L’attività della Società è influenzata dalle condizioni generali dell’economia nei vari mercati in cui opera. Una
fase di crisi economica, con il conseguente rallentamento dei consumi, può avere un effetto negativo
sull’andamento delle vendite della Società. Il contesto macroeconomico attuale determina una significativa
incertezza sulle previsioni future, con il conseguente rischio che minori performances potrebbero influenzare
nel breve periodo i margini. La Società persegue l’obiettivo di incrementare la propria efficienza industriale e
migliorare la propria capacità produttiva, riducendo, allo stesso tempo, i costi di struttura. Il principale rischio
legato all’attività industriale propria della Società è rappresentato dalla fluttuazione del prezzo della materia
prima latte. La Società controlla, durante i periodi normali, il rischio stipulando contratti annuali con i
produttori di latte fissando il prezzo di acquisto all’inizio dell’annata casearia e mantenendolo, normalmente,
tale per tutto il periodo che va dal 1° aprile al 31 marzo dell’anno successivo, fatte salve particolari situazioni
nelle quali la contrattazione avviene su basi diverse. Attualmente la società ha stipulato accordi triennali con i
conferenti del Mugello per permettere una migliore programmazione finanziaria e operativa. Per acquisti al di
fuori del canale principale di approvvigionamento si fa riferimento alle migliori condizioni di mercato
proposte al momento della necessità.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
21
Rischi connessi alla strategia di crescita per linee esterne
La Società ha fondato la propria strategia sulla crescita mediante acquisizioni di altre società, aziende o rami
di azienda; la strategia futura della Società prevede di continuare tale strategia di crescita organica e per linee
esterne puntando alla creazione del polo Milk&Dairy con un taglio prettamente internazionale. La Società è,
quindi, esposta al rischio di non riuscire ad individuare in futuro società o aziende adeguate al fine di alimentare
la propria strategia di crescita per linee esterne, ovvero di non disporre delle risorse finanziarie necessarie ad
acquisire le entità individuate. La Società è, inoltre, esposta al rischio che le acquisizioni societarie future non
consentano di realizzare gli obiettivi programmati, con possibili costi e/o passività inattese.
RISCHI OPERATIVI
Rischi connessi all’elevato livello di competitività del settore
Il mercato food&beverage nel quale opera la Società si contraddistingue per un livello di concorrenza,
competitività e dinamismo particolarmente significativo. Tale mercato è caratterizzato in particolare da (i)
crescente competitività delle aziende che realizzano prodotti c.d. private label con prezzi inferiori a quelli
praticati dalla Società; (ii) crescente incidenza delle vendite online (ove la Società inizia ad essere presente), con
conseguente decremento dei prezzi dei prodotti, specie nel canale di vendita GDO, tramite il quale la Società
realizza una percentuale significativa dei propri ricavi, pari al 62,5%; (iii) campagne promozionali frequenti
nel tempo e con scontistiche significative; (iv) consolidamento degli operatori esistenti, specie nel canale di
vendita GDO. La Società persegue l’obiettivo di incrementare la propria efficienza industriale e migliorare la
propria capacità produttiva, riducendo allo stesso tempo i costi di struttura, ed essere competitivo sui mercati
di riferimento. Inoltre, grazie alla presenza di alcuni prodotti “unici”, la Società riesce a fronteggiare qualsiasi
livello di concorrenza.
Rischi ambientali e climatici
Il cambiamento climatico rappresenta una delle principali forze dirompenti con il potenziale di determinare
cambiamenti sostanziali nelle operazioni del Gruppo nel breve, medio e lungo termine. Molti dei potenziali
impatti del cambiamento climatico possono essere definiti come rischi: rischi fisici per il nostro ambiente o
rischi legati alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio per perseguire gli obiettivi
dell’Accordo di Parigi. Il rischio climatico può colpire aziende, istituzioni finanziarie, famiglie, paesi e il sistema
finanziario in generale. Tuttavia, potrebbero sorgere opportunità per quelle aziende che consentono la
transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. L’impatto della valutazione del cambiamento
climatico e l’obiettivo di zero emissioni nette di carbonio per le attività del Gruppo Newlat, di cui la Società
è parte, entro il 2025 sono state prese in considerazione nella valutazione delle stime e dei giudizi nella
preparazione del bilancio del Gruppo. I dettagli della valutazione del rischio climatico sono stati ritenuti
proporzionati alla natura del business e la valutazione attuale era sufficiente per identificare i rischi climatici
fisici nonci rischi di transizione che sono materiali per le operazioni o la situazione finanziaria del Gruppo.
L’analisi dei cambiamenti climatici effettuata nel 2023, relativa principalmente alle emissioni e ai consumi
idrici, non ha evidenziato alcuna problematica non attribuibile e non affrontabile nell’ordinario svolgimento
delle attività e non ha evidenziato alcuna questione economica materiale significativa che abbia avuto un
impatto sulla redazione del presente bilancio consolidato.
Sono state fatte le seguenti considerazioni:
non si prevede che l'impatto del cambiamento climatico sarà significativo nel periodo di continuità
aziendale;
l'impatto del cambiamento climatico è più sensibile sui beni biologici poiché tutti gli ingredienti
agricoli sono a rischio principalmente a causa della scarsità d'acqua e delle alte temperature: per
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
22
mitigare e mantenere basso il rischio, il Gruppo ha messo in atto piani di approvvigionamento di
emergenza;
l'impatto del cambiamento climatico sulle previsioni dei flussi di cassa utilizzate nelle valutazioni di
perdita di valore del valore d'uso delle attività non correnti compreso l'avviamento;
l'impatto del cambiamento climatico sui fattori (quali valori residui, vite utili e metodi di
ammortamento, accantonamenti e contratti onerosi) che determinano il valore contabile delle attività
non correnti: non sono stati identificati fattori rischio nel 2023.
RISCHI FINANZIARI
Gestione dei rischi finanziari
Nell’ambito dei rischi d’impresa, i principali rischi identificati, monitorati e, per quanto di seguito specificato,
attivamente gestiti dalla Società sono i seguenti:
rischio di mercato, derivante dall’oscillazione dei tassi di cambio tra l’Euro e le altre valute nelle quali
opera la Società e dei tassi di interesse;
rischio di credito, derivante dalla possibilità di default di una controparte;
rischio di liquidità, derivante dalla mancanza di risorse finanziarie per far fronte agli impegni
finanziari.
Obiettivo della Società è il mantenimento, nel tempo, di una gestione bilanciata della propria esposizione
finanziaria, atta a garantire una struttura del passivo in equilibrio con la composizione dell’attivo di bilancio,
e in grado di assicurare la necessaria flessibilità operativa attraverso l’utilizzo della liquidità generata dalle
attività operative correnti e il ricorso a finanziamenti bancari.
La capacità di generare liquidità dalla gestione caratteristica, unitamente alla capacità di indebitamento,
consente alla Società di soddisfare in maniera adeguata le proprie necessità operative, di finanziamento del
capitale circolante operativo e di investimento, nonché il rispetto dei propri obblighi finanziari. La politica
finanziaria della Società e la gestione dei relativi rischi finanziari sono guidate e monitorate a livello centrale.
In particolare, la funzione di finanza centrale ha il compito di valutare e approvare i fabbisogni finanziari
previsionali, di monitorare l’andamento e di porre in essere, ove necessario, le opportune azioni correttive.
Rischio di cambio
L’esposizione al rischio di variazioni dei tassi di cambio deriva dalle attività commerciali della Società condotte
anche in valute diverse dall’Euro. Ricavi e costi denominati in valuta possono essere influenzati dalle
fluttuazioni del tasso di cambio, con impatto sui margini commerciali (rischio economico), così come i debiti
e i crediti commerciali e finanziari denominati in valuta possono essere impattati dai tassi di conversione
utilizzati, con effetto sul risultato economico (rischio transattivo). Infine, le fluttuazioni dei tassi di cambio si
riflettono anche sui risultati economici e sul patrimonio.
I principali rapporti di cambio a cui la Società è esposta riguardano:
Euro/USD, in relazione alle transazioni effettuate in dollari statunitensi;
Euro/GBP, in relazione alle transazioni effettuate in sterline;
Euro/CHF, in relazione alle transazioni effettuate in franchi svizzeri.
La Società non adotta politiche specifiche di copertura delle oscillazioni dei tassi di cambio, in considerazione
del fatto che il management non ritiene che tale rischio possa influire negativamente sui risultati della Società in
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
23
modo significativo, in quanto l’ammontare dei flussi in entrata ed uscita di valuta estera risulta essere, oltre
che poco rilevante, abbastanza similare per volumi e tempistiche.
Una ipotetica variazione positiva o negativa pari a 100 bps dei tassi di cambio relativi alle valute in cui opera la
Società non avrebbe un impatto significativo sul risultato netto e sul patrimonio netto degli esercizi in esame.
Rischio di tasso di interesse
La Società utilizza risorse finanziarie esterne sotto forma di debito, e impiega la liquidità disponibile in
strumenti di mercato. Variazioni nei livelli dei tassi d’interesse influenzano il costo e il rendimento delle varie
forme di finanziamento e di impiego, incidendo, pertanto, sul livello degli oneri finanziari netti. L’esposizione
al rischio di tasso di interesse è costantemente monitorata in base all’andamento della curva Euribor, al fine
di valutare eventuali interventi per il contenimento del rischio di un potenziale rialzo dei tassi di interesse di
mercato. Alle date di riferimento non vi sono in essere coperture effettuate mediante negoziazione di
strumenti derivati.
Con riferimento al rischio di tasso d’interesse, è stata elaborata un’analisi di sensitività per determinare l’effetto
sul conto economico e sul patrimonio netto che deriverebbe da una ipotetica variazione positiva e negativa di
50 bps dei tassi di interesse rispetto a quelli effettivamente rilevati in ciascun periodo. L’analisi è stata effettuata
avendo riguardo principalmente alle seguenti voci: (i) cassa e disponibilità liquide equivalenti e (ii) passività
finanziarie a breve e a medio/lungo termine. Con riferimento alle disponibilità liquide ed equivalenti, è stato
fatto riferimento alla giacenza media e al tasso di rendimento medio del periodo, mentre per quanto riguarda
le passività finanziarie a breve e medio/lungo termine, l’impatto è stato calcolato in modo puntuale.
La tabella di seguito evidenzia i risultati dell’analisi svolta:
(In migliaia di Euro)
Impatto sull'utile al netto dell'effetto
fiscale
Impatto sul patrimonio netto al netto
dell'effetto fiscale
- 50 bps
+ 50 bps
- 50 bps
+ 50 bps
Esercizio chiuso al 31 dicembre 2023
(188)
188
(188)
188
Esercizio chiuso al 31 dicembre 2022
(208)
208
(208)
208
Rischio di credito
La Società fronteggia l’esposizione al rischio di credito insito nella possibilità di insolvenza e/o nel
deterioramento del merito creditizio della clientela, esercitando un monitoraggio continuo.
Il rischio di credito deriva sostanzialmente dall’attività commerciale della Società, le cui controparti sono
prevalentemente operatori della grande distribuzione organizzata (GDO) e della distribuzione al dettaglio. I
crediti del secondo settore sono estremamente frazionati, mentre il settore della grande distribuzione è
caratterizzato da una esposizione su singolo cliente relativamente più consistente.
La seguente tabella fornisce una ripartizione dei crediti commerciali al 31 dicembre 2023 e 2022 raggruppati
per scaduto, al netto del fondo svalutazione crediti:
(In migliaia di Euro)
A scadere
Scaduti da 1
a 90 giorni
Scaduti
da 91 a
180 giorni
Scaduti da
oltre 181
giorni
Totale
Crediti commerciali lordi al 31 Dicembre 2023
3.297
17.854
2.541
5.774
29.446
Fondo svalutazione crediti
-
-
-
(2.509)
(2.509)
Crediti commerciali netti al 31 Dicembre 2023
3.297
17.854
2.541
3.265
26.957
Crediti commerciali lordi al 31 Dicembre 2022
10.119
19.742
1.159
5.191
36.211
Fondo svalutazione crediti
-
-
-
(3.034)
(3.034)
Crediti commerciali netti al 31 Dicembre 2022
10.119
19.742
1.159
2.157
33.176
Inoltre, dal 1° gennaio 2021 si segnala che la Società ha in essere polizze assicurative del credito con primarie
società del settore al fine di mitigare il rischio connesso alla solvibilità della clientela.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
24
Rischio di liquidità
Il rischio di liquidità rappresenta il rischio che, a causa dell’incapacità di reperire nuovi fondi o di liquidare
attività sul mercato, la Società non riesca a far fronte ai propri impegni di pagamento, determinando un
impatto negativo sul risultato economico nel caso in cui fosse costretto a sostenere costi addizionali per
fronteggiare i propri impegni o una situazione di insolvibilità.
Il rischio di liquidità cui la Società potrebbe essere soggetto consiste nel mancato reperimento di adeguati
mezzi finanziari necessari per la sua operatività, nonché per lo sviluppo delle proprie attività industriali e
commerciali. I due principali fattori che determinano la situazione di liquidità della Società sono da una parte
le risorse generate o assorbite dalle attività operative e di investimento, dall’altra le caratteristiche di scadenza
e di rinnovo del debito o di liquidità degli impieghi finanziari e le condizioni di mercato. In particolare, il
principale fattore che influenza la liquidità della Società è costituito dalle risorse assorbite dall’attività
operativa: il settore in cui la Società opera presenta fenomeni di stagionalità delle vendite, con picchi di
fabbisogno di liquidità nel terzo trimestre dell’esercizio causati da un maggiore volume di crediti commerciali
rispetto al resto dell’anno. Il governo della variabilità del fabbisogno è affidato all’attività di coordinamento
tra l’area commerciale e l’area finanza, che si traduce in un’attenta pianificazione dei fabbisogni finanziari legati
alle vendite, attraverso la stesura del budget finanziario ad inizio anno, ed un attento monitoraggio dei
fabbisogni nel corso di tutto l’esercizio.
Anche il fabbisogno di liquidità legato alle dinamiche di magazzino risulta essere oggetto di analisi, essendo
soggetto anch’esso a fenomeni di stagionalità: la pianificazione degli acquisti di materie prime per il magazzino
è gestita secondo prassi consolidate, che prevedono il coinvolgimento della Presidenza nelle decisioni che
potrebbero avere conseguenze sugli equilibri finanziari della Società.
L’attività finanziaria della Società comporta, in base a prassi consolidate ispirate a criteri di prudenza e tutela
degli stakeholders, la negoziazione delle linee di affidamento con il sistema bancario e l’esercizio di un costante
monitoraggio dei flussi finanziari della Società.
La tabella successiva evidenzia, per fasce di scadenza contrattuale, i fabbisogni finanziari della Società al 31
dicembre 2023 e 2022 espressi seguendo le seguenti ipotesi:
(i) i flussi di cassa non sono attualizzati;
(ii) i flussi di cassa sono imputati alla fascia temporale di riferimento in base alla prima data di
esigibilità prevista dai termini contrattuali;
(iii) tutti gli strumenti detenuti alla data di chiusura dell'esercizio per i quali i pagamenti sono stati già
contrattualmente designati sono inclusi. I futuri impegni pianificati ma non ancora iscritti a
bilancio non sono inclusi;
(iv) quando l’importo pagabile non è fisso (es. futuri rimborsi di interessi), la passività finanziaria è
valutata alle condizioni di mercato alla data di reporting; e
(v) i flussi di cassa includono anche gli interessi che l’azienda pagherà fino alla scadenza del debito al
momento della chiusura del bilancio.
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre 2023
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
25
entro 1
anno
tra 1 e 2
anni
tra 3 e 5
anni
oltre 5
anni
Valore
contrattuale
Valore
contabile
Passività finanziarie
20.937
10.710
24.218
4.552
60.417
59.417
Passività per leasing
9.674
4.234
7.607
1.367
22.882
21.132
Debiti commerciali
78.317
-
-
-
78.317
78.317
Altre passività correnti
12.573
-
-
-
12.573
12.573
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre 2022
entro 1
anno
tra 1 e 2
anni
tra 3 e 5
anni
oltre 5
anni
Valore
contrattuale
Valore
contabile
Passività finanziarie
25.291
27.456
21.206
1.810
75.763
73.631
Passività per leasing
8.516
2.257
3.302
1.143
15.218
14.701
Debiti commerciali
74.111
-
-
-
74.111
74.111
Altre passività correnti
10.708
-
-
-
10.708
10.708
I fabbisogni finanziari sono adeguatamente coperti dalle disponibilità liquide e dalle linee di credito in essere
nonché dalle risorse finanziarie che si genereranno in futuro dalla gestione operativa.
Posizioni o transazioni derivanti da operazioni atipiche e/o inusuali
Ai sensi della Comunicazione Consob n. 6064293 del 28 luglio 2006, si segnala che nel corso dell’esercizio
2022 non sono avvenute operazioni atipiche e/o inusuali rispetto alla normale gestione dell’impresa, che
possano dare luogo a dubbi in ordine alla correttezza e completezza dell’informazione in bilancio, al conflitto
d’interesse, alla salvaguardia del patrimonio aziendale e alla tutela degli Azionisti di minoranza. Sono
precedentemente stati illustrati gli effetti contabili e finanziari delle operazioni straordinarie avvenute
nell’esercizio.
Azioni proprie e di società controllanti
In ottemperanza a quanto disposto dall’art. 2428 del Codice Civile, si informa che la Società non detiene
azioni proprie e nel corso dell’esercizio non ne ha alienate.
Sedi secondarie
Il Consiglio di Amministrazione della Centrale del Latte d’Italia S.p.A., in occasione della seduta del 16 luglio
2020, ha deliberato di istituire una propria sede secondaria nel Comune di Firenze.
Corporate governance
Le informazioni sul governo societario sono contenute in apposito fascicolo, parte integrante della
documentazione di bilancio, in allegato alla presente Relazione.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
26
Esonero dalla predisposizione della dichiarazione non finanziaria
La società si è avvalsa dell’esonero dalla predisposizione della dichiarazione non finanziaria ai sensi
dell’articolo 6, comma 1, del D.Lgs 30 dicembre 2016, n. 254, in quanto ricomprese
nella dichiarazione non finanziaria consolidata al 31 dicembre 2023 resa dalla Capogruppo Newlat Food S.p.A.
RAPPORTI CON PARTI CORRELATE
Le operazioni poste in essere dalla Società con le Parti Correlate (di seguito, le Operazioni con Parti
Correlate”), individuate sulla base dei criteri definiti dallo IAS 24 – “Informativa di bilancio sulle operazioni
con parti correlate”, sono principalmente di natura commerciale e finanziaria e sono effettuate a normali
condizioni di mercato. La Società ha adottato la propria Procedura per le Operazioni con le Parti Correlate,
la cui ultima versione è stata approvata in data 25 giugno 2021, con efficacia a far data dal luglio 2021,
previo parere favorevole del Comitato OPC espresso durante la riunione del 17 giugno 2021. Tale procedura
è stata elaborata tenendo in considerazione le linee guida fornite dal Regolamento Parti Correlate di
CONSOB, così come da ultimo modificato dalla Delibera n. 22144 del 22 dicembre 2021.
Nelle note illustrative del bilancio, si riportano i valori economici al 31 dicembre 2023 e 2022, nonché i valori
patrimoniali alla stessa data relativi alle operazioni con parti correlate. Tali informazioni sono state estratte dal
bilancio e da elaborazioni effettuate dalla Società sulla base delle risultanze della contabilità generale e
gestionale.
La Società non ha posto in essere Operazioni con Parti Correlate inusuali per caratteristiche, ovvero
significative per ammontare, diverse da quelle aventi carattere continuativo o già precedentemente illustrate
con particolare riferimento all’operazione di affitto ramo d’azienda descritta nel paragrafo “Fatti di rilievo
dell’esercizio”.
La Società intrattiene rapporti con le seguenti parti correlate:
società controllante diretta o indiretta (“Società controllante”);
società controllate dalla controllante diretta o dalle controllanti indirette e diverse dalle proprie
controllate e collegate (“Società sottoposte al controllo delle controllanti”).
Partecipazioni rilevanti nel capitale (ex art. 123-bis comma 1 lettera c) TUF)
I detentori di azioni ordinarie in misura superiore al 5% al 31 dicembre 2023 risultano essere:
PARTECIPAZIONI RILEVANTI
Dichiarante
Azionista diretto
Quota % sul
Quota % sul
Capitale
ordinario
Capitale
votante
Angelo Mastrolia
Newlat Food S.p.A.
67,74%
74,27%
Comune di Firenze
Comune di Firenze
12,31%
13,51%
Comune di Pistoia
Comune di Pistoia
5,62%
2,89%
Eventi successivi alla chiusura del periodo
Non vi sono ulteriori eventi significativi successivi alla data di chiusura della presente relazione annuale.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
27
RELAZIONE SUL GOVERNO SOCIETARIO E GLI ASSETTI PROPRIETARI
(ART. 123-BIS TUF)
Approvata dal Consiglio di Amministrazione del 18 marzo 2024
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
28
GLOSSARIO
Assemblea: l’Assemblea dei soci dell’Emittente.
CLI: Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
Codice di
Corporate Governance
: Il Codice di Corporate Governance delle società quotate approvato dal
Comitato per la Corporate Governance e pubblicato il 31 gennaio 2020.
Cod. Civ./C.C.: il Codice Civile.
Comitato per la
Corporate Governance
: il Comitato italiano per la Corporate Governance delle società quotate,
costituito, oltre che da Borsa Italiana S.p.A., da ABI, Ania, Assogestioni, Assonime e Confindustria.
Consiglio di Amministrazione: il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente.
Emittente/CLI/Società: l’emittente valori mobiliari cui si riferisce la Relazione.
Esercizio: l’esercizio 2023 a cui si riferisce la Relazione.
Gruppo Newlat o Gruppo: gruppo societario a cui appartiene CLI.
Regolamento Emittenti Consob: il Regolamento emanato dalla Consob con deliberazione n. 11971 del
1999 (come successivamente modificato) in materia di emittenti.
Testo Unico della Finanza/TUF: il Decreto Legislativo 24 febbraio 1998, n. 58.
Regolamento Mercati Consob: il Regolamento emanato dalla Consob con deliberazione n. 20249 del 2017
in materia di mercati.
Regolamento Parti Correlate Consob: il Regolamento emanato dalla Consob con deliberazione n. 17221
del 12 marzo 2010 (come successivamente modificato) in materia di operazioni con parti correlate.
Relazione: la relazione sul governo societario e gli assetti proprietari che le società sono tenute a redigere ai
sensi dell’art. 123-bis TUF.
Relazione sulla Remunerazione: la relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi
corrisposti che le società sono tenute a redigere e pubblicare ai sensi dell’art. 123-ter TUF e 84-quater
Regolamento Emittenti Consob.
Laddove non diversamente precisato, devono altresì intendersi richiamate by reference le definizioni del Codice
di Corporate Governance relative ad Amministratori, Amministratori Esecutivi, Amministratori
Indipendenti, Chief Executive Officer (CEO), Organo di Controllo, Piano Industriale e Successo
Sostenibile.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
29
PROFILO DELL’EMITTENTE
Mission
dell’Emittente
Centrale del Latte d’Italia S.p.A., terzo operatore italiano del mercato del latte fresco e a lunga durata, svolge
l’attività di produzione, trattamento, lavorazione, commercializzazione del latte, comunque trattato, e dei
prodotti lattiero-caseari e alimentari in genere, avvalendosi attualmente di 7 stabilimenti produttivi e circa
700 dipendenti.
La Società può, inoltre, compiere tutte le operazioni commerciali, finanziarie, industriali, mobiliari e
immobiliari necessarie o utili per il conseguimento dell'oggetto sociale, ivi inclusa l'assunzione di
partecipazioni in società aventi oggetto sociale affine al proprio o strumentali per la propria attività (compreso
il rilascio di garanzie personali o reali anche nell'interesse di terzi e l'assunzione di mutui e finanziamenti anche
ipotecari) con tassativa esclusione dell'attività fiduciaria e professionale riservata ex lege, della raccolta del
risparmio tra il pubblico, dell'esercizio nei confronti del pubblico di ogni attività dalla legge qualificata come
"attività finanziaria".
CLI può vantare, all’interno del suo portafoglio prodotti, circa 120 referenze che vanno dal latte e suoi derivati,
agli yogurt e alle bevande vegetali, che vengono distribuiti con diversi marchi di proprietà della medesima
Società tra i quali TappoRosso, Polenghi, Mukki, Tigullio, Vicenza, Giglio, Matese, Centrale del Latte Salerno,
Optimus, Torre in Pietra, Ala, Fior di Salento, sui territori di riferimento attraverso la grande distribuzione e
i canali tradizionali.
Oltre ai prodotti commercializzati con propri brand, CLI produce per conto terzi e per il mercato del private
label.
Sistema di governo societario adottato
Il sistema di governo societario adottato è in linea con i principi contenuti nel Codice di Corporate Governance,
a cui la Società aderisce, applicandolo dall’esercizio 2021.
CLI è organizzata secondo il modello tradizionale con l’Assemblea, il Consiglio di Amministrazione ed il
Collegio Sindacale, le cui caratteristiche vengono ampliamente descritte nei successivi paragrafi della presente
Relazione.
Inoltre, l’Assemblea, in data 29 aprile 2021, ha conferito alla società di revisione Pricewaterhouse Coopers
S.p.A. (“PwC”), l’incarico di revisione legale dei conti in relazione al bilancio di esercizio dell’Emittente,
nonché l’incarico di revisione limitata in relazione al bilancio semestrale abbreviato, per gli esercizi 2021-2029.
Si precisa che l’Assemblea degli azionisti chiamata ad approvare il bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre
2023 (con conseguente scadenza del mandato conferito al Collegio Sindacale) sarà convocata anche in sede
straordinaria per approvare l’adozione del sistema di amministrazione e controllo monistico di cui all’art.
2409-sexiesdecies c.c. e le conseguenti modifiche statutarie. Qualora tali modifiche statutarie siano approvate,
nel corso della medesima assemblea in sede ordinaria si procederà all’elezione del Consiglio di
Amministrazione in conformità al nuovo testo statutario e alla costituzione al suo interno del Comitato per il
Controllo sulla Gestione, con effetto dall’iscrizione nel Registro delle Imprese della delibera di adozione del
nuovo Statuto sociale.
Successo sostenibile
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
30
L’Emittente mostra una particolare attenzione alle questioni legate allo sviluppo sostenibile in termini
ambientali, sociali e di governance, invero, nel corso degli anni la Società ha implementato le attività che
permettono il concreto raggiungimento di un successo sostenibile.
In particolare, al fine di perseguire l’obiettivo prefissato, CLI mira a:
i) Ottenere l’asseverazione del sistema di gestione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro ai sensi del
D.Lgs. 81/2008, al fine di garantire ai propri dipendenti ambienti sicuri e ridurre le possibilità di infortuni
sul lavoro.
ii) Monitorare l’impatto ambientale delle attività del Gruppo, ponendo attenzione alle modalità di gestione
degli scarti e dei rifiuti: nel primo caso si favorisce il riuso di questi, secondo i principi dell’economia
circolare, mentre nel secondo caso si punta a mantenere elevata la quota di conferimenti a riciclo, piuttosto
che a smaltimento.
iii) Ridurre l’emissione di CO2, misurando costantemente le proprie emissioni con l’obiettivo di ridurle quanto
più possibile, in linea con le politiche comunitarie.
iv) Verificare le pratiche adottate nella gestione della catena di fornitura, ponendosi come obiettivo il rispetto
e la tutela dei diritti umani.
Quanto alla redazione della Dichiarazione Non Finanziaria ex D.Lgs n. 254/16, la Società non è tenuta a tale
adempimento, atteso che il predetto documento viene pubblicato a livello consolidato dalla controllante
Newlat Food S.p.A., società quotata sul segmento Euronext Star Milan di Borsa Italiana S.p.A.
Natura di PMI
Centrale del Latte S.p.A. rientra nella definizione di PMI ai sensi dell’art. 1, comma 1, lettera w-quater.1) del
TUF e dell’art. 2-ter del Regolamento Emittenti Consob, in considerazione del valore della capitalizzazione
media degli ultimi tre esercizi.
Poiché la media annua è stata anche per il 2023 inferiore a euro 500 milioni (euro 43 milioni), la Società
mantiene la qualifica di PMI.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
31
2. INFORMAZIONI SUGLI ASSETTI PROPRIETARI (ex art. 123-bis, comma 1, TUF) alla data
del 18 marzo 2024
a) Struttura del capitale sociale (ex art. 123-bis, comma 1, lettera a), TUF)
Il capitale sociale della Società è di Euro 28.840.041,20, interamente sottoscritto e versato, ed è suddiviso in
numero 14.000.020 azioni ordinarie prive di valore nominale, corrispondenti complessivamente a n.
25.500.171 diritti di voto per effetto della maturazione del diritto al voto maggiorato di cui alla successiva
lettera d). Tutte le azioni della Società sono quotate sul mercato Euronext Milan, organizzato e gestito da
Borsa Italiana S.p.A.
Le azioni ordinarie sono nominative, liberamente trasferibili ed emesse in regime di dematerializzazione, in
gestione accentrata presso Monte Titoli S.p.A.
Ciascuna azione ordinaria diritto a un voto in tutte le assemblee ordinare e straordinarie, ad eccezione delle
azioni ordinarie a voto maggiorato che danno diritto a due voti, ai sensi dell’art. 5 dello Statuto, nonché agli
altri diritti patrimoniali e amministrativi secondo le disposizioni di legge e di statuto applicabili.
STRUTTURA DEL CAPITALE SOCIALE
n. azioni
% rispetto
Quotato
Diritti e obblighi
al C.S.
Azioni ordinarie
14.000.020
100%
Euronext Milan.
Diritto di voto in
assemblea ordinaria e
straordinaria
Azioni con diritto di voto
limitato
-
-
Azioni prive di diritto di voto
-
-
Altri strumenti finanziari
Non esistono altri strumenti finanziari che attribuiscono il diritto di sottoscrivere azioni di nuova emissione,
anche gratuiti di nuova emissione, né piani di incentivazione a base azionaria.
Piano di incentivazione a base azionaria
Alla data di approvazione della presente Relazione non sono in essere piani di incentivazione a base azionaria
anche che comportano aumenti, anche gratuiti del capitale sociale.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
32
b) Restrizioni al trasferimento di titoli (ex art. 123-bis, comma 1, lettera b), TUF)
Non esistono restrizioni al trasferimento dei titoli della Società.
c) Partecipazioni rilevanti nel capitale (ex art. 123-bis, comma 1, lettera c), TUF)
Sulla base delle informazioni disponibili alla data della presente Relazione, gli Azionisti che possiedono
partecipazioni uguali o superiori al 5% del capitale sociale con diritto di voto, direttamente e/o indirettamente,
anche per il tramite di interposte persone, fiduciari e società controllate, sono indicati nella tabella che segue:
PARTECIPAZIONI RILEVANTI
Dichiarante
Azionista diretto
Quota % sul
Quota % sul
Capitale
ordinario
Capitale
votante
Angelo Mastrolia
Newlat Food S.p.A.
67,74%
74,27%
Comune di Firenze
Comune di Firenze
12,31%
13,51%
A far data dal 5 gennaio 2023, Newlat Food S.p.A. ha maturato il voto maggiorato e, pertanto, la struttura del
capitale sociale e del numero dei diritti di voto sono i seguenti:
Capitale Sociale al 5 gennaio 2023
n. azioni
Numero diritti di voto
Totale azioni
di cui:
14.000.020
25.500.171
Azioni ordinarie
2.499.869
2.499.869
Azioni ordinarie con voto maggiorato
11.500.151
23.000.302
d) Titoli che conferiscono diritti speciali (ex art. 123-bis, comma 1, lettera d), TUF)
Non sono stati emessi titoli che conferiscono diritti speciali di controllo.
Ai sensi dell’art. 5 dello Statuto Sociale, in deroga alla regola per cui ogni azione diritto ad un voto, sono
attribuiti due voti per ciascuna azione appartenuta al medesimo azionista per un periodo continuativo non
inferiore a ventiquattro mesi a decorrere dalla data di iscrizione nell’elenco a tale scopo appositamente istituito,
tenuto e aggiornato a cura della Società.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
33
CLI iscrive nell’elenco il titolare di azioni ordinarie che ne faccia richiesta alla Società; la richiesta può
riguardare tutte o anche solo parte delle azioni appartenenti al titolare di azioni ordinarie. La richiesta alla
Società dovrà essere accompagnata da idonea comunicazione rilasciata dall’intermediario presso il quale le
azioni sono depositate, ai sensi della normativa vigente.
La Società provvede alle iscrizioni e all’aggiornamento dell’elenco secondo una periodicità trimestrale ovvero
secondo una diversa periodicità eventualmente prevista dalla normativa di settore e, in ogni caso, entro la
record date relativa all’assemblea dei soci di volta in volta convocata.
e) Partecipazione azionaria dei dipendenti: meccanismo di esercizio dei diritti di voto (ex art. 123-
bis, comma 1, lettera e), TUF)
Lo Statuto della Società non prevede particolari disposizioni relative all’esercizio dei diritti di voto dei
dipendenti azionisti.
f) Restrizioni al diritto di voto (ex art. 123-bis, comma 1, lettera f), TUF)
Non esistono restrizioni al diritto di voto.
g) Accordi tra azionisti (ex art. 123-bis, comma 1, lettera g), TUF)
Alla data della presente Relazione la Società non è a conoscenza dell’esistenza di accordi tra azionisti ai sensi
dell’articolo 122 del TUF aventi ad oggetto le Azioni.
h) Clausole di
change of control
(ex art. 123-bis, comma 1, lettera h), TUF) e disposizioni statutarie
in materia di OPA (ex artt. 104, comma 1-ter, e 104-bis, comma 1) TUF)
In data 7 luglio 2020, CLI ha stipulato con MPS Capital Services Banca per le Imprese S.p.A. (ora Banca
Monte dei Paschi di Siena S.p.A.) e Deutsche Bank S.p.A. un nuovo contratto di finanziamento (il “Contratto
di Finanziamento”) per un importo massimo pari a Euro 31.500.000,00, a un tasso Euribor incrementato di
un margine pari a 175 punti base, da rimborsarsi nel termine di 72 mesi dalla data di sottoscrizione del
contratto stesso. La controllante Newlat Food S.p.A. ha concesso a favore delle suddette banche finanziatrici
una garanzia personale a prima richiesta per l’importo massimo complessivo pari all’importo capitale del
finanziamento, oltre ai relativi interessi, oneri e altri accessori. Ai sensi del Contratto di Finanziamento, in
caso di cambio di controllo
1
, la Società dovrà rimborsare integralmente il finanziamento, corrispondere gli
interessi, nonché ogni altro importo dovuto alle banche entro e non oltre 15 giorni lavorativi da tale evento.
i) Deleghe ad aumentare il capitale sociale e autorizzazioni all’acquisto di azioni proprie (ex art. 123-
bis, comma 1, lettera m), TUF)
Deleghe per gli aumenti di capitale sociale
1
Si ha un “cambio di controllo” ai sensi del Contratto di Finanziamento qualora (i) Newlat Food S.p.A. cessi in qualsiasi momento di detenere il controllo di
diritto di CLI ovvero, in ogni caso, una partecipazione almeno pari al 50% + 1 del capitale sociale con diritti di voto di CLI, ovvero (ii) Angelo Mastrolia
cessi in qualsiasi momento di rivestire la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione di CLI.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
34
Ai sensi dell’art. 5 dello Statuto, l’Assemblea, riunitasi in sede straordinaria in data 29 aprile 2020, ha
deliberato di conferire al Consiglio di Amministrazione, ai sensi dell’art. 2443 del Codice Civile, per il
periodo massimo di cinque anni dalla data della suddetta delibera assembleare, i) la delega di aumentare il
capitale sociale per un importo massimo complessivo non superiore a nominali Euro 30.000.000,00
(l’“Importo Complessivo Massimo”), comprensivo di eventuale sovrapprezzo, in una o più volte, a
pagamento e in via scindibile, ma con facoltà del Consiglio di Amministrazione di fissare l’inscindibilità per
singole tranche di utilizzo della delega, con o senza warrant, anche con esclusione del diritto di opzione ai
sensi dell’articolo 2441, commi 4 e 5, del Codice Civile e ii) la delega, ai sensi dell’articolo 2420-ter del
Codice Civile, entro il medesimo Importo Complessivo Massimo, di emettere obbligazioni, anche
convertibili, con o senza warrant, anche con esclusione del diritto di opzione ai sensi dell’articolo 2441 del
Codice Civile.
Il Consiglio di Amministrazione avrà altresì la facoltà di decidere se procedere alla richiesta di ammissione
alle negoziazioni degli strumenti finanziari di nuova emissione e la delega per l’eventuale decisione di
attivare un consorzio di garanzia e/o di collocamento.
Autorizzazioni all’acquisto di azioni proprie
Agli Amministratori della Società non sono state affidate deleghe per gli acquisti di azioni proprie.
l) Attività di direzione e coordinamento (ex art. 2497 e ss Codice Civile)
La Società non è sottoposta all’attività di direzione e coordinamento.
Altre informazioni (rinvio)
Si precisa che con riferimento alle ulteriori informazioni di cui all’art. 123-bis, comma 1, del TUF:
- le informazioni richieste alla lettera i), riguardanti eventuali accordi tra la Società e gli amministratori che
prevedono indennità in caso di dimissioni o licenziamento senza giusta causa o di cessazione del rapporto
di lavoro a seguito di offerta pubblica di acquisto, sono contenute nella Relazione sulla Remunerazione
pubblicata ai sensi dell’art. 123-ter del TUF;
- le informazioni richieste alla lettera l), prima parte, relative alla nomina e alla sostituzione degli
amministratori, se diverse da quelle legislative e regolamentari applicabili in via suppletiva, sono illustrate
nella sezione 4.2 della presente Relazione relativa al Consiglio di Amministrazione;
- le informazioni richieste alla lettera l), seconda parte, relative alla modifica dello statuto, se diverse da quelle
legislative e regolamentari applicabili in via suppletiva, sono illustrate nella sezione 13 della presente
Relazione relativa all’Assemblea.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
35
3. COMPLIANCE (ex art. 123 bis, comma 2, lettera a), prima parte, TUF)
CLI ha aderito al Codice di Corporate Governance, applicandolo a partire dall’esercizio 2021, accessibile al
pubblico sul sito web di Borsa Italiana (https://www.borsaitaliana.it/comitato-corporate-
governance/codice/2020.pdf).
Nella presente Relazione siconto secondo il principio “comply or explain” posto a fondamento del Codice
di Corporate Governance e in linea con la Raccomandazione UE n. 208/2014 delle raccomandazioni alle quali
la Società non ha, allo stato, ritenuto di adeguarsi parzialmente o integralmente.
Né l’Emittente né le sue società controllate sono soggette a disposizioni di legge non italiane che influenzano
la struttura di corporate governance dell’Emittente.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
36
4. CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Nella presente sezione 4 si farà riferimento alle disposizioni statutarie vigenti alla data della Relazione e alla
situazione esistente fino alla chiusura dell’Esercizio 2023, salvo ove diversamente indicato. Si rinvia alla
sezione 1 “Profilo dell’Emittente” in relazione alla proposta di adozione del sistema di governance monistico
di cui all’art. 2409-sexiesdecies c.c., che sarà sottoposta alla prossima Assemblea straordinaria dell’Emittente.
4.1 RUOLO DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Il Consiglio di Amministrazione:
i. guida la Società perseguendone il successo sostenibile i) mediante l’implementazione di una strategia volta
ad includere anche elementi di natura ambientale, sociale e di governance, (ii) prevedendo, all’interno
delle politiche di remunerazione, anche KPI qualitativi di natura ESG; (iii) rafforzando il sistema di
controllo interno e di gestione dei rischi, attraverso la valutazione, il monitoraggio e la gestione dei rischi
di natura ESG;
ii. definisce le proprie strategie, volte al perseguimento del successo sostenibile, mediante la conduzione di
una analisi di materialità di Gruppo per le tematiche ESG per identificare i principali aspetti di rischio e
opportunità sulla base degli impatti sugli stakeholder e identificando modalità di gestione di questi,
monitorandone costantemente la corretta attuazione;
iii. definisce il sistema di governo societario più funzionale allo svolgimento delle attività dell’impresa ed al
perseguimento delle sue strategie.
iv. Promuove, a livello di Gruppo, il dialogo con gli azionisti e gli stakeholder rilevanti per la Società, mediante
l’organizzazione e/o la partecipazione a conference call, organizzate ad hoc, con investitori ed analisti, volte
a comprendere le richieste del mercato e i suggerimenti da questi offerti, al fine di creare valore nel lungo
periodo.
Ai sensi dell’art. 12 dello Statuto, il Consiglio di Amministrazione è investito di tutti i poteri per la gestione
ordinaria e straordinaria della Società.
Sono di competenza del Consiglio di Amministrazione, fatti salvi i limiti di legge e senza facoltà di delega, le
deliberazioni relative: a) alla fusione e alla scissione, nei casi di cui agli articoli 2505 e 2505 bis Cod. civ.; b) al
trasferimento della sede legale nell’ambito del territorio nazionale; c) all’istituzione ed alla soppressione delle
sedi secondarie; d) all’indicazione di quali tra gli amministratori – oltre al Presidente, al Vice Presidente e agli
Amministratori Delegati e i dirigenti hanno la rappresentanza della società, ai sensi degli articoli 17 e 18
dello Statuto; e) alla riduzione del capitale sociale in caso di recesso del socio e f) agli adeguamenti dello Statuto
a disposizioni normative.
Il Consiglio di Amministrazione, inoltre:
esamina e approva i piani strategici, industriali e finanziari della Società, monitorandone periodicamente
l’attuazione;
definisce il sistema di governo societario dell’emittente e la sua struttura;
definisce la natura e il livello di rischio compatibile con gli obiettivi strategici della Società, includendo
nelle proprie valutazioni tutti i rischi che possono assumere rilievo nell’ottica della sostenibilità nel medio-
lungo periodo;
valuta il generale andamento della gestione, tenendo in considerazione, in particolare, le informazioni
ricevute dagli organi delegati, nonché confrontando, periodicamente, i risultati conseguiti con quelli
programmati;
valuta l’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile dell’emittente nonché quello
delle controllate aventi rilevanza strategica, con particolare riferimento al sistema di controllo interno e
di gestione dei rischi;
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
37
stabilisce la periodicità, con la quale gli organi delegati devono riferire al consiglio circa l’attività svolta
nell’esercizio delle deleghe loro conferite;
valuta il generale andamento della gestione, tenendo in considerazione, in particolare, le informazioni
ricevute dagli organi delegati, nonché confrontando, periodicamente, i risultati conseguiti con quelli
programmati;
delibera in merito alle operazioni dell’emittente e delle sue controllate, quando tali operazioni abbiano un
significativo rilievo strategico, economico, patrimoniale o finanziario per l’emittente stesso;
effettua una valutazione sul funzionamento del consiglio stesso e dei suoi comitati nonché sulla loro
dimensione e composizione, tenendo anche conto di elementi quali le caratteristiche professionali, di
esperienza, anche manageriale, e di genere dei suoi componenti, nonché della loro anzianità di carica,
anche in relazione ai criteri di diversità;
al fine di assicurare la corretta gestione delle informazioni societarie, adotta, su proposta
dell’amministratore delegato o del presidente del consiglio di amministrazione, una procedura per la
gestione interna e la comunicazione all’esterno di documenti e informazioni riguardanti l’emittente, con
particolare riferimento alle informazioni privilegiate.
Il Consiglio di Amministrazione, nel corso dell’Esercizio 2023, non ha ritenuto necessario od opportuno
elaborare motivate proposte da sottoporre all’assemblea dei soci per la definizione di un sistema di governo
societario più funzionale alle esigenze dell’impresa, così come meglio illustrato alla Sez. 13.
Si rinvia al par. 1 “Profilo dell’Emittente” in relazione alla proposta di adozione del sistema di governance
monistico di cui all’art. 2409-sexiesdecies c.c., che sarà sottoposta alla prossima Assemblea straordinaria
dell’Emittente.
Il Consiglio di Amministrazione ha adottato una politica per la gestione del dialogo con la generalità degli
azionisti, di cui si dirà alla successiva Sez. 12.
4.2 NOMINA E SOSTITUZIONE DEGLI AMMINISTRATORI (ex art. 123-bis, comma 1, lettera
l), TUF)
La Società è amministrata da un Consiglio di Amministrazione composto da tre a quattordici membri secondo
quanto delibera l'assemblea all'atto della nomina. Gli Amministratori sono eletti sulla base di liste di candidati.
Le liste degli Amministratori da eleggere eccettuato quelle aventi meno di tre candidati - devono essere
redatte tenendo conto del criterio che assicura l’equilibrio dei generi, garantendo al genere meno rappresentato
un numero di candidati almeno pari alla percentuale richiesta dalla normativa, anche regolamentare, pro
tempore vigente in materia di equilibrio dei generi, il quale dovrà essere calcolato in base a criteri di volta in
volta previsti dalla stessa. Hanno diritto a presentare le liste soltanto gli azionisti che, da soli o insieme ad altri,
siano complessivamente titolari di azioni con diritto di voto rappresentanti almeno il 2,5% (due virgola cinque
per cento) del capitale con diritto di voto nell'assemblea ordinaria. Tale percentuale è stata confermata dalla
Consob che, con determinazione dirigenziale n. 92 del 31 gennaio 2024, ha indicato nel 2,5% del capitale
sociale la percentuale minima per presentare una lista di candidati.
Ogni azionista, non può presentare, neppure per interposta persona o società fiduciaria, più di una lista
può votare liste diverse. Ogni candidato può presentarsi in una sola lista a pena di ineleggibilità. Non possono
essere inseriti nelle liste candidati che ricoprano già incarichi di Amministratore in altre cinque società o enti,
i cui titoli siano ammessi alle negoziazioni di un mercato regolamentato iscritto nell'elenco previsto dagli
articoli 63 e 67 del Decreto Legislativo 58/1998. La lista di minoranza che ha ottenuto il maggior numero di
voti e non sia in alcun modo, neppure indirettamente collegata con la lista risultata prima per numero di voti,
ha diritto a esprimere un componente del Consiglio di Amministrazione. Le liste presentate devono essere
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
38
depositate presso la sede della società entro il venticinquesimo giorno precedente la data dell’Assemblea
chiamata a deliberare sulla nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione.
Unitamente a ciascuna lista, entro il termine sopra indicato, sono depositate le dichiarazioni con le quali i
singoli candidati accettano la candidatura e attestano, sotto la propria responsabilità, l'inesistenza di cause di
ineleggibilità e di incompatibilità, nonché l'esistenza dei requisiti normativamente e statutariamente prescritti
per le rispettive cariche. La lista per la quale non sono osservate le statuizioni di cui sopra è considerata come
non presentata.
Qualora venga presentata un’unica lista questa esprime l’intero Consiglio di Amministrazione. Nel caso non
venga presentata alcuna lista l’assemblea delibera a maggioranza dei votanti escludendo dal computo gli
astenuti.
Qualora la composizione del Consiglio di Amministrazione non consenta il rispetto dell’equilibrio tra i generi
secondo la normativa, anche regolamentare, pro tempore vigente in materia, tenuto conto del loro ordine di
elencazione in lista, gli ultimi eletti della lista di maggioranza del genere più rappresentato decadono nel
numero necessario ad assicurare l’ottemperanza al requisito, e sono sostituiti dai primi candidati non eletti
della stessa lista del genere meno rappresentato. In mancanza di candidati del genere meno rappresentato
all’interno della lista di maggioranza in numero sufficiente a procedere alla sostituzione, l’Assemblea integra
l’organo con le maggioranze di legge, assicurando il soddisfacimento del requisito.
Dei tempi e dei modi di presentazione delle liste è fatta menzione nell'avviso di convocazione.
Le liste presentate sono messe a disposizione del pubblico sul sito internet della Società e con le altre modalità
previste dalla legge almeno ventuno giorni prima della data dell’Assemblea.
Gli Amministratori durano in carica per un periodo massimo di tre esercizi e scadono alla data dell’assemblea
convocata per l’approvazione del bilancio relativo all'ultimo esercizio della loro carica. Essi sono rieleggibili.
L'assemblea, prima di procedere alla loro nomina, determina il numero dei componenti il Consiglio e la durata
in carica. Ove il numero degli Amministratori sia stato determinato in misura inferiore al massimo previsto,
l'assemblea, durante il periodo di permanenza in carica del Consiglio, può aumentare tale numero.
I nuovi Amministratori così nominati scadono insieme con quelli in carica all'atto della loro nomina.
L'assemblea determina il compenso spettante ai componenti il Consiglio di Amministrazione.
Non è previsto un piano per la successione in caso di sostituzione anticipata dei Consiglieri di
amministrazione, compresi quelli esecutivi, rispetto all’ordinaria scadenza della carica.
Per quanto riguarda le informazioni sul ruolo del Consiglio di Amministrazione e dei comitati endoconsiliari
nei processi di autovalutazione, nomina e successione degli amministratori, si rinvia alla successiva Sez. 7
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
39
4.3 COMPOSIZIONE (ex art. 123-bis, comma 2, lettere d) e d-bis), TUF)
Il Consiglio di Amministrazione è composto da 3 (tre) amministratori esecutivi e da 4 (quattro) amministratori
non esecutivi, tutti dotati di professionalità e di competenze adeguate ai compiti loro affidati.
Il numero e le competenze degli amministratori non esecutivi sono tali da assicurare loro un peso significativo
nell’assunzione delle delibere consiliari e da garantire un efficace monitoraggio della gestione. Il Consiglio di
Amministrazione è composto da 2 (due) amministratori non esecutivi indipendenti.
Il Consiglio di Amministrazione attualmente in carica è stato nominato dall’Assemblea degli Azionisti del 27
aprile 2023 e scade con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2025.
In data 29 marzo 2023, è stata presentata un’unica lista, dall’azionista di maggioranza Newlat Food S.p.A., il
quale era titolare di n. 6.473.122 azioni CLI, di cui n. 6.463.702 a voto maggiorato e n. 9.420 ordinarie,
rappresentative del 46,24% del capitale ordinario della Società.
Poiché veniva presentata una sola lista, i candidati proposti venivano tutti eletti con n. 19.563.510 voti
favorevoli, pari al 99,991% del capitale votante, e n. 1.687 voti contrari, pari allo 0,009% del capitale votante.
Il Consiglio di Amministrazione alla data della presente Relazione è così composto:
Angelo Mastrolia Presidente del Consiglio di Amministrazione
Giuseppe Mastrolia Vice-Presidente del Consiglio di Amministrazione
Stefano Cometto Amministratore Delegato
Edoardo Pozzoli Consigliere non esecutivo
Benedetta Mastrolia Consigliere non esecutivo
Valeria Bruni Giordani Consigliere non esecutivo e indipendente
Anna Claudia Pellicelli Consigliere non esecutivo e indipendente
Angelo Mastrolia - nato a Campagna (SA) il 5 dicembre 1964, ha conseguito il diploma di geometra nel 1982
ed ha frequentato la facoltà di Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno. La sua attività
imprenditoriale inizia negli anni ’80 nel settore del latte e dei suoi derivati, ricoprendo il ruolo di dirigente nella
società di famiglia Piana del Sele Latteria S.p.A. Dopo una parentesi imprenditoriale nei settori dei leasing, degli
investimenti immobiliari e industriali e nella fornitura di arredi per imbarcazioni di lusso, a partire dal 2004,
attraverso la società TMT Finance SA (ora Newlat Group), inizia un percorso di acquisizioni nel settore del
food & beverage, tra cui si ricordano l’acquisizione della società Industrie Alimentari Molisane S.r.l., produttrice
della pasta a marchio Guacci, di Pezzullo, di Corticella per arrivare nel 2008 all’acquisizione di Newlat S.p.A.
da parte di Parmalat S.p.A., dopo aver ottenuto il nulla-osta da parte dell’autorità antitrust. A seguito
dell’acquisizione di Newlat, Angelo Mastrolia ha proseguito, nel suo ruolo di azionista di controllo e
Presidente esecutivo, il percorso di consolidamento e crescita del Gruppo Newlat nel settore del food & beverage
a livello italiano ed internazionale anche mediante le acquisizioni dei marchi Birkel e Drei Glocken, dello
stabilimento produttivo di Ozzano Taro, nel 2019 della società Delverde, nel 2020 di Centrale del Latte d’Italia
S.p.A., nel 2021 della società inglese Symington’s Ltd e, infine, nel 2022 della società francese EM Foods
S.A.S.
Giuseppe Mastrolia nato a Battipaglia (SA) l’11 febbraio 1989, ha conseguito il diploma di ragioneria nel
2007, presso l’Istituto Kennedy di Battipaglia (SA), a far data dal 2008 è entrato a far parte del Consiglio di
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
40
Amministrazione della controllante Newlat Food S.p.A., dove ricopre l’incarico di Chief Commercial Officer e
Amministratore Delegato (responsabilità Sales&Marketing), a far data dall’aprile 2020 ricopre l’incarico di Vice-
Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Emittente, dall’agosto 2021, riveste la posizione di CEO
nella società inglese Symington’s Ltd e dal 2022 ricopre l’incarico di Managing Director della società francese
EM Foods S.A.S. (entrambe appartenenti al Gruppo Newlat).
Stefano Cometto nato a Monza il 25 settembre 1972, si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università di
Bologna nel 1998 e ha conseguito il titolo di dottore in legge presso la Nebrija Universidad de Madrid nel
2013. Dal 1998 al 1999 è stato Tenente della Guardia di Finanza. Dal 1999 al 2000 ha ricoperto il ruolo di
legale interno nel settore crediti di San Paolo IMI S.p.A. e dal 2000 al 2001 ha ricoperto il ruolo di legale del
personale di Unicredit S.p.A. (all’epoca, Rolo Banca 1473). Dal 2001 al 2007 ha lavorato presso Confindustria
come funzionario addetto alle relazioni industriali e sindacali, nonché come consulente legale per i sindacati.
Nel 2008 è entrato a far parte del Gruppo Newlat, ove ricopre l’incarico di Amministratore Delegato e Chief
Operating Officer. A far data dall’aprile 2020 ricopre la carica di amministratore all’interno del Consiglio di
Amministrazione dell’Emittente, dove a partire da gennaio 2021 gli sono state conferite deleghe di poteri,
divenendo un consigliere esecutivo e assumendo, infine, l’incarico di Amministratore Delegato a far data
dal mese di luglio 2022 a seguito delle dimissioni rassegnate da Edoardo Pozzoli, dalla predetta carica.
Edoardo Pozzoli nato a Torino il 13 luglio 1982, ha conseguito la laurea triennale in Economia Aziendale
presso l’Università di Torino nel 2005. Dal 2009 è entrato a far parte del Gruppo Centrale del Latte e, dopo
le dimissioni rassegnate dall’incarico di Amministratore Delegato, nel mese di giugno 2022, attualmente
ricopre la carica di Amministratore non esecutivo della Società. Da luglio 2022 ad aprile 2023 ha ricoperto
l’incarico di Amministratore Delegato nella società Domori S.p.A., per poi avviare una propria attività
imprenditoriale, costituendo le società Edorisco S.r.l. e Meetyourmeal S.r.l.
Benedetta Mastrolia nata a Roma il 18 ottobre 1995, ha conseguito un Bachelor Degree in Economics and
Business presso la University of London nel 2017 e un Master in Corporate Finance presso la Cass Business School, City
University London nel 2018. Nel 2014 è entrata a fare parte del Consiglio di Amministrazione della controllante
Newlat Food S.p.A. e dal 2020 ricopre l’incarico di membro del Consiglio di Amministrazione dell’Emittente.
Valeria Bruni Giordani nata a Firenze l’11 luglio 1974, si è laureata in Scienze Politiche presso la Facoltà
Cesare Alfieri di Firenze. A far data dall’aprile 2020 è entrata a far parte del Consiglio di Amministrazione
dell’Emittente quale consigliere non esecutivo indipendente.
Anna Claudia Pellicelli nata a Modena il 3 giugno 1965, ha conseguito la laurea in Economia e Commercio
presso l’Università di Torino. A far data dall’aprile 2020 è entrata a far parte del Consiglio di Amministrazione
dell’Emittente quale consigliere non esecutivo indipendente.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
41
Criteri e politiche di diversità nella composizione del Consiglio e nell’organizzazione aziendale
Il Consiglio di Amministrazione ha adottato una politica in materia di diversità in relazione alla composizione
degli organi di amministrazione e gestione relativamente ad aspetti quali l’età, il genere ed il percorso formativo
e professionale, consultabile all’indirizzo https://centralelatteitalia.com/investor-relations/.
Tale politica ha come obiettivo quello di individuare l’ottimale composizione quali-quantitativa del Consiglio
di Amministrazione in termini di numero dei componenti, che deve essere adeguato alle dimensioni ed alla
complessità dell’assetto organizzativo della Società, nonché in termini di competenze diversificate e di profili
dotati di professionalità adeguate al ruolo da ricoprire.
Cumulo massimo agli incarichi ricoperti in altre società
Nella medesima Politica sulla Composizione del Consiglio di Amministrazione, di cui al punto che precede,
la Società ha definito, altresì, al fine di garantire un efficace svolgimento della carica di amministratore, che il
numero di incarichi di amministrazione e controllo in altre società non può essere superiore a 5 (cinque) in
società quotate in mercati regolamentati (anche esteri) ovvero in società finanziarie, bancarie, assicurative o
di rilevanti dimensioni.
Ai fini del computo degli incarichi non si dovrà tener conto di quelli eventualmente ricoperti dagli
amministratori di CLI in società del Gruppo Newlat. Gli incarichi ricoperti in più società appartenenti al
medesimo gruppo sono considerati quale unico incarico con prevalenza dell’incarico esecutivo su quello non
esecutivo.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
42
4.4 FUNZIONAMENTO DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE (ex art. 123-bis, comma 2,
lettera d), TUF)
In data 10 settembre 2021, la Società ha approvato il regolamento del Consiglio di Amministrazione, che
definisce le regole di funzionamento dell’organo stesso e dei suoi comitati, incluse le modalità di
verbalizzazione delle riunioni e le procedure per la gestione dell’informativa agli amministratori.
In particolare, quanto alla verbalizzazione, è previsto che i verbali vengano redatti dal Segretario, il quale ha
facoltà di procedere alla registrazione audio delle riunioni al fine di agevolare la verbalizzazione stessa, ovvero
dal Notaio nei casi previsti dalla vigente normativa.
A seguito della riunione, una bozza del verbale viene trasmessa a tutti i consiglieri e sindaci al fine di recepire
eventuali commenti ed osservazioni, che saranno raccolti dalla funzione Corporate & Legal Affairs.
Il testo definitivo del verbale viene trascritto sul libro delle adunanze e delle deliberazioni del Consiglio di
Amministrazione a cura delle competenti strutture aziendali e viene firmato dal Presidente e dal Segretario.
Quanto all’efficace gestione dell’informativa pre-consiliare, il Consiglio di Amministrazione ha previsto che
la documentazione a supporto degli argomenti posti all’ordine del giorno di ciascuna riunione venga trasmessa
ai consiglieri ed ai sindaci con congruo anticipo, di regola entro il secondo giorno anteriore a quello fissato
per la riunione, fatti salvi i casi di urgenza nei quali la documentazione è resa disponibile con la migliore
tempestività. La Società evidenzia che il predetto termine previsto per l’inoltro della documentazione pre-
consiliare è stato sempre rispettato.
Nell’esercizio 2023 il Consiglio di Amministrazione ha tenuto n. 5 riunioni della durata media di 1 ora ciascuna.
Le riunioni hanno registrato un’assidua e regolare partecipazione degli amministratori.
Nell’esercizio in corso sono state programmate n. 4 riunioni del Consiglio di Amministrazione, di cui n. 1 già
tenutasi alla data della presente Relazione e, precisamente, in data 18 marzo 2024, quest’ultima peraltro
chiamata ad approvare la presente Relazione.
Le informazioni sulla composizione del Consiglio di Amministrazione e sulla partecipazione dei consiglieri
alle riunioni del Consiglio sono indicate nella Tabella 2 allegata alla Relazione.
Tenuto anche conto della proposta di adozione del sistema di governance monistico di cui all’art. 2409-
sexiesdecies c.c. che sarà sottoposta alla prossima Assemblea straordinaria dell’Emittente (cfr. sezione 1
“Profilo dell’Emittente”) e del rinnovo del Consiglio di Amministrazione, la Società valuterà nel corso
dell’esercizio 2024 l’adeguamento del citato regolamento.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
43
4.5 RUOLO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Il Presidente del Consiglio di Amministrazione svolge il ruolo di raccordo tra gli amministratori esecutivi e gli
amministratori non esecutivi, curando l’efficace funzionamento dei lavori consiliari.
In particolare, il Presidente del Consiglio di Amministrazione, con l’ausilio del Segretario del medesimo
organo:
- cura e si accerta che l’informativa pre-consiliare e le informazioni complementari siano trasmesse in
modo completo ed esaustivo, tali da consentire agli amministratori di agire in modo informato nello
svolgimento del loro ruolo;
- cura che l’attività dei comitati consiliari con funzioni istruttorie, propositive e consultive sia coordinata
con l’attività del Consiglio di Amministrazione, attraverso la partecipazione alle riunioni dei comitati
stessi;
- cura, d’intesa con il C.E.O., che i dirigenti della Società, responsabili delle funzioni aziendali competenti
secondo la materia, intervengano alle riunioni consiliari, anche su richiesta dei singoli amministratori, per
fornire gli opportuni approfondimenti sugli argomenti posti all’ordine del giorno, accertandosi della loro
presenza e verificando che i medesimi dirigenti forniscano informazioni complete e precise. Sul tema, si
evidenzia la costante partecipazione dei dirigenti, nei casi in cui è richiesta la presenza, in ragione degli
argomenti di volta in volta posti all’ordine del giorno;
- cura e si accerta che tutti i componenti degli organi di amministrazione e controllo possano partecipare,
successivamente alla nomina e durante il mandato, a iniziative finalizzate a fornire loro un’adeguata
conoscenza dei settori di attività in cui opera la Società, delle dinamiche aziendali e della loro evoluzione
anche nell’ottica del successo sostenibile dell’Emittente, nonché dei principi di corretta gestione dei rischi
e del quadro normativo e autoregolamentare di riferimento. Sul punto, si evidenziano le iniziative volte
a fornire ai membri del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale una completa conoscenza
della Società;
- cura l’adeguatezza e la trasparenza del processo di autovalutazione del Consiglio di Amministrazione,
con il supporto del comitato nomine.
Il Segretario del Consiglio
La Società non ha nominato un Segretario del Consiglio di Amministrazione, il quale viene nominato, di volta
in volta, in occasione di ciascuna riunione, anche all’infuori dei suoi membri ed anche esterno alla Società.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
44
4.6 CONSIGLIERI ESECUTIVI
Ai sensi dell’art. 13 dello Statuto, il Consiglio di Amministrazione può delegare parte dei suoi poteri al
Presidente, ai Vice Presidenti, a uno o più Amministratori Delegati e a uno o più componenti fissandone
attribuzioni e retribuzioni.
Il Consiglio può altresì nominare un Comitato Esecutivo fissandone i poteri, il numero dei componenti e le
modalità di funzionamento.
Amministratori Delegati
Il Consiglio di Amministrazione ferme le attribuzioni, i poteri e le facoltà normativamente e statutariamente
riservati al Consiglio di Amministrazione, al Presidente e ad altre funzioni aziendali ha conferito, con
delibera del 2 maggio 2023, le deleghe di poteri a Giuseppe Mastrolia e Stefano Cometto.
Alla data della presente Relazione, le deleghe attribuite al Vice Presidente ed all’Amministratore Delegato
sono le seguenti:
Giuseppe Mastrolia (Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione):
Tutti i poteri di ordinaria e di straordinaria amministrazione:
- senza limiti di importo nell’ambito di tutte le operazioni effettuate infragruppo,
- fino ad euro 300.000,00 (trecentomila/00) nei confronti dei terzi in autonomia e con firma libera,
- senza alcuna limitazione di importo con la firma congiunta con altro componente del consiglio di
amministrazione, fatto salvo per le materie e le attività relative alla sicurezza sul lavoro, ambiente e
salubrità dei prodotti, che sono di esclusiva competenza del/degli amministratori delegati o dei
dirigenti preposti che hanno assunto le specifiche deleghe e responsabilità gestionali, o per quelle
materie che per legge o statuto, sono di esclusiva competenza del consiglio di amministrazione e
dell’assemblea dei soci.
Stefano Cometto (Amministratore Delegato):
Tutti i poteri relativi alla funzione di datore di lavoro, per tutte le divisioni, articolazioni aziendali, stabilimenti
e unità locali/depositi della Società, incluse le attività intese a dare attuazione ed adempimento alle norme
previste in materia di sicurezza e igiene sul lavoro, di tutela della salute dei lavoratori e di protezione
dell’ambiente, con facoltà di delega, nonché tutte le incombenze conseguenti e/o collegate ai poteri ivi
specificati.
In particolare, in qualità di datore di lavoro, a titolo esemplificativo e non esaustivo, sono attribuiti al dott.
Stefano Cometto, oltre alla firma sociale e al potere di rappresentanza della società, deleghe negli ambiti di
seguito indicati:
1) contratti di lavoro
2) organizzazione di produzione
3) igiene, sicurezza e sicurezza degli alimenti
4) tutela dell’ambiente
5) poteri di gestione e controllo
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
45
6) locazioni, diritti reali
7) acquisto e cessione di beni e servizi; con i seguenti limiti di importo:
- beni mobili fino al prezzo di Euro 100.000,00 per ogni operazione a firma singola e a firma congiunta
con qualsiasi altro membro del Consiglio di Amministrazione fino ad Euro 300.000,00;
- autoveicoli di ogni genere, aeromobili e natanti fino al prezzo di Euro 100.000,00 a firma singola e a
firma congiunta con qualsiasi altro membro del Consiglio di Amministrazione fino ad Euro
300.000,00 per ogni operazione;
- forniture e somministrazioni per ogni genere di utenza che dovranno avere durata massima iniziale di
un anno, salvo rinnovo, e fino all’importo annuo di Euro 100.000,00;
- contratti d’opera, appalti, consulenze e assumere rapporti di collaborazione autonoma, anche
continuativa, stipulando i relativi contratti, e fino all’importo annuo di Euro 100.000,00
8) riscossioni, cessioni e ricevute
9) operazioni bancarie e finanziarie, con i seguenti limiti di importo:
- Euro 100.000,00 per: prelievi sui conti bancari della Società e pagamenti verso i creditori della stessa,
trarre o accettare cambiali tratte, richiedere assegni circolari; ritirare libretti di assegni da emettere sui
conti correnti della Società e sottoscrivere la relativa richiesta, rilasciare dichiarazioni di manleva;
- Euro 80.000,00 per: aprire, modificare o estinguere conti correnti postali, compiendo ogni operazione
consentita sui medesimi compresi i prelevamenti e l’emissione di vaglia postali; riscuotere ed incassare,
rilasciandone quietanza e scarico nelle debite forme, somme o quanto altro comunque dovuto alla
Società da privati, ditte, enti, istituti, società di qualsiasi natura, compagnie di assicurazione, banche e
casse
10) Assicurazioni
11) appalti, gare e licenze
12) procedure giudiziarie
13) transazioni ed arbitrati
14) adempimenti ed obblighi fiscali
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
46
Presidente del Consiglio di Amministrazione
Con delibera del 27 aprile 2023, l’Assemblea ha nominato Angelo Mastrolia, quale Presidente del Consiglio di
Amministrazione e, successivamente, il Consiglio di Amministrazione, in data 2 maggio 2023, ha attribuito
allo stesso tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, salvo per le materie e le attività relative
alla sicurezza sul lavoro, ambiente e salubrità dei prodotti, che sono di esclusiva competenza del o degli
Amministratori delegati o dei dirigenti preposti che hanno assunto le specifiche deleghe e responsabilità
gestionali, nonché per tutte le materie che per legge o statuto, sono di esclusiva competenza del Consiglio di
Amministrazione o dell’Assemblea dei soci.
Il Presidente, Angelo Mastrolia, è inoltre il socio unico di Newlat Group S.A., che a sua volta controlla
indirettamente la Società con una partecipazione pari al 67,74% del capitale sociale.
Informativa al Consiglio da parte dei consiglieri/organi delegati
Gli Amministratori Delegati riferiscono al Consiglio di Amministrazione circa l’attività di maggior rilievo
svolta nell’esercizio delle deleghe loro conferite.
Altri consiglieri esecutivi
Nel Consiglio di Amministrazione della Società non ci sono ulteriori consiglieri esecutivi, oltre a quelli indicati
nei precedenti paragrafi.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
47
4.7 AMMINISTRATORI INDIPENDENTI E LEAD INDEPENDENT DIRECTOR
Amministratori indipendenti
Il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente alla chiusura dell’esercizio 2023 includeva 2 (due)
amministratori in possesso dei requisiti di indipendenza previsti dall’art. 147-ter del TUF e del Codice di
Corporate Governance.
Di seguito sono indicati gli amministratori indipendenti dell’Emittente:
a) Valeria Bruni Giordani
b) Anna Claudia Pellicelli
Il numero e le competenze degli Amministratori Indipendenti sono ritenuti adeguati alle esigenze della Società
ed al funzionamento del Consiglio di Amministrazione, nonché alla costituzione dei relativi comitati.
Si precisa che il Presidente del Consiglio di Amministrazione non è qualificato come indipendente.
Il Consiglio di Amministrazione, con il supporto del Comitato Nomine e Remunerazioni, ha redatto una
Politica sulla Composizione del Consiglio di Amministrazione, approvata dal medesimo organo in data 17
marzo 2023, in cui vengono, altresì, individuati i criteri quantitativi e qualitativi per valutare la significatività
delle circostanze rilevanti ai sensi del Codice di Corporate Governance, ai fini della valutazione di indipendenza
degli amministratori.
In linea di principio, nell’ambito di tale valutazione, di norma, si ritiene non indipendente un Amministratore,
nelle seguenti ipotesi, per altro non tassative:
a) se è un azionista significativo della Società;
b) se l’amministratore è o è stato nei precedenti tre esercizi, un amministratore esecutivo o un dipendente
della Società, di una sua controllata avente rilevanza strategica o di una società sottoposta a comune
controllo con la Società, ovvero di un azionista significativo della Società;
c) se, direttamente o indirettamente (ad esempio attraverso società controllate o delle quali sia esponente
di rilievo, ovvero in qualità di partner di uno studio professionale o di una società di consulenza),
l’amministratore ha, o ha avuto nei tre esercizi precedenti, una significativa relazione commerciale,
finanziaria o professionale:
i. con la Società o le società da essa controllate, o con i relativi amministratori esecutivi o il top
management;
ii. con un soggetto che, anche insieme ad altri attraverso un patto parasociale, controlla la Società; o,
se il controllante è una società o ente, con i relativi amministratori esecutivi o il top management;
d) se riceve, o ha ricevuto nei precedenti tre esercizi, da parte della Società, di una sua controllata o della
società controllante, una significativa remunerazione aggiuntiva rispetto al compenso “fisso” percepito
per la carica di amministratore non esecutivo della Società e al compenso previsto per la partecipazione
ai Comitati raccomandati dal Codice o previsti dalla normativa vigente, anche sotto forma di
partecipazione a piani di incentivazione legati alla performance aziendale, anche a base azionaria;
e) se è stato amministratore della Società per più di nove esercizi, anche non consecutivi, negli ultimi
dodici esercizi;
f) se riveste la carica di amministratore esecutivo in un’altra società nella quale un amministratore
esecutivo della Società abbia un incarico di amministratore;
g) se è socio o amministratore di una società, o di un’entità appartenente alla rete della società incaricata
della revisione legale della Società;
h) se è uno stretto familiare (per tale intendendosi il coniuge non separato legalmente, il convivente, i figli,
anche del coniuge, a carico e, se conviventi da almeno un anno, i genitori, i parenti fino al 4° grado) di
una persona che si trovi in una delle situazioni di cui ai precedenti punti.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
48
Il Consiglio di Amministrazione ha stabilito, quale soglia di valutazione delle ipotesi di cui alle precedenti
lettere c) e d), che il valore complessivo delle relazioni e della remunerazione aggiuntiva non devono essere
superiori al 5% del fatturato dell’amministratore in questione.
In ogni caso, il Consiglio di Amministrazione, immediatamente dopo la nomina, durante il corso del mandato,
con cadenza annuale, nonché al ricorrere di circostanze rilevanti, provvede a verificare il possesso dei requisiti
di indipendenza in capo a ciascuno dei consiglieri non esecutivi.
La verifica è stata effettuata adottando i criteri sopra evidenziati conformemente a quanto disposto dal
Codice di Corporate Governance e, in particolare, a quanto stabilito nella Raccomandazione 7 in forza dei quali
il Consiglio di Amministrazione ha potuto confermare l’indipendenza di Valeria Bruni Giordani e Anna
Claudia Pellicelli.
Nell’effettuare la suddetta valutazione, il Consiglio di Amministrazione ha preso in considerazione tutte le
informazioni a disposizione, in particolare quelle fornite dagli amministratori oggetto di valutazione, che sono
state ritenute sufficienti e complete per un puntuale esame di quelle circostanze che potrebbero
compromettere l’indipendenza, così come sottolineato dalla Raccomandazione 6.
Il Collegio sindacale ha preso atto della correttezza dell’applicazione dei criteri e delle procedure di
accertamento adottati dal Consiglio di Amminsitrazione per valutare l’indipendenza dei propri componenti,
nonché della Politica sulla Composizione del Consiglio di Amministrazione.
Gli Amministratori Indipendenti in carica alla data della presente Relazione non si sono riuniti in assenza degli
altri amministratori ritenendo adeguate le occasioni d’incontro nell’ambito delle riunioni dei comitati
endoconsiliari ai quali partecipano tutti gli amministratori indipendenti.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
49
Lead Independent Director
La Società ha nominato, con delibera del Consiglio di Amministrazione in data 2 maggio 2023,
l’amministratore non esecutivo e indipendente Anna Claudia Pellicelli, quale lead independent director.
Al Lead Independent Director è attribuito il compito di coordinare le istanze ed i contributi degli amministratori
non esecutivi ed in particolare di quelli indipendenti.
In particolare lo stesso:
collabora con il Presidente del Consiglio di Amministrazione al fine di garantire che gli amministratori
siano destinatari di flussi informativi completi e tempestivi e di definire le iniziative atte a consentire ad
amministratori e sindaci la migliore conoscenza della Società e del Gruppo e delle dinamiche aziendali;
contribuisce al processo di valutazione del Consiglio di Amministrazione;
segnala al Presidente del Consiglio di Amministrazione eventuali argomenti da sottoporre all’esame ed alla
valutazione dell’organo amministrativo;
coordina le riunioni dei soli Amministratori Indipendenti.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
50
5. GESTIONE DELLE INFORMAZIONI SOCIETARIE
Nella presente sezione 5 si farà riferimento alle disposizioni delle procedure vigenti alla data della Relazione e
alla situazione esistente fino alla chiusura dell’Esercizio 2023, salvo ove diversamente indicato. Si rinvia alla
sezione 1 “Profilo dell’Emittente” in relazione alla proposta di adozione del sistema di governance monistico
di cui all’art. 2409-sexiesdecies c.c., che sarà sottoposta alla prossima Assemblea straordinaria dell’Emittente.
Tutti gli Amministratori e i Sindaci sono tenuti a mantenere riservati i documenti e le informazioni acquisiti
nello svolgimento del loro compito ed a rispettare le procedure per la comunicazione all'esterno di tali
documenti ed informazioni price sensitive.
Su proposta degli Amministratori Delegati, il Consiglio nella riunione del 18 dicembre 2000 ha deliberato di
riservare al Presidente ed agli Amministratori Delegati la facoltà di comunicare all'esterno documenti ed
informazioni riguardanti la società, con particolare riferimento alle informazioni price sensitive. Essi possono
avvalersi della società di consulenza cui è demandata l'informazione finanziaria.
La Società ha inoltre approvato il Codice di comportamento Internal Dealing, diretto a disciplinare gli obblighi
informativi, in ottemperanza a quanto previsto dagli articoli 2.6.3, 2.6.4 e 2.6.4 bis del “Regolamento dei
mercati organizzati e gestiti da Borsa Italiana S.p.A.” approvato con delibera Consob n. 13655 del 9 luglio
2002, e dagli articoli 152-bis-ter-quater-quinquies-sexies-septies-octies del Regolamento Consob per gli
emittenti, inerenti le operazioni di cui all’articolo 2.6.4. del Regolamento di Borsa effettuate per proprio conto
da amministratori, sindaci direttori generali della società, nonché ogni altra persona che abbia accesso, in virtù
dell’incarico ricoperto nella Società, ad informazioni su fatti tali da determinare variazioni significative nelle
prospettive economiche, finanziarie e patrimoniali della Società ed idonee, se rese pubbliche, a influenzare
sensibilmente il prezzo degli strumenti finanziari quotati.
Tale Regolamento è pubblicato sul sito dell’Emittente all’indirizzo https://centralelatteitalia.com/wp-
content/uploads/2016/06/Codice-internal-dealing-2016_CLI.pdf.
Tenuto anche conto della proposta di adozione del sistema di governance monistico di cui all’art. 2409-
sexiesdecies c.c. che sarà sottoposta alla prossima Assemblea straordinaria dell’Emittente (cfr. sezione 1
“Profilo dell’Emittente”) e del rinnovo del Consiglio di Amministrazione, la Società valuterà nel corso
dell’esercizio 2024 l’adeguamento dei citati regolamenti e procedure.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
51
6. COMITATI INTERNI AL CONSIGLIO (ex art. 123-bis, comma 2, lettera d), TUF)
Nella presente sezione 6 si farà riferimento alle disposizioni statutarie vigenti alla data della Relazione e alla
situazione esistente fino alla chiusura dell’Esercizio 2023, salvo ove diversamente indicato. Si rinvia alla
sezione 1 “Profilo dell’Emittente” in relazione alla proposta di adozione del sistema di governance monistico
di cui all’art. 2409-sexiesdecies c.c., che sarà sottoposta alla prossima Assemblea straordinaria dell’Emittente.
Il Consiglio di Amministrazione ha costituito al proprio interno comitati con funzioni istruttorie, propositive
e consultive, quali:
- il comitato per le nomine e la remunerazione, meglio illustrato alle successive Sez. 7.2 e 8.2 (il “Comitato
Nomine e Remunerazione”);
- il comitato controllo e rischi, meglio illustrato alla successiva Sez. 9.2 (il “Comitato Controllo e Rischi”);
- il comitato per le operazioni con parti correlate, meglio illustrato alla successiva Sez. 10 (il “Comitato OPC”).
Il Consiglio di Amministrazione ha determinato la composizione dei singoli comitati endoconsiliari
privilegiando la competenza e l’esperienza dei relativi componenti.
Alla data della Relazione i Comitati risultano così composti:
Ruolo
Comitato Controllo e
Rischi
Comitato Nomine e
Remunerazione
Comitato OPC
Presidente
Anna Claudia Pellicelli
Anna Claudia Pellicelli
Valeria Bruni Giordani
Componente
Valeria Bruni Giordani
Valeria Bruni Giordani
Anna Claudia Pellicelli
Componente
-
Benedetta Mastrolia
-
Il Consiglio di Amministrazione, in occasione della costituzione dei predetti comitati endoconsiliari, ha altresì
adottato i relativi regolamenti che definiscono le regole di funzionamento degli stessi, incluse le modalità di
verbalizzazione delle riunioni e le procedure per la gestione dell’informativa agli amministratori che li
compongono.
In particolare, ciascun regolamento specifica la composizione del relativo comitato, precisando le competenze
richieste a ciascun componente, noncla modalità con cui deve essere nominato il presidente e la procedura
di sostituzione dei membri.
Il regolamento stabilisce, altresì, la modalità di convocazione delle riunioni del comitato, le relative
tempistiche, precisando i luoghi dove possono essere tenute le riunioni ed i soggetti a cui deve essere inoltrato
l’avviso, nonché determinando la validità di costituzione di ciascuna adunanza e di deliberazione sulle materie.
Inoltre, al fine di assicurare la completezza dei flussi informativi, tutelando allo stesso modo la riservatezza
dei dati e delle informazioni fornite, i regolamenti prevedono che l’eventuale documentazione relativa alle
materie all’ordine del giorno è messa a disposizione di norma entro il secondo giorno anteriore a quello fissato
per la riunione, fatti salvi i casi di urgenza nei quali la documentazione è resa disponibile con la migliore
tempestività.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
52
Infine, specificano i compiti attribuiti a ciascun comitato, indicando i mezzi di cui i componenti si possono
avvalere al fine dello svolgimento delle proprie attività. Il tutto nel rispetto del dovere della riservatezza in
merito alle notizie ed alle informazioni acquisite nell’esercizio delle loro funzioni, anche dopo la scadenza del
mandato dei singoli componenti.
Tenuto anche conto della proposta di adozione del sistema di governance monistico di cui all’art. 2409-
sexiesdecies c.c., che sarà sottoposta alla prossima Assemblea straordinaria dell’Emittente (cfr. sezione 1
“Profilo dell’Emittente”) e del rinnovo del Consiglio di Amministrazione, la Socie valuterà nel corso
dell’esercizio 2024 l’aggiornamento dei regolamenti interni disciplinanti il funzionamento dei singoli comitati,
nonché la composizione dei comitati stessi.
Comitati ulteriori (diversi da quelli previsti dalla normativa o raccomandati dal Codice)
Il Consiglio di Amministrazione non ha costituito comitati ulteriori diversi rispetto a quelli previsti dalla
normativa o raccomandati dal Codice di Corporate Governance.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
53
7. AUTOVALUTAZIONE E SUCCESSIONE DEGLI AMMINISTRATORI COMITATO
NOMINE
Nella presente sezione 7 si farà riferimento alle disposizioni statutarie vigenti alla data della Relazione e alla
situazione esistente fino alla chiusura dell’Esercizio 2023, salvo ove diversamente indicato. Si rinvia alla
sezione 1 “Profilo dell’Emittente” in relazione alla proposta di adozione del sistema di governance monistico
di cui all’art. 2409-sexiesdecies c.c., che sarà sottoposta alla prossima Assemblea straordinaria dell’Emittente.
7.1 AUTOVALUTAZIONE E SUCCESSIONE DEGLI AMMINISTRATORI
Il Consiglio di Amministrazione valuta l’efficacia della propria attività ed il contributo portato dalle sue singole
componenti, attraverso dei questionari predisposti ad hoc da consulenti esterni della Società.
L’Emittente conduce l’autovalutazione ogni anno ed ha ad oggetto dimensione, composizione e concreto
funzionamento, considerando anche il ruolo svolto dal Consiglio di Amministrazione nella definizione delle
strategie e nel monitoraggio dell’andamento della gestione e dell’adeguatezza del sistema di controllo interno
e di gestione dei rischi.
In particolare, il Consiglio di Amministrazione in carica ha svolto una propria autovalutazione e ha espresso
un orientamento sulla sua composizione quantitativa e qualitativa ritenuta ottimale, i cui esiti sono stati
pubblicati sul sito internet della Società https://centralelatteitalia.com/investor-relations/, tenuto anche
conto della proposta di adozione del sistema di governance monistico di cui all’art. 2409-sexiesdecies c.c., che
sarà sottoposta alla prossima Assemblea straordinaria dell’Emittente (cfr. sezione 1 “Profilo dell’Emittente”)
e del rinnovo del Consiglio di Amministrazione, da cui è emerso quanto segue:
- appropriatezza di un numero di amministratori pari a 7 (sette) e 9 (nove) Amministratori per assicurare
un adeguato bilanciamento delle competenze e delle esperienze richieste dal business della Società,
- adeguatezza del rapporto attualmente in essere tra Amministratori Esecutivi (3), non-Esecutivi (4) ed
Indipendenti ai sensi del Codice di Corporate Governance (2), in quanto idoneo ad assicurare un efficace
funzionamento del Consiglio di Amministrazione stesso. Resta però inteso che in caso di approvazione
del sistema monistico nel corso della suddetta assemblea, occorrerà (i) almeno un terzo degli
amministratori (fermo restando l’eventuale maggior numero previsto dalla normativa tempo per tempo
applicabile) deve possedere i requisiti di indipendenza previsti dall’articolo 2399 c.c., comma 1, (o, in
alternativa, i più stringenti requisiti di indipendenza di cui all’articolo 148, comma 3, TUF); e (ii) almeno
3 (tre) Amministratori - tra cui tutti i componenti del Comitato per il Controllo sulla Gestione - devono
essere in possesso dei requisiti stabiliti dall’articolo 148, commi 3 e 4, TUF; in aggiunta, di questi ultimi
almeno 1 (uno) amministratore - che sia componente del Comitato per il Controllo sulla Gestione - deve
essere iscritto nel registro dei revisori legali. Al riguardo, si ritiene adeguato il possesso dei requisiti ivi
citati da parte del numero minimo previsto ai sensi della normativa citata.
In generale, il Consiglio di Amministrazione ritiene adeguata la propria composizione sia in termini di
competenze ed esperienze, che di diversità, vista la presenza di figure manageriali di taglio internazionale con
forti competenze in materia contabile, finanziaria, nonché di gestione dei rischi, in grado di apportare un
concreto supporto al perseguimento degli obiettivi strategici della Società e dei compiti del Consiglio
medesimo.
Per quanto attiene al funzionamento dell’organo di amministrazione, i Consiglieri ritengono che
l’organizzazione delle riunioni sia idonea alla struttura della Società, sia in termini di numero di incontri che
di durata delle riunioni stesse, a cui vi è una costante partecipazione, da parte di tutti i membri, nonché dei
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
54
soggetti esterni di volta in volta coinvolti in ragione degli argomenti posti all’ordine del giorno di ciascuna
adunanza.
Anche le condizioni in cui si svolgono le riunioni sono state ritenute idonee e soddisfacenti, in termini di
intervento, di approfondimento sui singoli temi, nonché di deliberazioni con cognizione di causa ed in piena
autonomia.
Sono inoltre stati ritenuti adeguati i documenti informativi sugli argomenti posti all’ordine del giorno e la
verbalizzazione delle riunioni.
Per quanto attiene la dimensione, la composizione e il funzionamento dei comitati interni (Comitato Controllo
e Rischi, Comitato Nomine e Remunerazione e Comitato per le Operazioni con le Parti Correlate), gli stessi
sono stati ritenuti adeguati e idonei alla struttura societaria. Detti comitati endoconsiliari sono infatti tutti
composti da figure dotate di elevata esperienza professionale che consentono uno svolgimento efficace dei
compiti che ciascun Comitato è chiamato a svolgere. Le attività a ciascuno affidate, di tipo istruttorie,
consultive e propositive, in favore del Consiglio di Amministrazione, sono state ritenute conformi ed in linea
con i principi e le raccomandazioni fornite dal Codice di Corporate Governance.
In conclusione, fermo restando quanto sopra indicato con riferimento all’introduzione del sistema monistico,
il Consiglio di Amministrazione ritiene adeguata la propria composizione, sia in termini qualitativi che in
termini quantitativi, in ragione (i) della presenza di un elevato grado di diversificazione di profili, nonché di
esperienze professionali maturate; (ii) dell’adeguata modalità di funzionamento dell’organo stesso, le cui
attività vengono svolte in un clima di fiducia, collaborazione e interazione tra i componenti del Consiglio.
Piani di successione
Alla data della presente Relazione, in ragione del fatto che CLI è inquadrabile come società non grande ed a
proprietà concentrata, così come definite dal Codice di Corporate Governance, non è stato adottato un piano per
la successione degli amministratori esecutivi.
Il Consiglio di Amministrazione si riserva di poter effettuare, in futuro, un’attività di analisi per valutare
l’opportunità di definire misure che consentano di garantire la continuità della gestione, anche attraverso
l’adozione di un piano di successione, fermo restando quanto previsto dal Codice di Corporate Governance.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
55
7.2 COMITATO NOMINE
Composizione e funzionamento del comitato nomine (ex art. 123-bis, comma 2, lettera d) TUF)
La Società ha istituito un unico Comitato Nomine e Remunerazione, composto esclusivamente da
Amministratori non esecutivi, nominando quali componenti i consiglieri Benedetta Mastrolia e Valeria Bruni
Giordani, nonché quale suo presidente Anna Claudia Pellicelli.
Le riunioni del comitato sono regolarmente verbalizzate e il presidente del comitato ne informazione al
primo Consiglio di Amministrazione utile.
Alle riunioni possono, inoltre, partecipare i componenti del Collegio Sindacale, quali invitati permanenti.
Nell’esercizio 2023 il Comitato Nomine e Remunerazione ha tenuto n. 1 riunione della durata di 1 ora, a cui
hanno partecipato tutti i componenti.
Alla data della presente Relazione, si è già tenuta n. 1 riunione del Comitato Nomine e Remunerazione.
Funzioni del comitato nomine
Il Comitato Nomine:
- ha coadiuvato il Consiglio di Amministrazione nell’attività di autovalutazione dell’organo di
amministrazione stesso e dei suoi comitati, supportando il Presidente del Consiglio di Amministrazione
nel curare l’adeguatezza e la trasparenza del processo di autovalutazione svolto nel mese di febbraio 2024;
- coadiuva il Consiglio di Amministrazione nell’attività di definizione della composizione ottimale
dell’organo di amministrazione e dei suoi comitati;
- coadiuva il Consiglio di Amministrazione nell’attività di individuazione dei candidati alla carica di
amministratore in caso di cooptazione.
Qualora la Società si dovesse dotare di un piano di successione degli amministratori esecutivi, al Comitato
Nomine verrà richiesto un supporto nell’attività di predisposizione, aggiornamento ed attuazione di detto
piano.
Il Comitato Nomine svolge un ruolo consultivo e propositivo, ha il compito di assistere il Consiglio di
Amministrazione, con funzioni istruttorie, di natura propositiva e consultiva, nelle valutazioni e nelle decisioni
relative alla composizione del Consiglio di Amministrazione.
Nel corso dell’Esercizio, il Comitato Nomine ha svolto le seguenti attività principali:
- discussione in merito alle risultanze del questionario di autovalutazione;
- analisi della Politica sulla Composizione del Consiglio di Amministrazione.
Il Comitato Nomine ha facoltà di accesso alle informazioni e alle funzioni e strutture aziendali necessarie per
lo svolgimento dei suoi compiti, disponendo di risorse finanziarie ed avvalendosi di consulenti esterni, nei
termini stabiliti dal Consiglio di Amministrazione.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
56
8. REMUNERAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI COMITATO REMUNERAZIONI
Nella presente sezione 8 si farà riferimento alla situazione esistente alla data della Relazione, salvo ove
diversamente indicato. Si rinvia alla sezione 1 “Profilo dell’Emittente” in relazione alla proposta di adozione
del sistema di governance monistico di cui all’art. 2409-sexiesdecies c.c., che sarà sottoposta alla prossima
Assemblea straordinaria dell’Emittente.
8.1 REMUNERAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI
Per le informazioni della presente Sezione si rinvia alla Relazione sulla Remunerazione, redatta dalla Società,
e disponibile all’indirizzo https://centralelatteitalia.com/investor-relations/bilanci-e-relazioni/.
8.2 COMITATO REMUNERAZIONI
Composizione e funzionamento del comitato remunerazioni (ex art. 123-bis, comma 2, lett. d), TUF)
Come precisato alla precedente Sez. 7.2, la Società ha istituito un unico Comitato Nomine e Remunerazione,
composto esclusivamente da Amministratori non esecutivi, attualmente composto dai consiglieri Benedetta
Mastrolia e Valeria Bruni Giordani quali componenti, nonché da Anna Claudia Pellicelli quale suo
presidente.
Tutti i componenti del Comitato Remunerazione possiedono conoscenze ed esperienza in materia finanziaria
o di politiche retributive, che sono state ritenute adeguate dal Consiglio di Amministrazione al momento della
nomina.
Conformemente a quanto previsto dal Codice di Corporate Governance, nessun amminitratore prende parte alle
riunioni del Comitato Remunerazioni in cui vengono formulate le proposte relative alla propria
remunerazione.
Le riunioni del comitato sono regolarmente verbalizzate e il presidente del comitato ne informazione al
primo Consiglio di Amministrazione utile.
Alle riunioni possono, inoltre, partecipare i componenti del Collegio Sindacale, quali invitati permanenti.
Come già indicato nella precedente Sez. 7.2, nell’esercizio 2023 il Comitato Nomine e Remunerazione ha
tenuto n. 1 riunione della durata di 1 ora, a cui hanno partecipato tutti i componenti.
Alla data della presente Relazione, si è già tenuta n. 1 riunione del Comitato Nomine e Remunerazione.
Funzioni del comitato remunerazioni
Il Comitato Remunerazioni:
- ha coadiuvato il Consiglio di Amministrazione nell’elaborazone della politica per la remunerazione;
- presenta proposte ed esprime pareri sulla remunerazione degli amministratori esecutivi e degli altri
amministratori che ricoprono particolari cariche, nonché sulla fissazione degli obiettivi di performance
correlati alla componente variabile di tale remunerazione;
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
57
- monitora la concreta applicazione della politica di remunerazione e verifica, in particolare, l’effettivo
raggiungimento degli obiettivi di performance;
- valuta periodicamente l’adeguatezza e la coerenza complessiva della politica per la remunerazione degli
amministratori e del top management.
Nel corso dell’Esercizio, il Comitato Remunerazioni ha svolto le seguenti attività principali:
- discussione in tema di Politica di Remunerazione ed analisi degli obiettivi di performance, sia qualitativi che
quantitativi;
- discussione in tema di Relazione sulla Remunerazione riferita all’esercizio 2023.
Il Comitato Remunerazioni ha facoltà di accesso alle informazioni e alle funzioni e strutture aziendali
necessarie per lo svolgimento dei suoi compiti, disponendo di risorse finanziarie ed avvalendosi di consulenti
esterni, nei termini stabiliti dal Consiglio di Amministrazione.
Il Comitato Remunerazioni non si è avvalso dei servizi di un consulente al fine di ottenere informazioni sulle
pratiche di mercato in materia di politiche retributive.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
58
9. SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO E DI GESTIONE DEI RISCHI COMITATO
CONTROLLO E RISCHI
Nella presente sezione 9 si farà riferimento alla situazione esistente fino alla data della Relazione, salvo ove
diversamente indicato. Si rinvia alla sezione 1 “Profilo dell’Emittente” in relazione alla proposta di adozione
del sistema di governance monistico di cui all’art. 2409-sexiesdecies c.c., che sarà sottoposta alla prossima
Assemblea straordinaria dell’Emittente.
In ottemperanza al Principio XVIII del Codice di Corporate Governance, l’Emittente ha definito le linee di
indirizzo del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi (di seguito anche SCIGR”) costituito
dall’insieme delle regole, procedure e strutture organizzative finalizzate ad una effettiva ed efficace
identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio dei principali rischi, al fine di contribuire al successo
sostenibile della Società, in coerenza con la strategia della stessa.
Valutazione di adeguatezza del Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi
Per l’esercizio 2023, la valutazione di adeguatezza complessiva del Sistema di Controllo Interno e di Gestione
dei Rischi è stata espressa sulla base dell’analisi dei seguenti aspetti:
Fatti di rilievo con impatto sul modello di governo e controllo aziendale:
Risk Assessment ERM di Gruppo,
Piano di Audit di Gruppo,
Variazioni nella composizione degli organi di amministrazione e controllo e nella struttura
organizzativa,
Variazioni nelle deleghe e nelle procure,
Compliance alla Legge n. 262/05 in materia di documentazione contabile e societaria,
Sostenibilità di Gruppo,
Sistemi informativi,
Export Compliance,
Operazioni con parti correlate,
Operazioni infragruppo e operazioni in potenziale conflitto,
Operazioni di internal dealing,
Principali contenziosi in essere,
Situazione dei crediti in sofferenza.
Risultati delle attività di verifica svolte dagli organi di controllo interni ed esterni:
Risultati delle attività di monitoraggio svolte dall’Internal Audit,
Incontro tra gli Organi di Controllo,
Informazioni dal Dirigente Preposto,
Risultati delle attività di monitoraggio svolte dall’Organismo di Vigilanza,
Risultati degli audit di terza parte sui sistemi di gestione della qualità, della salute e sicurezza sul lavoro,
e dell’ambiente,
Informazioni dal Servizio di Prevenzione e Protezione e dal presidio ambientale.
Sulla base delle informazioni ed evidenze raccolte, il Consiglio di Amministrazione, sentito il parere del
Comitato Controllo e Rischi, ritiene che il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi in essere nel
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
59
corso del 2023 sia adeguato ed efficace rispetto alle dimensioni e caratteristiche del Gruppo a cui appartiene
la Società, e complessivamente idoneo al raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi sull’informativa finanziaria
La Società considera il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi sull’informativa finanziaria come
parte integrante del proprio sistema di gestione dei rischi.
Con specifico riferimento al Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi sul financial reporting, la
Società ha definito un proprio sistema di regole di Controllo Contabile da seguire.
A tale sistema si aggiungono le istruzioni e le norme interne (tra cui, a titolo esemplificativo, il sistema di
deleghe e procure, le istruzioni di reporting, i sistemi informativi a supporto, le visite presso gli stabilimenti della
Società), attraverso cui la Società assicura un efficiente sistema di scambio di dati tra tutti gli stabilimenti.
La valutazione del 2023 ha evidenziato i processi rilevanti che sono stati sottoposti nel corso dell’esercizio a
interventi di verifica puntuali, in relazione a specifici obiettivi di controllo (esistenza, completezza e
accuratezza, valutazione, diritti e obblighi, presentazione e informativa).
Eventuali carenze/azioni di miglioramento identificate in occasione degli interventi di verifica e relazione
come sopra descritto, prevedono una immediata identificazione delle azioni da intraprendere, oltre che un
monitoraggio periodico della loro soluzione.
Di seguito vengono riportate le principali caratteristiche del SCIGR e le modalità di coordinamento tra i
soggetti in esso coinvolti, ispirate ai modelli ed alla best practice nazionale ed internazionale di riferimento.
Gli organi societari e di controllo, facenti parte del SCIGR sono:
- il Consiglio di Amministrazione;
- il Comitato per il Controllo Interno e Rischi;
- l’amministratore esecutivo responsabile dell’internal audit;
- il preposto alla funzione di internal audit;
- l’Organismo di Vigilanza ex D.lgs 231/01;
- il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari;
- il Collegio Sindacale;
- la Società di Revisione.
Il SCIGR della Società si articola su tre livelli di controllo:
Livello di Controllo le strutture operative sono le prime responsabili del processo di SCIGR. Invero,
queste ultime nello svolgimento delle attività giornaliere sono chiamate a identificare, misurare, valutare e
monitorare, nonché attenuare e riportare i rischi derivanti dall’ordinaria attività aziendale in conformità del
SCIGR e delle procedure interne applicabili.
II° Livello di Controllo vengono monitorati i rischi aziendali, vengono proposte le linee guida sui relativi
sistemi di controllo e viene verificata l’adeguatezza degli stessi affinché sia assicurata l’efficienza e l’efficacia
delle operazioni, nonché un adeguato controllo dei rischi, una prudente conduzione del business, un’affidabilità
delle informazioni, oltre che la conformità alle leggi, ai regolamenti ed alle procedure interne.
III° Livello di Controllo il preposto all’internal audit verifica ed assicura l’adeguatezza e l’effettiva operatività
del I° e del II° Livello di Controllo e in generale del SCIGR, valutandone la completezza, la funzionalità
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
60
e l’affidabilità in termini di efficienza ed efficacia, nonché individuando le eventuali violazioni delle procedure
e delle norme applicabili.
Il ruolo centrale nel Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi viene svolto dal Consiglio di
Amministrazione che procede a definire la natura ed il livello di rischio compatibile con gli obiettivi della
Società.
L'effettivo SCIGR della Società garantisce, con ragionevole certezza, il raggiungimento di obiettivi operativi,
di informazione e di conformità. Precisamente:
l'obiettivo operativo del sistema di controllo interno riguarda l'efficacia e l'efficienza della Società
nell'impiegare le risorse, nel proteggersi dalle perdite, nel salvaguardare il patrimonio aziendale. Tale
sistema è volto, inoltre, ad assicurare che il personale operi per il perseguimento degli obiettivi aziendali,
senza anteporre altri interessi a quelli di Centrale del Latte d’Italia S.p.A.;
l'obiettivo di informazione si traduce nella predisposizione di rapporti tempestivi ed affidabili per il
processo decisionale all'interno e all'esterno dell'organizzazione aziendale;
l'obiettivo di conformità garantisce, invece, che tutte le operazioni ed azioni siano condotte nel rispetto
delle leggi e dei regolamenti, dei requisiti prudenziali e delle procedure aziendali interne.
Il SCIGR coinvolge ogni settore dell'attività svolta dalla Società, attraverso la distinzione dei compiti operativi
da quelli di controllo, riducendo ragionevolmente ogni possibile conflitto di interesse.
In particolare, il sistema di controllo interno si basa sui seguenti elementi:
- sistema organizzativo formalizzato e chiaro nell'attribuzione delle responsabilità;
- poteri autorizzativi e di firma assegnati in coerenza con le responsabilità;
- sistemi informatici orientati alla segregazione delle funzioni;
- sistema di controllo di gestione e reporting;
- funzioni preposte in maniera strutturata alla comunicazione esterna;
- attività periodica di audit sui principali processi aziendali.
Alla base del SCIGR della Società vi sono i seguenti principi:
ogni operazione, transazione ed azione deve essere veritiera, verificabile, coerente e documentata;
nessuno può gestire un intero processo in autonomia (c.d. segregazione dei compiti);
il sistema di controllo interno documenta l'effettuazione dei controlli, anche di supervisione.
La responsabilità, in ordine al corretto funzionamento del sistema di controllo interno, è rimessa a ciascuna
funzione aziendale per tutti i processi di cui essa sia responsabile.
La tipologia di struttura dei controlli aziendali esistente nella Società prevede:
controlli di linea, svolti dalle singole unità operative sui processi di cui hanno la responsabilità gestionale,
finalizzati ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni;
attività di monitoraggio, svolte dai responsabili di ciascun processo e volte a verificare il corretto
svolgimento delle attività sottostanti, sulla base dei controlli di natura gerarchica;
attività di rilevazione, valutazione e monitoraggio del sistema di controllo interno sui processi e sui sistemi
amministrativo-contabili che hanno rilevanza ai fini del bilancio.
In merito al SCIGR si precisa, infine, che nell’esercizio delle sue funzioni il Consiglio di Amministrazione, nel
corso della seduta consiliare del 18 marzo 2024:
- ha approvato il piano di internal audit, sentiti il Collegio Sindacale e l’amministratore esecutivo responsabile
dell’internal audit, previo parere del Comitato Controllo e Rischi;
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
61
- ha valutato, previo parere del Comitato Controllo e Rischi, l’adeguatezza del sistema stesso, rispetto alle
caratteristiche dell’impresa ed al profilo di rischio assunto, nonché la sua efficacia.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
62
9.1 CHIEF EXECUTIVE OFFICER
Il Consiglio di Amministrazione ha individuato nel Presidente esecutivo del C.d.A., Angelo Mastrolia,
l’amministratore incaricato di istituire, mantenere e sovrintendere alla funzionalità del Sistema di Controllo
Interno e di Gestione dei Rischi.
Nell’ambito delle responsabilità affidategli dal Consiglio di Amministrazione, il Presidente ha dato esecuzione
alle linee di indirizzo e attuazione del Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi, definite dal
Consiglio di Amministrazione, provvedendo a:
curare l’identificazione dei principali rischi aziendali, da sottoporre periodicamente all’esame del
Consiglio di Amministrazione, tenendo conto delle caratteristiche delle attività svolte;
dare esecuzione alle linee di indirizzo definite dal Consiglio, curando la progettazione, la realizzazione
e la gestione del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, verificandone costantemente
l’adeguatezza e l’efficacia;
aggiornare il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi rispetto alle dinamiche delle
condizioni operative e del panorama legislativo e regolamentare;
affidare alla funzione di internal audit lo svolgimento di verifiche su specifiche aree operative e sul
rispetto delle regole e procedure interne nell’esecuzione di operazioni aziendali, dandone contestuale
comunicazione al presidente del Consiglio, al presidente del comitato controllo e rischi e al presidente
del collegio sindacale;
riferire tempestivamente al Comitato Controllo e Rischi in merito a problematiche e criticità emerse
nello svolgimento della propria attività o di cui abbia avuto comunque notizia, affinché il Comitato
possa prendere le opportune iniziative.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
63
9.2 COMITATO CONTROLLO E RISCHI
Composizione e funzionamento del Comitato Controllo e Rischi (ex art. 123-bis, comma 2, lett. d),
TUF)
La Società ha istituito il Comitato Controllo e Rischi, composto unicamente da Amministratori indipendenti,
e precisamente dai consiglieri Valeria Bruni Giordani quale componente, e da Anna Claudia Pellicelli quale
suo presidente.
Tutti i componenti del Comitato Controllo e Rischi possiedono un’adeguata competenza nel settore di attività
in cui opera la Società, funzionale a valutare i relativi rischi, e un’adeguata conoscenza ed esperienza in materia
contabile e finanziaria o di gestione dei rischi.
Le riunioni del comitato sono regolarmente verbalizzate e il presidente del comitato ne informazione al
primo Consiglio di Amministrazione utile.
Alle riunioni del Comitato Controllo e Rischi ha sempre partecipato il Dirigente Preposto alla redazione dei
documenti contabili societari di CLI, nonché su invito del presidente del comitato stesso il preposto alla
funzione di internal audit e gli esponenti della società di revisione, in ragione degli argomenti posti all’ordine
del giorno.
Alle riunioni possono, inoltre, partecipare i componenti del Collegio Sindacale, quali invitati permanenti.
Nell’esercizio 2023 il Comitato Controllo e Rischi ha tenuto n. 2 riunioni della durata media di 1 ora ciascuna.
Tali riunioni hanno registrato un’assidua e regolare partecipazione.
Alla data della presente Relazione, si è già tenuta n. 1 riunione del Comitato Controllo e Rischi.
Funzioni attribuite al Comitato Controllo e Rischi
Il Comitato Controllo e Rischi:
- supporta il Consiglio di Amministrazione nell’espletamento dei compiti in materia di controllo interno
e di gestione dei rischi;
- valuta, sentito il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari, la società di revisione
e il collegio sindacale, il corretto utilizzo dei principi contabili, nonché la loro omogeneità ai fini della
redazione del bilancio consolidato;
- valuta l’idoneità dell’informazione periodica, finanziaria e non finanziaria, a rappresentare correttamente
il modello di business, le strategie della Società, l’impatto della sua attività e le performance conseguite;
- esamina il contenuto dell’informazione periodica a carattere non finanziario rilevante ai fini del sistema
di controllo interno e di gestione dei rischi;
- esprime pareri su specifici aspetti inerenti l’identificazione dei principali rischi aziendali e supporta le
valutazioni e le decisioni del Consiglio di Amministrazione relative alla gestione di rischi derivanti da fatti
pregiudizievoli di cui quest’ultimo sia venuto a conoscenza;
- esamina le relazioni periodiche e quelle di particolare rilevanza predisposte dalla funzione di internal
audit;
- ove ne ravvisi la necessità, affida alla funzione di internal audit lo svolgimento di verifiche su specifiche
aree operative, dandone contestuale comunicazione al Presidente del Collegio Sindacale;
- in occasione dell’approvazione della relazione finanziaria annuale e semestrale, riferisce al Consiglio di
Amministrazione sull’attività svolta, nonché sull’adeguatezza del sistema di controllo interno e di gestione
dei rischi.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
64
Nel corso dell’Esercizio 2023, il Comitato Controllo e Rischi ha svolto le seguenti attività principali:
- analisi dell’attività dell’internal audit nel 2023;
- analisi dei rischi e piano di audit di Gruppo 2024;
- attività istruttorie per la formazione del bilancio 2023;
- confronto con Comitato Controllo e Rischi della controllante Newlat Food S.p.A.;
- impatti degli scenari macroeconomici: guerra ed inflazione;
- aggiornamento con la società di revisione sull’attività di bilancio;
- avanzamento testing 262 e relativi risultati;
- incontro con l’Organismo di Vigilanza;
- approccio ESG di Gruppo;
- analisi della bozza di Relazione sulla Corporate Governance.
Il Comitato Controllo e Rischi ha facoltà di accesso alle informazioni e alle funzioni e strutture aziendali
necessarie per lo svolgimento dei suoi compiti, disponendo di risorse finanziarie ed avvalendosi di consulenti
esterni, nei termini stabiliti dal Consiglio di Amministrazione.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
65
9.3 RESPONSABILE DELLA FUNZIONE DI INTERNAL AUDIT
Il Consiglio di Amministrazione ha nominato, in data 10 settembre 2021, il dott. Fabrizio Carrara, quale
responsabile della funzione Internal Audit, soggetto incaricato di verificare che il sistema di controllo interno
e di gestione dei rischi sia funzionale, adeguato e coerente con le linee di indirizzo definite dal Consiglio di
Amministrazione.
Il Consiglio di Amministrazione ha attribuito a Fabrizio Carrara una remunerazione coerente con le politiche
aziendali, assicurando che lo stesso sia dotato di risorse adeguate all’espletamento dei propri compiti.
Il responsabile della funzione di Internal Audit non è responsabile di alcuna area operativa, dipende
gerarchicamente dal Consiglio di Amministrazione ed ha accesso diretto a tutte le informazioni utili per lo
svolgimento dell’incarico.
Il Consiglio di Amministrazione, in data 18 marzo 2024, ha approvato il piano di lavoro predisposto dal
responsabile della funzione di Internal Audit, sentiti il Collegio Sindacale ed il C.E.O.
Nel corso dell’Esercizio, il responsabile della funzione di Internal Audit:
- verifica, sia in via continuativa, sia in relazione a specifiche necessità e nel rispetto degli standard
internazionali, l’operatività e l’idoneità del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, attraverso
un piano di audit, approvato dal Consiglio di Amministrazione, basato su un processo strutturato di analisi
e prioritizzazione dei principali rischi;
- predispone relazioni periodiche contenenti adeguate informazioni sulla propria attività, sulle modalità
con cui viene condotta la gestione dei rischi, nonché sul rispetto dei piani definiti per il loro
contenimento, oltre che una valutazione sull’idoneità del sistema di controllo interno e di gestione dei
rischi, trasmettendole ai presidenti del Collegio Sindacale, del Comitato Controllo e Rischi e del Consiglio
di Amministrazione, nonché al C.E.O., salvo i casi in cui l’oggetto di tali relazioni riguardi specificamente
l’attività di tali soggetti;
- predispone tempestivamente, anche su richiesta del Collegio Sindacale, relazioni su eventi di particolare
rilevanza, trasmettendole ai presidenti del Collegio Sindacale, del Comitato Controllo e Rischi e del
Consiglio di Amministrazione, nonché al C.E.O., salvo i casi in cui l’oggetto di tali relazioni riguardi
specificamente l’attività di tali soggetti.
Le principali attività svolte dal responsabile della funzione di Internal Audit, nel corso dell’Esercizio 2023, sono
state le seguenti:
- redazione della proposta di Piano di Audit basata sulla rilevazione e prioritizzazione dei principali rischi
aziendali presente nell’ERM;
- svolgimento del programma di monitoraggio indipendente a supporto del Dirigente Preposto nell’ambito
del Sistema di Controllo sull’Informativa Societaria;
- attività inerenti ai rapporti con la Società di Revisione Legale;
- Attività di verifica sul disegno del sistema di controllo interno a supporto dell’informativa non finanziaria
(DNF).
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
66
9.4 MODELLO ORGANIZZATIVO EX D.LGS 231/2001
La Società ha adottato un modello di organizzazione, gestione e controllo, ai sensi e per gli effetti del D. Lgs.
n. 231/2001 (il “Modello 231”), così come aggiornato nel corso dell’esercizio 2022.
Il Modello 231 si compone di: (a) una parte generale, relativa a tematiche inerenti, tra l’altro, la vigenza e
l’applicazione del Decreto Legislativo n. 231/2001, la composizione ed il funzionamento dell’organismo di
vigilanza, nonché il codice sanzionatorio da applicarsi in caso di violazioni dei canoni di condotta del Modello
231; e (b) le parti speciali, contenenti i principi generali di comportamento ed i protocolli di controllo per
ciascuna delle fattispecie di reato presupposto considerate rilevanti per la Società.
In particolare, si evidenzia che il Modello 231 intende prevenire la seguente tipologia di reati
https://centralelatteitalia.com/investor-relations/modello-d-leg-231-2001-e-codice-etico/.
Le funzioni dell’Organismo di Vigilanza sono attribuite al Dott. Massimo Carlomagno, quale Presidente, ed
alla Dott.ssa Ester Sammartino, quale componente, in esercizio della facoltà prevista dalla normativa
applicabile. L’Organismo di Vigilanza così composto possiede i requisiti di autonomia, indipendenza,
professionalità e continuità di azione applicabili.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
67
9.5 SOCIETA’ DI REVISIONE
Alla data della Relazione, la società incaricata della revisione legale dei conti dell’Emittente è
PricewaterhouseCoopers S.p.A., con sede legale in Milano, Piazza Tre Torri n. 2, iscritta al Registro dei
Revisori Legali tenuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze al n. 119644.
L’Assemblea ordinaria dell’Emittente, in data 29 aprile 2021, ha deliberato di dare corso alla risoluzione
consensuale anticipata dell’incarico di revisione legale ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. n. 39/2010 e dell’art. 7 del
D.M. 261/2012, conferito alla società di revisione Deloitte & Touche S.p.A. dall’Assemblea degli Azionisti in
data 18 aprile 2015 e contestualmente ha deliberato di conferire, ai sensi dell’art. 13, comma 1, del D.Lgs. n.
39/2010, alla società PricewaterhouseCoopers S.p.A. l’incarico di revisione legale per nove anni, con
riferimento agli esercizi 2021-2029, nei termini e alle condizioni previsti dall’offerta dalla stessa presentata e
allegata alla proposta motivata del Collegio Sindacale.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
68
9.6 DIRIGENTE PREPOSTO ALLA REDAZIONE DEI DOCUMENTI CONTABILI
SOCIETARI E ALTRI RUOLI E FUNZIONI AZIENDALI
Il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente, in osservanza a quanto previsto dall’art. 154-bis del TUF e
nel rispetto delle relative modalità di nomina, in data 4 maggio 2021 ha deliberato di nominare il dott. Fabio
Fazzari, quale dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari.
Per quanto concerne le previsioni statutarie, l’art. 22 dello Statuto dell’Emittente prevede che il Consiglio di
Amministrazione della Società nomini o revochi, sentito il parere del Collegio Sindacale, il Dirigente Preposto
alla redazione dei documenti contabili avente quale requisito di professionalità una adeguata conoscenza in
materia amministrativa, contabile e finanziaria.
Il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari predispone adeguate procedure
amministrative e contabili per la predisposizione del bilancio di esercizio, del bilancio consolidato e di ogni
altra comunicazione di carattere finanziario. Allo stesso vengono conferiti adeguati poteri e mezzi per
l’esercizio dei compiti attribuiti. Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari attesta
con apposita relazione allegata al bilancio di esercizio e ove previsto al bilancio consolidato, l’adeguatezza e
l’effettiva applicazione delle procedure nonché la corrispondenza del bilancio alle risultanze dei libri e delle
scritture contabili.
Il dirigente preposto, ai sensi dell’art. 154-bis TUF, provvede, fra l’altro, a:
redigere dichiarazioni scritte di accompagnamento per gli atti e le comunicazioni della Società diffusi al
mercato e relativi all’informativa contabile anche infrannuale;
predisporre adeguate procedure amministrative e contabili per la formazione del bilancio di esercizio e
di ogni altra comunicazione di carattere finanziario;
attestare con apposita relazione sul bilancio di esercizio e sul bilancio semestrale abbreviato (i)
l’adeguatezza e l’effettiva applicazione delle procedure amministrative e contabili per la formazione del
bilancio di esercizio; (ii) che i documenti sono redatti in conformità ai principi contabili internazionali
applicabili riconosciuti nella Comunità europea ai sensi del regolamento (CE) n. 1606/2002 del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 luglio 2002; (iii) la corrispondenza dei documenti alle
risultanze dei libri e delle scritture contabili; (iv) l’idoneità dei documenti a fornire una rappresentazione
veritiera e corretta della situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’Emittente; (v) per il
bilancio d’esercizio, che la relazione sulla gestione comprende un’analisi attendibile dell’andamento e
del risultato della gestione, nonché della situazione dell’Emittente, unitamente alla descrizione dei
principali rischi e incertezze cui sono esposti; (vi) per il bilancio semestrale abbreviato, che la relazione
intermedia sulla gestione contenga un’analisi attendibile delle informazioni di cui all’art. 154-ter, comma
4, TUF.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
69
9.7 COORDINAMENTO TRA I SOGGETTI COINVOLTI NEL SISTEMA DI CONTROLLO
INTERNO E DI GESTIONE DEI RISCHI
La Società promuove incontri e scambi informativi fra i vari organi preposti alle attività di verifica e
monitoraggio dei sistemi organizzativi, amministrativi, contabili, di controllo interno e gestione dei rischi.
In particolare, fatte salve le disposizioni di legge con riguardo a sindaci e revisori legali dei conti
2
, è tenuta una
riunione collegiale prima dell’approvazione, da parte del Consiglio di Amministrazione, del Progetto di
bilancio e della relazione semestrale della Società fra i seguenti organi:
Comitato Controllo e Rischi,
Collegio Sindacale,
Organismo di Vigilanza ex D.Lgs. 231/2001,
Responsabile della Funzione di Internal Audit,
Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari,
Amministratore incaricato del Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi,
Revisori legali dei conti,
nel corso della quale sono previsti scambi informativi sulle principali risultanze e/o criticità riscontrate nel
corso delle attività di verifica svolte, con riguardo agli assetti organizzativi, amministrativi, contabili, di
controllo interno e di gestione dei rischi. Gli incontri sono verbalizzati.
Oltre alle riunioni collegiali periodiche sopra richiamate, la continuità e tempestività degli scambi informativi
fra i sopra citati organi di controllo è assicurata da:
la partecipazione del Collegio Sindacale alle riunioni del Comitato Controllo e Rischi,
la periodica informativa a cura dell’Organismo di Vigilanza verso il Comitato Controllo e Rischi e il
Collegio Sindacale,
la periodica informativa a cura del Responsabile Internal Audit verso il Comitato Controllo e Rischi e il
Collegio Sindacale,
lo scambio di informazioni tra il Comitato Controllo e Rischi, il revisore legale dei conti e il Dirigente
Preposto alla redazione dei documenti contabili societari in merito ai principi contabili applicati e
all’adeguatezza delle procedure amministrativo-contabili applicate per la predisposizione dell’informativa
di natura finanziaria della Società.
2
Il riferimento è ai seguenti articoli del TUF: art. 150, comma 3 (Il Collegio Sindacale e il revisore legale o la società di revisione legale si scambiano
tempestivamente i dati e le informazioni rilevanti per l'espletamento dei rispettivi compiti) e comma 4 (Coloro che sono preposti al controllo interno riferiscono
anche al collegio sindacale di propria iniziativa o su richiesta anche di uno solo dei sindaci); art. 151, comma 1 (I Sindaci possono, anche individualmente,
procedere in qualsiasi momento ad atti di ispezione e di controllo, nonché chiedere agli amministratori notizie, anche con riferimento a società controllate,
sull'andamento delle operazioni sociali o su determinati affari, ovvero rivolgere le medesime richieste di informazione direttamente agli organi di
amministrazione e di controllo delle società controllate) e comma 2 (Il Collegio Sindacale può scambiare informazioni con i corrispondenti organi delle società
controllate in merito ai sistemi di amministrazione e controllo ed all'andamento generale dell'attività sociale. [omissis]).
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
70
10. INTERESSI DEGLI AMMINISTRATORI E OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE
Nella presente sezione 10 si farà riferimento alle disposizioni delle procedure vigenti alla data della Relazione
e alla situazione esistente fino alla chiusura dell’Esercizio 2023, salvo ove diversamente indicato. Si rinvia alla
sezione 1 “Profilo dell’Emittente” in relazione alla proposta di adozione del sistema di governance monistico
di cui all’art. 2409-sexiesdecies c.c., che sarà sottoposta alla prossima Assemblea straordinaria dell’Emittente.
In data 26 giugno 2021, il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente ha deliberato le modifiche apportate
alla procedura per la disciplina delle operazioni con parti correlate (di seguito la Procedura Parti
Correlate”), adottata dalla Società con delibera consiliare del 6 settembre 2019, disponibile all’indirizzo
https://centralelatteitalia.com/governance/corporate-governance/
La Procedura Parti Correlate disciplina le modalità di istruzione e di approvazione delle operazioni con parti
correlate definite di maggiore rilevanza sulla base dei criteri indicati dal regolamento adottato da Consob con
delibera n. 17221 in data 12 marzo 2010 e successive modifiche e integrazioni (il Regolamento Parti
Correlate”) e delle operazioni con parti correlate definite di minore rilevanza, per tali intendendosi quelle
diverse dalle operazioni di maggiore rilevanza e dalle operazioni di importo esiguo (queste ultime sono quelle
operazioni con parti correlate il cui valore non superi Euro 500.000,00, nel caso in cui la Parte Correlata sia
una persona giuridica, e non superiore a Euro 200.000,00, qualora la Parte Correlata sia una persona fisica).
La Procedura Parti Correlate definisce come operazioni di maggiore rilevanza con parti correlate quelle in cui
almeno uno degli indici di rilevanza indicati nell’allegato 3 del Regolamento Parti Correlate risulti superiore
alla soglia del 5% e affida ad uno specifico presidio aziendale costituito dal dirigente preposto alla redazione
dei documenti contabili societari, a tal fine appositamente supportato dalle competenti funzioni aziendali, il
compito di accertare i termini di applicazione della procedura ad una determinata operazione, tra cui se
un’operazione rientri tra le operazioni di maggiore rilevanza o tra le operazioni di minore rilevanza.
In conformità al Regolamento Parti Correlate, la procedura per le operazioni di minore rilevanza prevede che,
prima dell’approvazione di un’operazione con parti correlate, il Comitato Parti Correlate, composto
esclusivamente da amministratori indipendenti (ai sensi del TUF e del Codice di Corporate Governance) e non
correlati, esprima un parere motivato non vincolante sull’interesse della Società al suo compimento, nonché
sulla convenienza e correttezza sostanziale delle condizioni previste. A tale proposito si rileva che l’Emittente
ha individuato nel Comitato OPC l’organo competente in relazione alle operazioni con parti correlate.
Per quanto riguarda le operazioni di maggiore rilevanza, la Procedura Parti Correlate prevede che il Comitato
OPC venga coinvolto nella fase delle trattative e nella fase istruttoria e, al termine di quest’ultima, esprima il
proprio parere motivato sull’interesse della Società al compimento dell’operazione e sulla convenienza e
correttezza sostanziale delle relative condizioni. Il Comitato OPC effettua le proprie valutazioni e, in caso di
suo parere negativo o condizionato all’accoglimento di determinati rilievi:
(a) ove si tratti di operazione di maggiore rilevanza che non sia di competenza dell’Assemblea dei soci o
che non debba essere da questa autorizzata, il Consiglio di Amministrazione può: (i) approvare
l’operazione, a condizione che la delibera di approvazione recepisca integralmente i rilievi formulati dal
Comitato OPC; oppure (ii) approvare l’operazione nonostante il parere contrario o comunque senza
tener conto dei rilievi del Comitato, a condizione che il compimento dell’operazione sia autorizzato
dall’Assemblea dei soci, ai sensi dell’art. 2364, comma 1, n. 5) del Cod. civ. e conformemente a quanto
previsto dal successivo punto (b); oppure (iii) non dar corso all’operazione;
(b) ove si tratti di operazione di maggiore rilevanza di competenza dell’Assemblea dei soci o che debba
essere da questa autorizzata, fermo quanto previsto dagli articoli 2368, 2369 e 2373 del Cod. civ.,
all’Operazione non potrà darsi corso qualora la maggioranza dei soci non correlati (per tali intendendosi
i soggetti ai quali spetta il diritto di voto diversi dalla controparte di una determinata operazione e dai
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
71
soggetti correlati sia alla controparte di una determinata operazione, sia alla Società) votanti esprima
voto contrario all’operazione, a condizione che i soci non correlati presenti in Assemblea rappresentino
almeno il 10% del capitale sociale.
Le disposizioni di cui alla Procedura Parti Correlate non si applicano alle operazioni deliberate dalla Società e
rivolte a tutti gli azionisti a parità di condizioni, ivi inclusi:
a) gli aumenti di capitale in opzione, anche al servizio di prestiti obbligazionari convertibili, e gli
aumenti di capitale gratuiti previsti dall’art. 2442 del Codice Civile;
b) le scissioni in senso stretto, totali o parziali, con criterio di attribuzione delle azioni proporzionale;
c) le riduzioni del capitale sociale mediante rimborso ai soci previste dell’art. 2445 del Codice Civile
e gli acquisti di azioni proprie ai sensi dell’art. 132 del TUF.
Le regole previste dalla Procedura Parti Correlate non trovano applicazione, altresì, nei seguenti casi di
esenzione:
(a) deliberazioni assembleari relative ai compensi spettanti ai membri del Consiglio di Amministrazione ai
sensi dell’art. 2389, comma 1, del Cod. civ., nonché deliberazioni sulla remunerazione degli
amministratori investiti di particolari cariche inclusa nell’importo complessivo per la remunerazione di
tutti gli amministratori preventivamente determinato dall’Assemblea ai sensi dell’art. 2389, comma 3,
del Cod. civ.;
(b) deliberazioni, diverse da quelle indicate sub (a), in materia di remunerazione degli amministratori
investiti di particolari cariche nonché degli altri dirigenti con responsabilità strategiche, a condizione
che:
i) la Società abbia adottato una politica di remunerazione approvata dall’Assemblea, nella cui
definizione sia stato coinvolto il Comitato Nomine e Remunerazione;
ii) sia stata sottoposta all’approvazione o al voto consultivo dell’Assemblea una relazione che illustri
la politica di remunerazione; e
iii) la remunerazione assegnata sia individuata in conformità con tale politica e quantificata sulla base
di criteri che non comportino valutazioni discrezionali;
(c) operazioni di importo esiguo;
(d) piani di compensi basati su strumenti finanziari approvati dall’Assemblea ai sensi dell’art. 114-bis del
TUF e le relative operazioni esecutive;
(e) operazioni che rientrano nell’ordinario esercizio dell’attività operativa e della connessa attività
finanziaria della Società o della società controllata che compie l’operazione, effettuate a condizioni
analoghe a quelle usualmente praticate nei confronti di parti non correlate per operazioni di
corrispondente natura, entità e rischio, ovvero basate su tariffe regolamentate o su prezzi imposti
ovvero praticate a soggetti con cui la Società sia obbligata per legge a contrarre a un determinato
corrispettivo;
(f) operazioni compiute dalla Società con società controllate dalla medesima ovvero operazioni compiute
tra tali società controllate, nonché quelle con società collegate, qualora nelle società controllate o
collegate controparti dell’operazione non vi siano interessi significativi di altre parti correlate della
Società;
(g) deliberazioni assembleari relative ai compensi spettanti ai membri del Collegio Sindacale ai sensi dell’art.
2402 del Cod. civ.;
(h) operazioni da realizzare sulla base di istruzioni con finalità di stabilità impartite da Autorità di Vigilanza,
ovvero sulla base di disposizioni emanate dalla capogruppo per l’esecuzione di istruzioni impartite da
Autorità di Vigilanza nell’interesse della stabilità del Gruppo.
La procedura ammette l’adozione di delibere quadro relative a serie di operazioni omogenee da compiere da
parte della Società, direttamente ovvero per il tramite di società controllate, con determinate categorie di parti
correlate.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
72
Si segnala che le eventuali decisioni in materia di rinnovo ancorché tacito o automatico dei contratti e
rapporti stipulati con parti correlate dall’Emittente nel periodo antecedente alla formale adozione della
procedura per le operazioni con parti correlate sopra descritta saranno assunte in conformità a tale procedura.
Tenuto anche conto della proposta di adozione del sistema di governance monistico di cui all’art. 2409-
sexiesdecies c.c. che sarà sottoposta alla prossima Assemblea straordinaria dell’Emittente (cfr. sezione 1
“Profilo dell’Emittente”) e del rinnovo del Consiglio di Amministrazione, la Società valuterà nel corso
dell’esercizio 2024 l’adeguamento della citata Procedura Parti Correlate.
Comitato per le operazioni con parti correlate
La Società ha istituito il Comitato Parti Correlate, composto esclusivamente da Amministratori indipendenti,
nominando quali componenti il consigliere Anna Claudia Pellicelli e quale suo presidente Valeria Bruni
Giordani.
Le riunioni del comitato sono regolarmente verbalizzate e il presidente del comitato ne informazione al
primo Consiglio di Amministrazione utile. In particolare il Comitato Parti Correlate:
formula pareri preventivi sulle procedure che disciplinano l’individuazione e la gestione delle operazioni
con parti correlate poste in essere dall’Emittente e/o dalle società del Gruppo, nonché sulle relative
modifiche;
formula pareri preventivi e motivati, nei casi espressamente previsti, sull’interesse dell’Emittente al
compimento dell’operazione con parti correlate posta in essere, nonché sulla convenienza e correttezza
sostanziale delle relative condizioni; e
nel caso di operazioni di maggiore rilevanza con parti correlate, il Comitato OPC è coinvolto nella fase
delle trattative e nella fase istruttoria attraverso la ricezione di un flusso informativo completo e
tempestivo, con la facoltà di richiedere informazioni e di formulare osservazioni ai soggetti incaricati
della conduzione delle trattative o dell’istruttoria.
Nel corso dell’Esercizio 2023, il Comitato Parti Correlate ha tenuto n. 1 riunione della durata di 1 ora, a cui
hanno partecipato tutti i componenti.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
73
11. COLLEGIO SINDACALE
Nella presente sezione 11 si farà riferimento alle disposizioni delle procedure vigenti alla data della Relazione
e alla situazione esistente fino alla chiusura dell’Esercizio 2023, salvo ove diversamente indicato. Si rinvia alla
sezione 1 “Profilo dell’Emittente” in relazione alla proposta di adozione del sistema di governance monistico
di cui all’art. 2409-sexiesdecies c.c., che sarà sottoposta alla prossima Assemblea straordinaria dell’Emittente.
11.1 NOMINA E SOSTITUZIONE
Il Collegio Sindacale è composto di tre Sindaci Effettivi e tre Supplenti che durano in carica tre esercizi e sono
rieleggibili. Alla minoranza è riservata l'elezione di un Sindaco Effettivo e di un Supplente. La nomina del
Collegio Sindacale avviene sulla base di liste presentate dagli azionisti nelle quali i candidati sono elencati
mediante un numero progressivo, secondo la procedura di cui alle disposizioni seguenti, salvo quanto
diversamente o ulteriormente previsto da inderogabili norme di legge o regolamentari. Le liste dei sindaci da
eleggere tanto per i Sindaci Effettivi quanto per i Sindaci Supplenti laddove i candidati siano non inferiori a
tre, devono essere redatte tenendo conto del criterio che assicura l’equilibrio dei generi, garantendo al genere
meno rappresentato un numero di candidati almeno pari alla percentuale richiesta dalla normativa, anche
regolamentare, pro tempore vigente in materia di equilibrio dei generi, il quale dovrà essere calcolato in base
ai criteri di volta in volta previsti dalla stessa. La lista si compone di due sezioni: una per i candidati alla carica
di Sindaco Effettivo, l'altra per i candidati alla carica di Sindaco Supplente. Hanno diritto a presentare le liste
soltanto gli azionisti che, da soli o insieme ad altri, siano complessivamente titolari di azioni con diritto di voto
rappresentanti almeno il 2,5% (due virgola cinque per cento) del capitale con diritto di voto nell'assemblea
ordinaria. Tale percentuale è stata confermata dalla Consob che, con determinazione dirigenziale n. 92 del 31
gennaio 2024, ha indicato nel 2,5% del capitale sociale la percentuale minima per presentare una lista di
candidati.
Ogni azionista non può presentare, neppure per interposta persona o società fiduciaria, più di una lista può
votare liste diverse. Ogni candidato può presentarsi in una sola lista a pena di ineleggibilità. Non possono
essere inseriti nelle liste candidati che ricoprano già incarichi di Sindaco Effettivo in altre cinque società o enti,
i cui titoli siano ammessi alle negoziazioni di un mercato regolamentato iscritto nell'elenco previsto dagli
articoli 63 e 67 del Decreto Legislativo 58/1998, o che non siano in possesso dei requisiti di onorabilità,
professionalità e indipendenza stabiliti dalla normativa applicabile. Le liste presentate devono essere depositate
presso la sede della società entro il venticinquesimo giorno precedente la data dell’Assemblea chiamata a
deliberare sulla nomina dei componenti il collegio sindacale. Dei tempi e dei modi di presentazione delle liste
è fatta menzione nell'avviso di convocazione.
Unitamente a ciascuna lista, entro il termine sopra indicato, sono depositate le dichiarazioni con le quali i
singoli candidati accettano la candidatura e attestano, sotto la propria responsabilità, l'inesistenza di cause di
ineleggibilità e di incompatibilità, nonché l'esistenza dei requisiti normativamente e statutariamente prescritti
per le rispettive cariche. La lista per la quale non sono osservate le statuizioni di cui sopra è considerata come
non presentata. All'elezione dei Sindaci si procede come segue:
1. Dalla lista che ha ottenuto in assemblea il maggior numero di voti sono tratti, in base all'ordine progressivo
con il quale sono elencati nelle sezioni della lista, due membri effettivi e due supplenti.
2. Dalla seconda lista che ha ottenuto in assemblea il maggior numero di voti sono tratti, in base all'ordine
progressivo con il quale sono elencati nelle sezioni della lista, il restante membro effettivo e l'altro membro
supplente.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
74
Qualora la composizione della sezione dei Sindaci Effettivi o di quella dei Sindaci Supplenti non consenta il
rispetto dell’equilibrio tra i generi, tenuto conto del loro ordine di elencazione nella rispettiva sezione, gli
ultimi eletti della lista di maggioranza del genere più rappresentato decadono nel numero necessario ad
assicurare l’ottemperanza al requisito, e sono sostituiti dai primi candidati non eletti della stessa lista e della
stessa sezione del genere meno rappresentato.
La presidenza del Collegio Sindacale spetta al primo candidato della lista delle minoranze che ha ottenuto il
maggior numero di voti. Nel caso vengano meno i requisiti normativamente e statutariamente richiesti, il
Sindaco decade dalla carica. In caso di sostituzione di un Sindaco, subentra il supplente appartenente alla
medesima lista di quello cessato assicurando il rispetto dei requisiti di legge e Statuto tenendosi specificamente
conto dell’obbligo di equilibrio tra i generi.
Le deliberazioni del Collegio sono prese a maggioranza assoluta degli intervenuti alla riunione.
Le precedenti statuizioni in materia di elezione dei Sindaci non si applicano nelle assemblee che devono
provvedere ai sensi di legge alle nomine dei Sindaci Effettivi e/o supplenti e del Presidente necessarie per
l'integrazione del Collegio Sindacale a seguito di sostituzione o decadenza. In tali casi l'assemblea delibera a
maggioranza relativa. Qualora venga presentata un'unica lista, l'intero Collegio Sindacale viene nominato da
detta lista. Nel caso non venga presentata alcuna lista l'assemblea delibera a maggioranza dei votanti
escludendo dal computo gli astenuti.
Le liste presentate sono messe a disposizione del pubblico sul sito internet della Società e con le altre modalità
previste dalla legge almeno ventuno giorni prima della data dell’Assemblea chiamata a deliberare sulla nomina
dei componenti del collegio sindacale.
La retribuzione per i Sindaci Effettivi è stabilita dall'assemblea.
Le riunioni del Collegio Sindacale possono svolgersi anche con mezzi di telecomunicazione nel rispetto delle
seguenti condizioni:
a) che sia consentito ai partecipanti di visionare, ricevere o trasmettere tutta la documentazione necessaria;
b) che sia consentita la partecipazione in tempo reale alla discussione nel rispetto del metodo collegiale.
Le riunioni si tengono nel luogo in cui si trova il Presidente o, in sua assenza, il Sindaco più anziano di età.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
75
11.2 COMPOSIZIONE E FUNZIONAMENTO (ex art. 123-bis, comma 2, lettere d) e d-bis), TUF)
Ai sensi dell’art. 20 dello Statuto, il Collegio Sindacale si compone di 3 membri effettivi e 3 membri supplenti
che durano in carica per tre esercizi, con scadenza alla data dell’approvazione del bilancio relativo al terzo
esercizio della carica e sono rieleggibili.
Tale Collegio è stato nominato dall’Assemblea ordinaria dell’Emittente in data 19 aprile 2021, fino
all’approvazione del bilancio di esercizio al 31 dicembre 2023.
Le liste presentate sono state n. 2:
- una prima lista presentata dall’azionista di maggioranza Newlat Food S.p.A., titolare di n. 6.463.702 azioni
CLI, corrispondenti al 46,17% del capitale sociale, che ha proposto i seguenti candidati:
Sezione 1. Sindaci Effettivi
1. Ester Sammartino, nata ad Agnone (IS), il 23.05.1966, C.F. SMMSTR66E63A080O, genere femminile;
2. Giovanni Rayneri, nato a Torino (TO), il 20.07.1963, C.F. RYNGNN63L20L219Y, genere maschile;
3. Francesco Fino, nato a Torino (TO), il 10.02.1942, C.F. FNIFNC42B10L219T, genere maschile.
Sezione 2. Sindaci Supplenti
1. Massimo Carlomagno, nato ad Agnone (IS), il 22.09.1965, C.F. CRLMSM65P22A080Y, genere maschile;
2. Michela Rayneri, nata a Torino (TO), il 30.01.1969, C.F. RYNMHL69A70L219H, genere femminile;
3. Antonio Mucci, nato a Montelongo (CB), il 24.03.1946, C.F. MCCNTN46C24F548H, genere maschile.
- una seconda lista presentata dall’azionista di minoranza Comune di Firenze, titolare di n. 1.723.106 azioni
CLI, corrispondenti al 12,308% del capitale sociale, che ha proposto i seguenti candidati:
Sezione 1. Sindaci Effettivi
1. Deborah Sassorossi nata a Pisa il 22/04/1967 c.f.: SSSDRH67D62G702Y, genere femminile;
2. Gabriella Armano nata a: Firenze il: 08/06/1980 c.f.: RMNGRL80H48D612S, genere femminile;
3. Sandro Santi nato a: Firenze il: 07/02/1961 c.f.: SNTSDR61B07D612I, genere maschile;
Sezione 2. Sindaci Supplenti
1. Chiara Gonnelli nata a: Firenze il: 21/11/1980 c.f.: GNNCHR80S61D612P, genere femminile;
2. Ivana Baronti nata a: Empoli (Fi) il: 21/04/1960 c.f.: BRNVNI60D61D403D, genere femminile;
3. Silvia Casati nata a: Firenze il: 07/08/1966 c.f.: CSTSLV66M47D612I, genere femminile.
In merito alla lista presentata dall’azionista Newlat Food S.p.A. vi sono state favorevoli azioni per n. 9.463.702
diritti di voto, rappresentanti il 69,81% dei votanti, contrarie azioni per n. 4.092.987 diritti di voto,
rappresentanti il 30,19% dei votanti.
In merito alla lista presentata dall’azionista Comune di Firenze vi sono state favorevoli azioni per n. 4.092.987
diritti di voto, rappresentanti il 30,19% dei votanti, contrarie azioni per n. 9.463.702 diritti di voto,
rappresentanti il 69,81% dei votanti.
Sicché, il Collegio Sindacale dell’Emittente in carica è composto da:
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
76
Nome e cognome
Carica
Deborah Sassorossi
Presidente
Ester Sammartino
Sindaco effettivo
Giovanni Rayneri
Sindaco effettivo
Massimo Carlomagno
Sindaco supplente
Michela Rayneri
Sindaco supplente
Antonio Mucci
Sindaco supplente
Deborah Sassorossi - nata a Pisa, il 22 aprile 1967, ha conseguito la laurea in Economia e Commercio presso
l’Università di Firenze ed è iscritta all’Albo dei Dottori Commercialisti. È presidente o membro del collegio
sindacale in numerose società e gruppi di medie e grandi dimensioni, anche internazionali.
Ester Sammartino - nata ad Agnone (IS) il 23 maggio 1966, ha conseguito la laurea in Economia e Commercio
presso l’Università degli Studi di Chieti nel 1992 ed è iscritta all’Albo dei Dottori Commercialisti dal 2002.
Dal 1990 al 2005 ha ricoperto l’incarico di consigliere presso Lamel Legno S.r.l. Dal 2005 ricopre l’incarico
di membro effettivo del Collegio Sindacale di Newlat Food S.p.A. e dal 2021 ricopre l’incarico di Sindaco
Effettivo in Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
Giovanni Rayneri nato a Torino, il 20 luglio 1963, ha conseguito la laurea in Economia e Commercio
presso l’Università di Torino nel 1988 ed è iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti e dei Revisori Legali
dei Conti. È inoltre iscritto all’Albo dei Consulenti Tecnici del Giudice presso il Tribunale di Torino. È
presidente o membro del collegio sindacale in numerose società e gruppi di medie e grandi dimensioni, anche
internazionali.
Massimo Carlomagno - nato ad Agnone (IS) il 22 settembre 1965, ha conseguito la laurea in Economia e
Commercio presso l’Università degli Studi di Salerno nel 1990 ed è iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti
dal 1996. Dal 1999 al 2005 ha ricoperto l’incarico di presidente del Consiglio di Amministrazione di Finanziaria
Regionale del Molise S.p.A. Dal 2005 ricopre l’incarico di presidente del Collegio Sindacale di Newlat Food
S.p.A.
Michela Rayneri nata a Torino, il 30 gennaio 1969, ha conseguito la laurea in Economia e Commercio
presso l’Università di Torino ed è iscritta all’Albo dei Dottori Commercialisti e dei Revisori dei Conti. È
inoltre iscritta all’Albo dei Consulenti Tecnici del Giudice, nonché all’Albo dei Periti presso il Tribunale di
Torino.
Antonio Mucci nato a Montelongo (CB) il 24 marzo 1946, ha conseguito la laurea in Economia e Commercio
presso l’Università degli Studi di Bari nel 1972 ed è iscritto al Registro dei Dottori Commercialisti dal 1990 e
nel Registro dei Revisori Legali e dei Revisori Contabili. Dal 1991 al 2018 ha ricoperto l’incarico di revisore
legale dei conti in diversi enti pubblici, quali la provincia di Campobasso, i comuni di Termoli, Larino,
Trivento, Riccia, Santa Croce di Magliano, Rotello, Bonefro, Matrice, Montagano, Macchia Valfortore,
Morrone del Sannio e Ururi. Dal 1996 al 2005 ha ricoperto l’incarico di Presidente del Collegio dei Revisori
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
77
del Consorzio di Bonifica di Larino. Dal 1996 al 1999 ha ricoperto l’incarico di Presidente del Collegio
Sindacale della Società Cooperativa B&G. Ha fatto parte del Collegio Sindacale della società Piana del Sele
S.r.l. dal 2007 al 2013. Ha ricoperto prima l’incarico di componente del collegio sindacale (dal 2011 al 2013)
e poi di Presidente (dal 2014 al 2016) di Finmolise S.p.A. Dal 2014 ricopre l’incarico di membro effettivo del
Collegio Sindacale di Newlat Food S.p.A.
Il Collegio Sindacale in carica alla data della presente Relazione ha una composizione adeguata ad assicurare
l’indipendenza e la professionalità della propria funzione.
In particolare, non sono state riscontrate situazioni di cui alla raccomandazione 7 del citato Codice di
Corporate Governance.
Criteri e politiche di diversità
Si segnala che l’Emittente ha adottato una politica in materia di diversità in relazione alla composizione
dell’organo di controllo, che assicuri l’equilibrio tra generi, ai sensi di quanto previsto all’articolo 148, comma
1-bis, del TUF, consultabile all’indirizzo https://centralelatteitalia.com/investor-relations/.
La composizione del Collegio Sindacale alla data della Relazione rispetta tali disposizioni in materia di
equilibrio tra i generi.
Indipendenza
La predetta Politica sulla Composizione del Collegio Sindacale prevede, altresì, che tutti i componenti
dell’organo di controllo siano in possesso dei requisiti di indipendenza stabiliti dall’art. 148, comma 3, del
TUF, nonché dei requisiti di indipendenza previsti, per gli Amministratori, dalla Raccomandazione 7 del
Codice di Corporate Governance.
La verifica di tali requisiti viene svolta subito dopo la loro nomina e, successivamente, con cadenza annuale.
Dall’ultima valutazione effettuata, in data 18 marzo 2024, è stato possibile confermare l’indipendenza di tutti
i componenti del Collegio Sindacale.
Nell’effettuare la suddetta valutazione, sono state prese in considerazione tutte le informazioni a disposizione
da ciascun componente del Collegio Sindacale, applicando tutti i criteri previsti dal Codice di Corporate
Governance con riferimento all’indipendenza degli Amministratori, stabiliti nella Raccomandazione 6.
Remunerazione
Il compenso dei sindaci, deliberato dall’Assemblea del 29 aprile 2021, è adeguato alla competenza, alla
professionalità e all’impegno richiesti dalla rilevanza del ruolo ricoperto, alle caratteristiche dimensionali e
settoriali della Società, nonché alla sua situazione.
Gestione degli interessi
Il sindaco che, per conto proprio o di terzi, abbia un interesse in una determinata operazione della Società è
tenuto ad informare tempestivamente ed in modo esauriente gli altri componenti del Collegio Sindacale,
nonché il Presidente del Consiglio di Amministrazione circa la natura, i termini, l’origine e la portata
dell’interesse stesso.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
78
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
79
12. RAPPORTI CON GLI AZIONISTI
Accesso alle informazioni
L’Emittente ha istituito un’apposita sezione nell’ambito del proprio sito internet, facilmente individuabile ed
accessibile, nella quale sono messe a disposizione le informazioni concernenti la Società stessa, che rivestono
rilievo per i propri azionisti, in modo da consentire a questi ultimi un esercizio consapevole dei propri diritti.
Tale sezione è consultabile all’indirizzo https://centralelatteitalia.com/investor-relations/.
L’Emittente ha incaricato un responsabile della gestione dei rapporti con gli azionisti, quale Investor Relator,
nella persona del dott. Fabio Fazzari.
L’Emittente ha, inoltre, stipulato un contratto con Barabino & Partners, primaria società di consulenza nel
campo della comunicazione, per veicolare al meglio le informazioni e le notizie rilevanti, sia in termini di
forma che di diffusione attraverso i principali organi di stampa.
Dialogo con gli azionisti
Conformemente alla Raccomandazione 3 del Codice di Corporate Governance, la Società ha adottato una Politica
di Dialogo con gli Azionisti volta a disciplinare le modalità di dialogo, attuali e potenziali di CLI, al fine di
potenziare, assicurare e promuovere, nelle forme più opportune, lo scambio di informazioni e migliorare il
livello di comprensione reciproca tra investitori e Società, nel rispetto della normativa vigente, anche in tema
di abusi di mercato, il tutto per conseguire ed incoraggiare lo scambio di idee e favorire la generazione di
valore nel medio-lungo termine.
In particolare, la predetta Politica, oltre ad indicare i canali di comunicazione attraverso cui la Società
intrattiene l’interlocuzione con il mercato, nonché i temi che possono essere oggetto di tale scambio di
informazioni, prevede la possibilità che il dialogo sia attivato anche su domanda del mercato, disciplinando le
relative modalità di richiesta.
Tale politica è consultabile all’indirizzo https://centralelatteitalia.com/investor-relations/.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
80
13. ASSEMBLEE
Ai sensi delle disposizioni di legge vigenti, l’Assemblea è competente, in sede ordinaria, ad approvare il
bilancio, a nominare e revocare gli amministratori, i sindaci, il Presidente del Collegio Sindacale e a stabilire il
compenso degli amministratori e dei sindaci e delibera su quant’altro di sua competenza ai sensi di legge. In
sede straordinaria l’Assemblea delibererà sulle modificazioni dello statuto, nonché su tutto quanto è riservato
alla sua competenza dalla legge.
L’Assemblea delibera su tutti gli argomenti attribuiti alla sua competenza dalla legge e dallo Statuto.
Ogni azione dà diritto a un voto, salvo per le azioni a voto maggiorato, come dettagliatamente illustrate nella
precedente Sezione 2, lett. (d).
L’Emittente, al fine di ridurre i vincoli e gli adempimenti che rendono difficoltoso e/o oneroso l’intervento
in assemblea e l’esercizio del diritto di voto da parte degli azionisti, ha promosso iniziative volte a favorire la
partecipazione più ampia possibile degli azionisti alle assemblee e a rendere agevole l’esercizio dei diritti dei
soci.
Alla data della presente Relazione, non vi sono stati casi in cui gli azionisti che controllano l’Emittente abbiano
sottoposto all’Assemblea proposte in merito ad argomenti sui quali non era stata formulata dagli
Amministratori una specifica proposta.
L’Emittente, alla data della Relazione, non ha sottoposto all’approvazione dell’Assemblea un regolamento
che disciplini lo svolgimento delle riunioni assembleari.
All’Assemblea del 27 aprile 2023 è intervenuta la maggioranza dei componenti del Consiglio di
Amministrazione. Assente giustificato il Consigliere non esecutivo, dott. Edoardo Pozzoli.
Atteso che il sistema di governo societario, adottato dall’Emittente, è considerato idoneo e funzionale alle
esigenze della Società stessa, il Consiglio di Amministrazione non ha ritenuto necessario nell’Esercizio
sottoporre all’approvazione dell’Assemblea ulteriori proposte in merito all’individuazione di un nuovo
modello di amministrazione e di controllo.
Si precisa che l’Assemblea degli azionisti chiamata ad approvare il bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre
2023 (con conseguente scadenza del mandato conferito al Collegio Sindacale) sarà convocata anche in sede
straordinaria per approvare l’adozione del sistema di amministrazione e controllo monistico di cui all’art.
2409-sexiesdecies c.c. e le conseguenti modifiche statutarie. Qualora tali modifiche statutarie siano approvate,
nel corso della medesima assemblea in sede ordinaria si procederà all’elezione del Consiglio di
Amministrazione in conformità al nuovo testo statutario e alla costituzione al suo interno del Comitato per il
Controllo sulla Gestione, con effetto dall’iscrizione nel Registro delle Imprese della delibera di adozione del
nuovo Statuto sociale.
Si segnala che in occasione della citata Assemblea, il Consiglio di Amministrazione ha proposto all’Assemblea
di approvare in sede straordinaria l’introduzione della cd. maggiorazione rafforzata prevista dal nuovo art.
127-quinquies del TUF come modificato dalla Legge 5 marzo 2024, n. 21 (cd. Legge Capitali). Il Consiglio,
nell’ambito della relazione illustrativa all’assemblea, ha fornito adeguate motivazioni sulle finalità della scelta,
indicato gli effetti attesi sulla struttura proprietaria e di controllo dell’Emittente e sulle sue strategie future, e
dato conto del processo decisionale seguito; non sono state espresse opinioni contrarie in Consiglio.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
81
14. ULTERIORI PRATICHE DI GOVERNO SOCIETARIO (ex art. 123-bis, comma 2, lettera a),
seconda parte, TUF)
L’Emittente non ha applicato ulteriori pratiche di governo societario, rispetto a quelle indicate nelle precedenti
sezioni della presente Relazione.
15. CAMBIAMENTI DALLA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO DI RIFERIMENTO
A far data dalla chiusura dell’Esercizio non si sono verificati altri cambiamenti nella struttura di corporate
governance rispetto a quelli segnalati nelle specifiche sezioni.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
82
16. CONSIDERAZIONI SULLA LETTERA DEL 14 DICEMBRE 2023 DEL PRESIDENTE DEL
COMITATO PER LA CORPORATE GOVERNANCE
Il Presidente nella riunione del 18 marzo 2024 ha portato a conoscenza del Consiglio di Amministrazione
e del Collegio Sindacale la lettera del Presidente del Comitato per la Corporate Governance del 14 dicembre 2023.
Si riportano, di seguito, le considerazioni della Società e le iniziative intraprese in merito alle raccomandazioni
del Comitato.
Sul tema del piano industriale, il Comitato “invita le società a fornire adeguata disclosure sul coinvolgimento dell’organo
di amministrazione nell’esame e nell’approvazione del piano industriale e nell’analisi dei temi rilevanti per la generazione di
valore nel lungo termine.”
Il Consiglio di Amministrazione in data 11/02/2021 ha approvato il Piano Industriale 2020-2022. In data
18/03/2024 il Consiglio di Amministrazione ha approvato la versione integrata ed estesa fino al 2027.
L’evoluzione del contesto sociale ed economico post pandemico, la riorganizzazione del comparto
Milk&Dairy, ha determinato l’esigenza di un ulteriore aggiornamento del piano con riferimento agli esercizi
2024-2027. L’aggiornamento del piano, oltre a recepire fenomeni esogeni, individua le nuove intenzioni
strategiche con la gestione sotto un’unica entità del terzo polo per dimensione del settore del milk&dairy che
dovrebbe favorire non solo crescita in termini di fatturato ma anche possibili aggregazioni con altri operatori
del settore. Tale aggiornamento è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 18/03/2024 ed è
stato sottoposto all’autorizzazione del socio in data 29/04/2024. Il Piano Industriale costituisce strumento di
governo e controllo ai fini dell’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile della Società,
nonché della prevenzione dei rischi. In particolare trovano adeguato presidio nelle disposizioni del Piano e
nel sistema di monitoraggio della sua corretta attuazione i rischi finanziario e di credito.
Sul tema dell’informativa pre-consiliare, il Comitato “pur riconoscendo i miglioramenti avvenuti, invita le società a
dare adeguata motivazione nella relazione sul governo societario in caso di deroga alla tempestività dell’informativa pre-consiliare
per ragioni di riservatezza, eventualmente prevista nei regolamenti del consiglio e/o adottata nelle prassi.”
Il Consiglio di Amministrazione, in data 10 settembre 2021, ha adottato un proprio regolamento che disciplina
tra l’altro la tempistica relativa alla trasmissione ai membri del Consiglio e del Collegio Sindacale della
documentazione a supporto delle riunioni consiliari, tempistica che viene regolarmente rispettata.
Sul tema dell’orientamento sulla composizione ottimale, il Comitato pur riconoscendo i miglioramenti
avvenuti, invita le società a indicare chiaramente e dare adeguata motivazione nella relazione sul governo societario della mancata
espressione, in occasione del rinnovo dell’organo di amministrazione, dell’orientamento sulla sua composizione quantitativa o
qualitativa e/o della mancata richiesta, a chi presenta una lista “lunga”, di fornire adeguata informazione circa la rispondenza
della lista all’orientamento espresso. Il Comitato invita anche le società a indicare come i tempi di pubblicazione dell’orientamento
siano stati ritenuti congrui per consentire un’adeguata considerazione da parte di chi presenta le liste di candidati.”
L’Emittente, nonostante appartenga alla categoria di società a proprietà concentrata, ha sempre espresso in
vista del rinnovo un orientamento sulla composizione ottimale del Consiglio di Amministrazione,
mettendolo a disposizione del mercato, attraverso la pubblicazione di tale documento sul proprio sito internet,
all’indirizzo https://centralelatteitalia.com/investor-relations/assemblee-e-avvisi-di-convocazione/.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
83
L’orientamento è stato reso pubblico contestualmente alla pubblicazione dell’avviso di convocazione
dell’Assemblea relativa al rinnovo dell’organo di amministrazione e, dunque, con un termine congruo, tale da
consentire a chi presenta le liste di candidati di poterne tener conto ai fini della composizione della propria
lista.
Sul tema del voto maggiorato il Comitato “invita le società a dare adeguata disclosure, nelle proposte dell’organo di
amministrazione all’assemblea sull’introduzione del voto maggiorato, delle finalità della scelta e degli effetti attesi sugli assetti
proprietari e di controllo e sulle strategie future e a fornire adeguata motivazione dell’eventuale mancata disclosure di questi
elementi.
L’Emittente prevede da tempo il voto maggiorato per ciascuna azione appartenuta al medesimo azionista per
un periodo continuativo non inferiore a ventiquattro mesi a decorrere dalla data di iscrizione nell’elenco a tale
scopo appositamente istituito, tenuto e aggiornato a cura della medesima Società.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
84
TABELLA 1: INFORMAZIONI SUGLI ASSETTI PROPRIETARI
ALLA DATA DEL 18 MARZO 2024
STRUTTURA DEL CAPITALE SOCIALE
N° azioni
N° diritti
di voto
Quotato (indicare
i mercati) / non
quotato
Diritti e obblighi
Azioni
ordinarie
(precisando se
è prevista la
possibilità di
maggiorazione
dei diritti di
voto)
14.000.020
25.500.171
Quotato
sull’Euronext
Milan
Voto maggiorato ex. art. 5
dello Statuto
2
Azioni
privilegiate
0
0
-
-
Azioni a voto
plurimo
0
0
-
-
Altre categorie
di azioni con
diritto di voto
0
0
-
-
Azioni
risparmio
0
0
-
-
Azioni
risparmio
convertibili
0
0
-
-
Altre categorie
di azioni senza
diritto di voto
0
0
-
-
Altro
0
0
-
-
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
85
ALTRI STRUMENTI FINANZIARI
(attribuenti il diritto di sottoscrivere azioni di nuova emissione)
Quotato
(indicare i
mercati) / non
quotato
N° strumenti
in
circolazione
Categoria di azioni al
servizio della
conversione/esercizio
N° azioni al
servizio della
conversione/
esercizio
Obbligazioni
convertibili
-
-
-
-
Warrant
-
-
-
-
PARTECIPAZIONI RILEVANTI NEL CAPITALE
Dichiarante
Azionista diretto
Quota % su capitale
ordinario
Quota % su
capitale votante
Angelo Mastrolia
Newlat Food S.p.A.
67,74%
74,27%
Comune di Firenze
Comune di Firenze
12,31%
13,51%
2
Cfr. par. 2 (d) della presente Relazione.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
86
TABELLA 2: STRUTTURA DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE ALLA DATA DI CHIUSURA DELL’ESERCIZIO
Indicare il numero di riunioni svolte durante l’ESERCIZIO: 5
Indicare il
quorum
richiesto per la presentazione delle liste da parte delle minoranze per l’elezione di uno o più membri (
ex
art. 147-ter
TUF): gli azionisti
che, da soli o insieme ad altri, siano complessivamente titolari di azioni con diritto di voto rappresentanti almeno il 2,5% (duevirgolacinque per cento) del capitale
con diritto di voto nell'assemblea ordinaria.
Consiglio di Amministrazione
Carica
Componenti
Anno di
nascita
Data di
prima
nomina
(*)
In carica
da
In carica
fino a
Lista
(presentatori)
(**)
Lista
(M/m)
(***)
Esec.
Non
esec.
Indip.
Codice
Indip.
TUF
N. altri
incarichi
(****)
Partecipazione
(*****)
Presidente
Angelo
Mastrolia
1964
29.04.2020
27.04.2023
Assemblea di
approvazione
bilancio 2025
Azionista
M
x
13
5/5
Vice-Presidente
Giuseppe
Mastrolia
1989
29.04.2020
27.04.2023
Assemblea di
approvazione
bilancio 2025
Azionista
M
x
6
5/5
Amministratore
delegato
Stefano
Cometto
1972
29.04.2020
27.04.2023
Assemblea di
approvazione
bilancio 2025
Azionista
M
x
5
5/5
Amministratore
Benedetta
Mastrolia
1995
29.04.2020
27.04.2023
Assemblea di
approvazione
bilancio 2025
Azionista
M
x
3
5/5
Amministratore
Edoardo
Pozzoli
1982
2019
27.04.2023
Assemblea di
approvazione
bilancio 2025
Azionista
M
x
1
5/5
Amministratore
Valeria Bruni
Giordani
1974
29.04.2020
27.04.2023
Assemblea di
approvazione
bilancio 2025
Azionista
M
x
x
x
1
5/5
Amministratore
Anna Claudia
Pellicelli
1965
29.04.2021
27.04.2023
Assemblea di
approvazione
bilancio 2025
Azionista
M
x
x
x
1
5/5
---------------AMMINISTRATORI CESSATI DURANTE L’ESERCIZIO---------------
Amministratore
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
87
NOTE
I simboli di seguito indicati devono essere inseriti nella colonna “Carica”:
• Questo simbolo indica l’amministratore incaricato del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi.
○ Questo simbolo indica il Lead Independent Director (LID).
(*) Per data di prima nomina di ciascun amministratore si intende la data in cui l’amministratore è stato nominato per la prima volta (in assoluto) nel CdA
dell’Emittente.
(**) In questa colonna è indicato se la lista da cui è stato tratto ciascun amministratore è stata presentata da azionisti (indicando “Azionisti”) ovvero dal CdA (indicando
“CdA”).
(***) In questa colonna è indicato se la lista da cui è stato tratto ciascun amministratore è “di maggioranza” (indicando “M”), oppure “di minoranza” (indicando “m”).
(****) In questa colonna è indicato il numero di incarichi di amministratore o sindaco ricoperti dal soggetto interessato in altre società quotate o di rilevanti dimensioni.
Nella Relazione sulla corporate governance gli incarichi sono indicati per esteso.
(*****) In questa colonna è indicata la partecipazione degli amministratori alle riunioni del CdA (indicare il numero di riunioni cui ha partecipato rispetto al numero
complessivo delle riunioni cui avrebbe potuto partecipare; p.e. 6/8; 8/8 ecc.).
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
88
TABELLA 3: STRUTTURA DEI COMITATI CONSILIARI ALLA DATA DI CHIUSURA DELL’ESERCIZIO
NOTE
(*) In questa colonna è indicata la partecipazione degli amministratori alle riunioni dei comitati (indicare il numero di riunioni cui ha partecipato rispetto al numero
complessivo delle riunioni cui avrebbe potuto partecipare; p.e. 6/8; 8/8 ecc.).
(**) In questa colonna è indicata la qualifica del consigliere all’interno del comitato: “P”: presidente; “M”: membro.
C.d.A.
Comitato
Esecutivo
Comitato
OPC
Comitato
Controllo e
Rischi
Comitato
Remunerazioni
Comitato
Nomine
Altro
comitato
Altro
comitato
Carica/Qualifica
Componenti
(*)
(**)
(*)
(**)
(*)
(**)
(*)
(**)
(*)
(**)
(*)
(**)
(*)
(**)
Indipendente da
TUF e da Codice
Anna Claudia
Pellicelli
N/A
N/A
1/1
M
2/2
P
1/1
P
1/1
P
-
-
-
-
Indipendente da
TUF e da Codice
Valeria Bruni
Giordani
N/A
N/A
1/1
P
2/2
M
1/1
M
1/1
M
-
-
-
-
Benedetta
Mastrolia
N/A
N/A
-
-
-
-
1/1
M
1/1
M
-
-
-
-
---------------AMMINISTRATORI CESSATI DURANTE L’ESERCIZIO---------------
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
---------------EVENTUALI MEMBRI CHE NON SONO AMMINISTRATORI---------------
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
89
TABELLA 4: STRUTTURA DEL COLLEGIO SINDACALE ALLA DATA DI CHIUSURA DELL’ESERCIZIO
Collegio Sindacale
Carica
Componenti
Anno di
nascita
Data di
prima
nomina
(*)
In
carica da
In carica fino a
Lista
(M/m)
(**)
Indip.
Codice
Partecipazioni
alle riunioni del
Collegio (***)
N. altri incarichi
(****)
Presidente
Deborah
Sassorossi
1967
26.04.2018
29.04.2021
Assemblea di
approvazione
bilancio 2023
m
x
5/5
7
Sindaco
effettivo
Ester
Sammartino
1966
29.04.2021
29.04.2021
Assemblea di
approvazione
bilancio 2023
M
x
5/5
6
Sindaco
effettivo
Giovanni
Rayneri
1963
26.04.2018
29.04.2021
Assemblea di
approvazione
bilancio 2023
M
x
5/5
20
Sindaco
supplente
Massimo
Carlomagno
1965
29.04.2021
N/A
Assemblea di
approvazione
bilancio 2023
M
X
N/A
N/A
Sindaco
supplente
Michela Rayneri
1969
26.04.2018
N/A
Assemblea di
approvazione
bilancio 2023
M
X
N/A
N/A
Sindaco
supplente
Antonio Mucci
1946
29.04.2021
N/A
Assemblea di
approvazione
bilancio 2023
M
x
N/A
N/A
---------------SINDACI CESSATI DURANTE L’ESERCIZIO---------------
Sindaco
effettivo
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
90
Indicare il numero di riunioni svolte durante l’Esercizio: 7
Indicare il
quorum
richiesto per la presentazione delle liste da parte delle minoranze per l’elezione di uno o più membri (
ex
art. 148
TUF): gli azionisti
che, da soli o insieme ad altri, siano complessivamente titolari di azioni con diritto di voto rappresentanti almeno il 2,5% (duevirgolacinque per cento) del capitale
con diritto di voto nell'assemblea ordinaria.
NOTE
(*) Per data di prima nomina di ciascun sindaco si intende la data in cui il sindaco è stato nominato per la prima volta (in assoluto) nel collegio sindacale dell’Emittente.
(**) In questa colonna è indicato se la lista da cui è stato tratto ciascun sindaco è “di maggioranza” (indicando “M”), oppure “di minoranza” (indicando “m”).
(***) In questa colonna è indicata la partecipazione dei sindaci alle riunioni del collegio sindacale (indicare il numero di riunioni cui ha partecipato rispetto al numero
complessivo delle riunioni cui avrebbe dovuto partecipare; p.e. 6/8; 8/8 ecc.).
(****) In questa colonna è indicato il numero di incarichi di amministratore o sindaco ricoperti dal soggetto interessato ai sensi dell’art. 148-bis TUF e delle relative
disposizioni di attuazione contenute nel Regolamento Emittenti Consob. L’elenco completo degli incarichi è pubblicato dalla Consob sul proprio sito internet ai sensi
dell’art. 144-quinquiesdecies del Regolamento Emittenti Consob.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
91
Allegato A - Elenco dei principali incarichi ricoperti dagli Amministratori
Elenco dei principali incarichi ricoperti, alla data della presente relazione, da ciascun Amministratore in altre
società quotate in mercati regolamentati, anche esteri, in società finanziarie, bancarie, assicurative o di rilevanti
dimensioni.
Nome e Cognome
Società
Carica
Status
Angelo Mastrolia
Newlat Food S.p.A.
Presidente del Consiglio
di Amministrazione
In carica
Newlat GmbH
Amministratore
In carica
Symington’s Ltd
Managing Director
In carica
EM Foods S.A.S.
Presidente
In carica
Newlat Group SA
Amministratore Unico
In carica
Newservice S.r.l.
Presidente del Consiglio
di Amministrazione
In carica
New Property S.p.A.
Presidente del Consiglio
di Amministrazione
In carica
TMT Property S.r.l.
Presidente del Consiglio
di Amministrazione
In carica
Latterie Riunite Piana del
Sele S.r.l. in liquidazione
Liquidatore
In carica
Biochemia System S.r.l.
Amministratore Unico
In carica
ABGM Group S.A.
Amministratore Unico
In carica
CFR Hypermarché S.A.
Amministratore Unico
In carica
TMT Group S.A.
Amministratore Unico
In carica
Giuseppe Mastrolia
Newlat Food S.p.A.
Amministratore Delegato
In carica
Newlat GmbH
CEO
In carica
Symington’s Ltd
CEO
In carica
EM Foods S.A.S.
Managing Director
In carica
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
92
New Property S.p.A.
Vice Presidente del
Consiglio di
Amministrazione
In carica
TMT Property S.r.l.
Consigliere
In carica
Stefano Cometto
Newlat Food S.p.A.
Amministratore Delegato
In carica
New Property S.p.A.
Amministratore Delegato
In carica
Newservice S.r.l.
Consigliere
In carica
RA Creations S.r.l.s in
liquidazione
Liquidatore
In carica
Gopura Consulting S.r.l.s.
Amministratore Unico
In carica
Benedetta Mastrolia
Newlat Food S.p.A.
Consigliere
In carica
Symington’s Ltd
Director
In carica
New Property S.p.A.
Consigliere
In carica
Edoardo Pozzoli
Edorisco S.r.l.
Founder
In carica
Meetyourmeal S.r.l.
Founder
In carica
Anna Claudia Pellicelli
Novacoop Società
Cooperativa
Consigliere
In carica
Valeria Bruni Giordani
GAL S.p.A.
Consigliere
In carica
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
93
Allegato B - Elenco dei principali incarichi ricoperti dai Sindaci
Elenco dei principali incarichi ricoperti, alla data della presente relazione, da ciascun Sindaco in altre società
quotate in mercati regolamentati, anche esteri, in società finanziarie, bancarie, assicurative o di rilevanti
dimensioni.
Nome e cognome
Società
Carica
Status
Deborah Sassorossi
Gruppo Menarini
Presidente del Collegio
Sindacale
In carica
Gruppo Colorobbia
Presidente del Collegio
Sindacale
In carica
Telespazio S.p.A.
Sindaco
In carica
Nuovo Pignone International
S.r.l.
Sindaco
In carica
Revenue Collection System
Italia S.r.l.
Sindaco
In carica
Aci Vallelunga S.p.A.
Sindaco
In carica
Sara Vita
Sindaco
In carica
Ester Sammartino
Newlat Food S.p.A.
Sindaco
In carica
Componente O.d.V.
In carica
New Property S.p.A.
Sindaco
In carica
Comune di Pognana lario
Revisore unico
In carica
Comune di Caslino D’Erba
Revisore unico
In carica
Comune di Borghetto
Lodigiano
Revisore unico
In carica
Giovanni Rayneri
Ahlstrom Italia S.p.A.
Sindaco
In carica
Laboravi Fidenter 2 S.p.A.
Sindaco
In carica
Zanichelli Editore S.p.A.
Sindaco
In carica
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
94
PROSPETTI CONTABILI E NOTE ILLUSTRATIVE
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
95
SITUAZIONE PATRIMONIALE E FINANZIARIA
(in Euro)
Note
Al 31 dicembre
2023
2022
Attività non correnti
Immobili, impianti e macchinari
8.1
105.693.762
112.226.207
Attività per diritto d'uso
8.2
17.914.744
11.918.240
di cui verso parti correlate
11.809.430
7.073.877
Attività immateriali
8.3
19.526.664
19.546.574
Partecipazioni in imprese collegate
8.4
1.396.719
1.396.719
Attività finanziarie non correnti valutate al fair value con
impatto a conto economico
8.5
703.424
703.424
Attività per imposte anticipate
8.6
2.041.362
1.956.618
Totale attività non correnti
147.276.675
147.747.782
Attività correnti
Rimanenze
8.7
23.737.600
25.289.328
Crediti commerciali
8.8
26.957.162
33.176.442
di cui verso parti correlate
7.117.999
2.525.912
Attività per imposte correnti
8.9
129.968
251.150
Altri crediti e attività correnti
8.10
14.301.410
14.452.426
di cui verso parti correlate
5.841.874
5.823.947
Attività finanziarie correnti valutate al fair value con impatto
a conto economico
8.11
1.068
1.068
Crediti finanziarie valutati al costo ammortizzato
8.12
3.024.652
3.024.652
di cui verso parti correlate
3.024.652
3.024.652
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti
8.13
36.032.058
26.622.652
di cui verso parti correlate
29.270.085
17.326.604
Totale attività correnti
104.183.917
102.817.718
TOTALE ATTIVITA'
251.460.592
250.565.500
Patrimonio netto
Capitale sociale
28.840.041
28.840.041
Riserve
34.833.578
34.683.215
Risultato netto
2.958.814
154.306
Totale patrimonio netto
8.14
66.632.433
63.677.562
Passività non correnti
Fondi relativi al personale
8.15
5.785.698
6.279.039
Fondi per rischi e oneri
8.16
1.368.796
1.236.423
Passività per imposte differite
8.17
5.994.365
6.220.506
Passività finanziarie non correnti
8.18
38.479.396
48.340.489
Passività per leasing non correnti
8.2
11.457.951
6.185.211
di cui verso parti correlate
7.012.346
3.678.913
Totale passività non correnti
63.086.207
68.261.669
Passività correnti
Debiti commerciali
8.19
78.317.270
74.111.274
di cui verso parti correlate
21.135.511
14.845.521
Passività finanziarie correnti
8.18
20.937.223
25.290.729
di cui verso parti correlate
8.296.375
7.996.518
Passività per leasing correnti
8.2
9.673.580
8.515.823
di cui verso parti correlate
8.890.173
6.410.766
Passività per imposte correnti
8.9
240.596
Altre passività correnti
8.20
12.573.283
10.708.443
di cui verso parti correlate
1.614.636
665.467
Totale passività correnti
121.741.952
118.626.269
TOTALE PASSIVITA' E PATRIMONIO NETTO
251.460.592
250.565.500
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
96
CONTO ECONOMICO
(in Euro)
Note
Al 31 dicembre
2023
2022
Ricavi da contratti con i clienti
9.1
333.894.357
308.966.601
di cui verso parti correlate
3.176.944
1.510.455
Costo del venduto
9.2
(271.001.623)
(251.037.526)
di cui verso parti correlate
(6.406.165)
(10.117.807)
Risultato operativo lordo
62.892.733
57.929.074
Spese di vendita e distribuzione
9.2
(49.557.145)
(49.003.434)
Spese amministrative
9.2
(8.258.591)
(7.964.164)
di cui verso parti correlate
(48.000)
(83.000)
Svalutazioni nette di attività finanziarie
9.3
(417.206)
(630.698)
Altri ricavi e proventi
9.4
6.086.787
4.078.824
Altri costi operativi
9.5
(1.995.641)
(1.717.787)
Risultato operativo
8.750.938
2.691.815
Proventi finanziari
9.6
756.173
239.975
di cui verso parti correlate
649.987
111.322
Oneri finanziari
9.6
(5.347.505)
(2.310.723)
di cui verso parti correlate
(594.265)
(317.195)
Risultato prima delle imposte
4.159.605
621.068
Imposte sul reddito
9.7
(1.200.791)
(466.761)
Risultato netto
2.958.814
154.306
Risultato netto per azione base
9.8
0,21
0,01
Risultato netto per azione diluito
9.8
0,21
0,01
CONTO ECONOMICO COMPLESSIVO
Risultato netto (A)
2.958.814
154.306
a) Altre componenti di conto economico complessivo
che non saranno successivamente riclassificate a
conto economico:
Utili/(perdite) attuariali
8.14
(5.469)
535.739
Effetto fiscale su utili / (perdite attuariali)
8.14
1.526
(149.471)
Totale altre componenti di conto economico
complessivo che non saranno successivamente
riclassificate a conto economico
(3.943)
386.268
Totale altre componenti di conto economico
complessivo, al netto dell'effetto fiscale (B)
(3.943)
386.268
Totale risultato netto complessivo (A)+(B)
2.954.871
540.574
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
97
PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DI PATRIMONIO NETTO
(In Euro)
Note
Capitale
sociale
Riserve
Risultato
netto
Totale
patrimonio
netto della
Società
Al 31 dicembre 2021
8.14
28.840.041
32.003.349
2.293.598
63.136.988
Attribuzione del risultato netto dell'esercizio precedente
-
2.293.598
(2.293.598)
-
Risultato netto
-
-
154.306
154.306
Utili/(perdite) attuariali, al netto del relativo effetto
fiscale
-
386.268
-
386.268
Totale risultato netto complessivo dell'esercizio
-
2.679.866
(2.139.292)
540.574
Al 31 dicembre 2022
8.14
28.840.041
34.683.215
154.306
63.677.562
Attribuzione del risultato netto dell'esercizio precedente
-
154.306
(154.306)
-
Risultato netto
-
-
2.958.814
2.958.814
Utili/(perdite) attuariali, al netto del relativo effetto
fiscale
-
(3.943)
-
(3.943)
Totale risultato netto complessivo dell'esercizio
-
150.363
2.804.508
2.954.871
Al 31 dicembre 2023
8.14
28.840.041
34.833.578
2.958.814
66.632.433
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
98
RENDICONTO FINANZIARIO
(In Euro)
Note
Al 31 dicembre
2023
2022
Risultato prima delle imposte
4.159.605
621.068
- Rettifiche per:
Ammortamenti e svalutazioni
8.1-8.2-8.3
16.402.446
17.090.018
Oneri / (proventi) finanziari
9.6
4.591.333
2.070.748
di cui verso parti correlate
(626.766)
(317.195)
Flusso di cassa generato / (assorbito) da attività operativa
prima delle variazioni del capitale circolante netto
25.153.384
19.781.833
Variazione delle rimanenze
8.7
1.551.728
(5.860.987)
Variazione dei crediti commerciali
8.8
5.802.074
(5.149.094)
Variazione dei debiti commerciali
8.19
4.205.996
4.230.169
Variazione di altre attività e passività
8.5-8.10-8.18-
8.20
1.066.689
(1.811.988)
Utilizzo dei fondi per rischi e oneri e dei fondi per il personale
8.15-8.16
(366.438)
(755.855)
Imposte pagate
8.9-8.23
(199.203)
(362.836)
Flusso di cassa netto generato / (assorbito) da attività
operativa
37.214.229
10.071.242
Investimenti in immobili, impianti e macchinari
8.1-8.2
(2.217.463)
(2.700.932)
Investimenti in attività immateriali
8.3
-
(3.851)
Investimenti di attività finanziarie
8.5-8.11-8.12
-
-
Acquisizione Lyliag
-
(300.000)
Flusso di cassa netto generato / (assorbito) da attività di
investimento
(2.217.463)
(3.004.783)
Accensioni di debiti finanziari a lungo termine
8.18
932.270
6.287.862
Rimborsi di debiti finanziari a lungo termine
8.18
(15.522.845)
(32.380.406)
Rimborsi di passività per leasing
8.2
(6.781.428)
(6.627.422)
di cui verso parti correlate
(2.440.000)
(2.740.000)
Interessi netti pagati
9.6
(4.215.358)
(2.070.748)
Flusso di cassa netto generato/(assorbito) da attività
finanziaria
(25.587.361)
(34.790.714)
Totale variazione disponibilità liquide e mezzi equivalenti
9.409.406
(27.724.255)
Disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio
26.622.652
57.371.558
di cui verso parti correlate
17.326.604
18.398.792
Compensazione accensione debiti finanziari
-
(3.024.652)
Totale variazione disponibilità liquide e mezzi equivalenti
9.409.406
(27.724.255)
Disponibilità liquide alla fine dell'esercizio
36.032.058
26.622.652
di cui verso parti correlate
29.270.085
17.326.604
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
99
1. NOTE ILLUSTRATIVE AL BILANCIO
1.1 Informazioni generali ed operazioni significative realizzate nell’esercizio 2023
Centrale del latte d’Italia S.p.A. è una società costituita in Italia in forma di società per azioni, che opera in
base alla legislazione italiana. La Società ha sede legale in Torino, Via Filadelfia 220.
A partire dal 1° aprile 2020 la Società è entrata a far parte del Gruppo Newlat Food, la cui Capogruppo risulta
oggi essere il principale azionista di Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
La Società ritiene di non essere soggetta ad attività di direzione e coordinamento da parte di Newlat Food
S.p.A. in quanto: (i) le principali decisioni relative alla gestione della Società sono prese all’interno degli organi
propri della Società; (ii) al Consiglio di Amministrazione della Società compete, tra l’altro, l’esame e
l’approvazione dei piani strategici, industriali e finanziari e i budget della Società, l’esame e l’approvazione
delle politiche finanziarie e di accesso al credito della Società , l’esame e l’approvazione della struttura
organizzativa, la valutazione dell’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile della
Società; (iii) la Società opera in piena autonomia rispetto alla conduzione dei rapporti con la clientela e con i
fornitori, senza che vi sia alcuna ingerenza di soggetti estranei alla Società.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
100
2. PRINCIPI CONTABILI ADOTTATI
Di seguito sono riportati i principi contabili e i criteri di valutazione adottati nella predisposizione e redazione
della relazione finanziaria annuale al 31 dicembre 2023.
La relazione finanziaria annuale al 31 dicembre 2023 è stata redatta nel rispetto dei Principi Contabili
Internazionali (“IFRS”) emessi dall’International Accounting Standards Board (“IASB”) e omologati dall’Unione
Europea. Con “IFRS” si intendono anche gli International Accounting Standards (“IAS”) tuttora in vigore, nonché
tutti i documenti interpretativi emessi dall’IFRS Interpretation Committee, precedentemente denominato
International Financial Reporting Interpretations Committee (“IFRIC”) e ancor prima Standing Interpretations Committee
(“SIC”).
La redazione di un bilancio in accordo con gli IFRS (International Financial Reporting Standards) richiede giudizi,
stime e assunzioni che hanno un effetto sulle attività, passività, costi e ricavi. I risultati consuntivi possono
essere diversi da quelli ottenuti tramite queste stime. Le voci di bilancio che richiedono più di altre una
maggiore soggettività da parte degli amministratori nell’elaborazione delle stime e per le quali una modifica
delle condizioni sottostanti le assunzioni utilizzate potrebbe avere un impatto significativo sul bilancio sono:
l’avviamento, l’ammortamento delle immobilizzazioni, le imposte differite, il fondo svalutazione crediti e il
fondo svalutazione magazzino, i fondi rischi, i piani a benefici definiti a favore dei dipendenti e i debiti per
acquisto di partecipazioni contenuti nelle altre passività.
In particolare, le valutazioni discrezionali e le stime contabili significative riguardano la determinazione del
valore recuperabile delle attività non finanziarie calcolato come il maggiore tra il fair value dedotti i costi di
vendita ed il valore d’uso. Il calcolo del valore d’uso è basato su un modello di attualizzazione dei flussi di
cassa. Il valore recuperabile dipende sensibilmente tal tasso di sconto utilizzato nel modello di attualizzazione
dei flussi di cassa, così come dai flussi di cassa attesi in futuro e del tasso di crescita utilizzato. Le assunzioni
chiave utilizzate per determinare il valore recuperabile dell’unità generatrice di flussi di cassa, inclusa un’analisi
di sensitività, sono descritte alla Nota 8.3.
Inoltre, l’utilizzo di stime contabili ed assunzioni significative riguarda anche la determinazione dei fair value
delle attività e passività acquisite nell’ambito delle aggregazioni aziendali. Infatti, alla data di acquisizione, la
Società deve rilevare separatamente, al loro fair value attività, passività e le passività potenziali identificabili ed
acquisite o assunte nell’ambito dell’aggregazione aziendale, nonché determinare il valore attuale del prezzo di
esercizio delle eventuali opzioni di acquisto sulle quote di minoranza. Tale processo richiede l’elaborazione di
stime, basate su tecniche di valutazione, che richiedono un giudizio nella previsione dei flussi di cassa futuri
nonché lo sviluppo di altre ipotesi quali i tassi di crescita di lungo periodo e i tassi di attualizzazione per i
modelli valutativi sviluppati anche con il ricorso ad esperti esterni alla direzione.
2.1 Base di preparazione
Il Bilancio è costituito dagli schemi della situazione patrimoniale e finanziaria, dal conto economico, dal conto
economico complessivo, dal prospetto delle variazioni di patrimonio netto, dal rendiconto finanziario e dalle
note illustrative.
Lo schema adottato per la situazione patrimoniale e finanziaria prevede la distinzione delle attività e delle
passività tra correnti e non correnti.
Un’attività è classificata come corrente quando:
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
101
si suppone che tale attività si realizzi, oppure sia posseduta per la vendita o il consumo, nel normale
svolgimento del ciclo operativo;
è posseduta principalmente con la finalità di negoziarla;
si suppone che si realizzi entro dodici mesi dalla data di chiusura dell’esercizio;
è costituita da disponibilità liquide o mezzi equivalenti (a meno che non sia vietato scambiarla o
utilizzarla per estinguere una passività per almeno dodici mesi dalla data di chiusura dell’esercizio).
Tutte le altre attività sono classificate come non correnti. In particolare, il principio IAS 1 include tra le attività
non correnti le attività materiali, le attività immateriali e le attività finanziarie aventi natura a lungo termine.
Una passività è classificata come corrente quando:
è previsto che venga estinta nel normale ciclo operativo;
è posseduta principalmente con la finalità di negoziarla;
sarà estinta entro dodici mesi dalla data di chiusura dell’esercizio;
non esiste un diritto incondizionato a differire il suo regolamento per almeno dodici mesi dalla data
di chiusura dell’esercizio. Le clausole di una passività che potrebbero, a scelta della controparte, dar
luogo alla sua estinzione attraverso l’emissione di strumenti rappresentativi di capitale, non incidono
sulla sua classificazione.
Lo schema di conto economico adottato prevede la classificazione dei costi per destinazione.
Il prospetto del conto economico complessivo include il risultato dell’esercizio e, per categorie omogenee, i
proventi e gli oneri che, in base agli IFRS, sono imputati direttamente a patrimonio netto.
Il prospetto delle variazioni del patrimonio netto include, oltre agli utili / perdite complessivi del periodo, gli
importi delle operazioni con i possessori di capitale e i movimenti intervenuti durante l’esercizio nelle riserve.
Nel rendiconto finanziario, i flussi finanziari derivanti dall’attività operativa sono presentati utilizzando il
metodo indiretto, per mezzo del quale l’utile o la perdita d’esercizio sono rettificati dagli effetti delle operazioni
di natura non monetaria, da qualsiasi differimento o accantonamento di precedenti o futuri incassi o
pagamenti operativi, e da elementi di ricavi o costi connessi ai flussi finanziari derivanti dall’attività di
investimento o dall’attività finanziaria.
Il Bilancio è stato redatto in Euro, valuta funzionale della Società. Le situazioni finanziarie, patrimoniali,
economiche, le note informative di commento e le tabelle illustrative sono espresse in migliaia di Euro, salvo
ove diversamente indicato.
Il Bilancio è stato predisposto:
sulla base delle migliori conoscenze degli IFRS e tenuto conto della migliore dottrina in materia;
nella prospettiva della continuità dell’attività aziendale, secondo il principio della contabilizzazione
per competenza economica, nel rispetto del principio di rilevanza e significatività dell’informazione,
della prevalenza della sostanza sulla forma e nell’ottica di favorire la coerenza con le presentazioni
future. Le attività e le passività, i costi ed i ricavi non sono fra loro compensati, salvo che ciò sia
ammesso o richiesto dai principi contabili internazionali;
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
102
sulla base del criterio convenzionale del costo storico, fatta eccezione per la valutazione delle attività
e passività finanziarie nei casi in cui è obbligatoria l’applicazione del criterio del fair value.
Conversione delle poste in valuta
Le transazioni in valuta diversa dalla valuta funzionale sono rilevate al tasso di cambio in essere alla data
dell’operazione. Le attività e le passività monetarie denominate in valuta diversa dall’Euro sono
successivamente adeguate al tasso di cambio in essere alla data di chiusura dell’esercizio. Le differenze cambio
eventualmente emergenti sono riflesse nel conto economico all’interno della voce “Utili e perdite su cambi”.
2.2 Principi contabili e criteri di valutazione
Principi contabili adottati
Il Bilancio d’esercizio è stato predisposto in base ai principi contabili internazionali IFRS in vigore emessi
dall’International Accounting Standards Board (“IASB”) e omologati dall’Unione Europea alla data di chiusura di
ciascuno degli esercizi di riferimento.
Si illustrano di seguito i criteri adottati con riferimento alla classificazione, iscrizione, valutazione e
cancellazione delle diverse poste dell’attivo e del passivo, nonché i criteri di rilevazione delle componenti
reddituali.
Attività materiali
La contabilizzazione di immobili, impianti e macchinari tra le attività materiali avviene solo quando si
verificano contemporaneamente le seguenti condizioni:
è probabile che i futuri benefici economici riferibili al bene saranno goduti dall’impresa;
il costo può essere determinato in modo attendibile.
Le attività materiali sono inizialmente valutate al costo, definito come l’importo monetario o equivalente
corrisposto o il fair value di altri corrispettivi dati per acquisire un’attività, al momento dell’acquisto o della
sostituzione. Successivamente all’iscrizione iniziale, le attività materiali sono valutate con il metodo del costo,
al netto delle quote di ammortamento contabilizzate e di qualsiasi perdita di valore accumulata.
Il costo include gli oneri direttamente sostenuti per rendere possibile il loro utilizzo, nonché eventuali oneri
di smantellamento e di rimozione che verranno sostenuti conseguentemente a obbligazioni contrattuali che
richiedano di riportare il bene nelle condizioni originarie.
Gli oneri sostenuti per le manutenzioni e le riparazioni di natura ordinaria e/o ciclica sono direttamente
imputati a conto economico quando sostenuti. La capitalizzazione dei costi inerenti all’ampliamento,
l’ammodernamento o il miglioramento degli elementi strutturali di proprietà o in uso da terzi è effettuata nei
limiti in cui essi rispondano ai requisiti per essere separatamente classificati come attività o parte di un’attività.
Il criterio di ammortamento utilizzato per le attività materiali è il metodo a quote costanti, lungo la vita utile
delle stesse. La vita utile stimata dalla Società per le varie categorie di attività materiali è di seguito riportata:
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
103
Categoria beni
Vita utile
Terreni e fabbricati
10-50 anni
Impianti e macchinari
4-25 anni
Attrezzature industriali e commerciali
2-9 anni
Altri beni
5-20 anni
Ad ogni fine esercizio la società verifica se sono intervenuti rilevanti cambiamenti nelle caratteristiche attese
dei benefici economici derivanti dai cespiti capitalizzati e, in tal caso, provvede a modificare il criterio di
ammortamento, che viene considerato come cambiamento di stima secondo quanto previsto dal principio
IAS 8.
Il valore dell’attività materiale viene completamente stornato all’atto della sua dismissione o quando l’impresa
si attende che non possa derivare alcun beneficio economico dalla sua cessione.
I contributi in conto capitale sono contabilizzati quando sussiste la ragionevole certezza che essi saranno
ricevuti e che tutte le condizioni ad essi riferite risultino soddisfatte. I contributi sono quindi detratti dal valore
delle attività o sospesi tra le passività e accreditati pro quota al conto economico in relazione alla vita utile dei
relativi cespiti.
Attività immateriali
Un’attività immateriale è un’attività che, contemporaneamente, soddisfa le seguenti condizioni:
è identificabile;
è non monetaria;
è priva di consistenza fisica;
è sotto il controllo dell’impresa che redige il bilancio;
si prevede che produca benefici economici futuri per l’impresa.
Se un bene non soddisfa i requisiti sopra indicati per essere definito come attività immateriale, la spesa
sostenuta per acquistare l’attività o per generarla internamente viene contabilizzata come un costo quando è
stata sostenuta.
Le attività immateriali sono rilevate inizialmente al costo. Il costo delle attività immateriali acquisite
dall’esterno comprende il prezzo d’acquisto e qualunque costo direttamente attribuibile.
L’avviamento generato internamente non è rilevato come un’attività così come le attività immateriali derivanti
dalla ricerca (o dalla fase di ricerca di un progetto interno).
Un’attività immateriale derivante dallo sviluppo o dalla fase di sviluppo di un progetto interno viene rilevata
se viene dimostrato il rispetto delle seguenti condizioni:
la fattibilità tecnica di completare l’attività immateriale in modo da essere disponibile per l’uso o per
la vendita;
l’intenzione a completare l’attività immateriale per usarla o venderla;
la capacità a usare o vendere l’attività immateriale;
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
104
il modo in cui l’attività immateriale è in grado di generare i futuri benefici economici ed in particolare
l’esistenza di un mercato per il prodotto dell’attività immateriale o per l’attività immateriale stessa o,
se deve essere usata per fini interni, la sua utilità;
la disponibilità di risorse tecniche, finanziarie e di altro tipo adeguate a completare lo sviluppo e per
l’utilizzo o la vendita del bene;
la capacità di valutare attendibilmente il costo attribuibile all’attività immateriale durante il suo
sviluppo.
Le attività immateriali sono valutate attraverso l’utilizzo del metodo del costo, il quale prevede che dopo la
rilevazione iniziale un’attività immateriale debba essere iscritta al costo al netto degli ammortamenti accumulati
e di qualsiasi perdita per riduzione di valore accumulata.
La vita utile stimata dalla Società per le varie categorie di attività immateriali è di seguito riportata:
Categoria beni
Vita utile
Avviamento
indefinita
Marchi
indefinita
Licenze software
5 anni
Altre immobilizzazioni
5 anni
Nell’ambito della Società sono identificabili le seguenti principali attività immateriali:
Avviamento
L’avviamento è classificato come attività immateriale a vita utile indefinita ed è inizialmente contabilizzato al
costo, come precedentemente descritto, e successivamente assoggettato a valutazione, almeno annuale, volta
a individuare eventuali perdite di valore (si veda in merito quanto riportato nel successivo paragrafo
“Riduzione di valore dell’Avviamento e delle attività materiali e immateriali e delle attività per diritto d’uso”).
Non è consentito il ripristino di valore nel caso di una precedente svalutazione per perdite di valore.
Attività a vita utile indefinita
I marchi, per i quali le condizioni per la classificazione ad attività immateriale a vita utile indefinita sono
rispettate, non sono ammortizzati sistematicamente e sono sottoposti ad impairment test almeno una volta
all’anno e qualora ci siano indicatori di impairment.
Attività immateriali a vita utile definita
Le attività immateriali a vita utile definita sono rilevate al costo, come precedentemente descritto, al netto
degli ammortamenti cumulati e delle eventuali perdite di valore.
L’ammortamento ha inizio nel momento in cui l’attività è disponibile all’uso ed è ripartito sistematicamente
in relazione alla residua possibilità di utilizzazione della stessa e cioè sulla base della stimata vita utile; per il
valore da ammortizzare e la recuperabilità del valore di iscrizione valgono i criteri indicati, rispettivamente, ai
paragrafi “Attività materiali” e “Riduzione di valore dell’Avviamento, delle attività materiali e immateriali e
delle attività per diritto d’uso”.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
105
Attività per diritto d’uso e passività per leasing
La Società si è avvalsa della facoltà di adottare anticipatamente, a partire dal gennaio 2018, il nuovo
principio contabile IFRS 16 “Leases”, che sostituisce lo IAS 17 “Leasing” e le relative interpretazioni.
In accordo con l’IFRS 16, un contratto è, o contiene, un leasing se, in cambio di un corrispettivo, conferisce il
diritto di controllare l’utilizzo di un’attività specificata per un periodo di tempo. Il contratto viene valutato
nuovamente per verificare se è, o contiene, un leasing solo in caso di modifica dei termini e delle condizioni
del contratto.
Per un contratto che è, o contiene, un leasing, ogni componente leasing è separata dalle componenti non leasing,
a meno che la Società applichi l’espediente pratico di cui al paragrafo 15 dell’IFRS 16. Tale espediente pratico
permette al locatario di scegliere, per ogni classe di attività sottostante, di non separare le componenti non
leasing dalle componenti leasing e di contabilizzare ogni componente leasing e le associate componenti non leasing
come un'unica componente leasing.
La durata del leasing è determinata come il periodo non annullabile del leasing, a cui vanno aggiunti entrambi i
seguenti periodi:
periodi coperti da un’opzione di proroga del leasing, se il locatario ha la ragionevole certezza di
esercitare l’opzione; e
periodi coperti dall’opzione di risoluzione del leasing, se il locatario ha la ragionevole certezza di non
esercitare l’opzione.
Nel valutare se il locatario ha la ragionevole certezza di esercitare l'opzione di proroga del leasing o di non
esercitare l'opzione di risoluzione del leasing, sono considerati tutti i fatti e le circostanze pertinenti che creano
un incentivo economico per il locatario a esercitare l'opzione. Il locatario deve rideterminare la durata del
leasing in caso di cambiamento del periodo non annullabile del leasing.
Alla data di decorrenza del contratto, la Società rileva l’attività per diritto d’uso e la relativa passività per leasing.
Alla data di decorrenza del contratto, l'attività per diritto d’uso è valutata al costo. Il costo dell'attività per
diritto d’uso comprende:
l'importo della valutazione iniziale della passività del leasing;
i pagamenti dovuti per il leasing effettuati alla data o prima della data di decorrenza al netto degli
incentivi al leasing ricevuti;
i costi iniziali diretti sostenuti dal locatario; e
la stima dei costi che il locatario dovrà sostenere per lo smantellamento e la rimozione dell'attività
sottostante e per il ripristino del sito in cui è ubicata o per il ripristino dell'attività sottostante nelle
condizioni previste dai termini e dalle condizioni del leasing, a meno che tali costi siano sostenuti per
la produzione delle rimanenze.
Alla data di decorrenza del contratto, il locatario deve valutare la passività per leasing al valore attuale dei
pagamenti dovuti per il leasing non versati a tale data. I pagamenti dovuti per il leasing includono i seguenti
importi:
i pagamenti fissi, al netto di eventuali incentivi al leasing da ricevere;
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
106
i pagamenti variabili dovuti per il leasing che dipendono da un indice o un tasso, valutati inizialmente
utilizzando un indice o un tasso alla data di decorrenza;
gli importi che si prevede che il locatario dovrà pagare a titolo di garanzie del valore residuo;
il prezzo di esercizio dell'opzione di acquisto, se il locatario ha la ragionevole certezza di esercitare
l'opzione; e
i pagamenti di penalità di risoluzione del leasing, se la durata del leasing tiene conto dell'esercizio da
parte del locatario dell'opzione di risoluzione del leasing.
I pagamenti dovuti per il leasing devono essere attualizzati utilizzando il tasso di interesse implicito del leasing,
se è possibile determinarlo facilmente. Se non è possibile, il locatario deve utilizzare il suo tasso di
finanziamento marginale, ossia il tasso di interesse incrementale che la società dovrebbe pagare per ottenere
un finanziamento della medesima durata e ammontare del contratto di locazione.
Successivamente alla rilevazione iniziale, l'attività per diritto d’uso è valutata al costo:
al netto degli ammortamenti accumulati e delle riduzioni di valore accumulate; e
rettificato per tener conto di eventuali rideterminazioni della passività del leasing.
Successivamente alla rilevazione iniziale, la passività per leasing è valutata:
aumentando il valore contabile per tener conto degli interessi sulla passività per leasing;
diminuendo il valore contabile per tener conto dei pagamenti dovuti per i leasing effettuati; e
rideterminando il valore contabile per tener conto di eventuali nuove valutazioni o modifiche del
leasing o della revisione dei pagamenti dovuti per i leasing fissi nella sostanza.
In caso di modifiche del leasing che non si configurano come un leasing separato, l’attività per diritto d’uso
viene rideterminata (al rialzo oppure al ribasso), in coerenza con la variazione della passività per leasing alla
data della modifica. La passività per leasing viene rideterminata in base alle nuove condizioni previste dal
contratto di locazione, utilizzando il tasso di attualizzazione alla data della modifica.
Si precisa che la Società si avvale di due esenzioni previste dall’IFRS 16, con riferimento: (i) ai leasing a breve
termine (ossia ai contratti di leasing che hanno una durata pari o inferiore a 12 mesi a partire dalla data di
decorrenza), in relazione ad alcune categorie di immobilizzazioni, e (ii) ai leasing di attività di modesto valore.
In tali casi, non viene rilevata l’attività consistente nel diritto di utilizzo e la relativa passività per leasing, e i
pagamenti dovuti per il leasing sono rilevati a conto economico.
Riduzione di valore dell’Avviamento, delle attività materiali e immateriali e delle attività per diritto d’uso
A ciascuna data di riferimento del bilancio è effettuata una verifica finalizzata ad accertare l’eventuale esistenza
di indicatori di riduzione del valore delle attività materiali e immateriali non completamente ammortizzate o
a vita utile indefinita ed eventuali immobilizzazioni in corso.
Nel caso sia identificata la presenza di tali indicatori, si procede alla stima del valore recuperabile delle suddette
attività, imputando l’eventuale svalutazione rispetto al relativo valore contabile a conto economico.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
107
In presenza di attività immateriali a vita utile indefinita la stima del valore recuperabile dei relativi ammontari
deve essere fatta con cadenza almeno annuale indipendentemente dalla presenza di indicatori di impairment.
Il valore recuperabile di un’attività è rappresentato dal maggiore tra il fair value, ridotto dei costi di vendita, e
il relativo valore d'uso, determinato attualizzando i flussi finanziari futuri stimati per tale attività, inclusi, se
significativi e ragionevolmente determinabili, quelli derivanti dalla cessione al termine della relativa vita utile,
al netto degli eventuali oneri di dismissione. Nel determinare il valore d'uso, i flussi finanziari futuri attesi sono
attualizzati utilizzando un tasso di sconto al lordo delle imposte che riflette le valutazioni correnti di mercato
del costo del denaro, rapportato al periodo dell’investimento e ai rischi specifici dell'attività.
Per un’attività che non genera flussi finanziari ampiamente indipendenti, il valore recuperabile è determinato
in relazione all’unità generatrice di flussi finanziari (“Cash generating unito “CGU”) cui tale attività appartiene.
Una riduzione di valore è riconosciuta a conto economico qualora il valore di iscrizione dell’attività, o della
CGU a cui la stessa è allocata, sia superiore al relativo valore recuperabile. Le riduzioni di valore di una CGU
sono imputate in primo luogo a riduzione del valore contabile dell’eventuale avviamento attribuito alla stessa
e, quindi, a riduzione delle altre attività, in proporzione al loro valore contabile e nei limiti del relativo valore
recuperabile. Se vengono meno i presupposti per una svalutazione precedentemente effettuata, il valore
contabile dell’attività è ripristinato con imputazione al conto economico, nei limiti del valore netto di carico
che l’attività in oggetto avrebbe avuto se non fosse stata effettuata la svalutazione e fossero stati effettuati i
relativi ammortamenti. Non è consentito il ripristino di valore dell’avviamento nel caso di una precedente
svalutazione per perdite di valore.
Attività finanziarie
Al momento della loro iniziale rilevazione, le attività finanziarie devono essere classificate come “Attività
finanziarie valutate al costo ammortizzato”, “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla
redditività complessiva” o “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico” sulla base
dei seguenti elementi:
il modello di business dell'entità per la gestione delle attività finanziarie; e
le caratteristiche relative ai flussi finanziari contrattuali dell'attività finanziaria.
Le attività finanziarie vengono successivamente cancellate dal bilancio solamente se la cessione ha comportato
il sostanziale trasferimento di tutti i rischi e benefici connessi alle attività stesse. Per contro, qualora sia stata
mantenuta una quota parte rilevante dei rischi e benefici relativi alle attività finanziarie cedute, queste
continuano ad essere iscritte in bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità delle attività stesse sia stata
effettivamente trasferita.
Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato
a) Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato
Sono incluse nella presente categoria le attività finanziarie che soddisfano entrambe le seguenti condizioni:
l’attività finanziaria è posseduta secondo un modello di business il cui obiettivo è conseguito
mediante l’incasso dei flussi finanziari previsti contrattualmente (Business model “Hold to Collect”); e
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
108
i termini contrattuali dell’attività finanziaria prevedono, a determinate date, flussi finanziari
rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell’interesse sull’importo del capitale da
restituire (cd. “SPPI test” superato).
All’atto della rilevazione iniziale tali attività sono contabilizzate al fair value, comprensivo dei costi o proventi
di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso. Successivamente alla rilevazione iniziale, le
attività finanziarie in esame sono valutate al costo ammortizzato, utilizzando il metodo del tasso di interesse
effettivo. Il metodo del costo ammortizzato non viene utilizzato per le attività valorizzate al costo storico
la cui breve durata fa ritenere trascurabile l’effetto dell’applicazione della logica dell’attualizzazione, per quelle
senza una scadenza definita e per i crediti a revoca.
Tale categoria include principalmente i crediti commerciali derivanti dal trasferimento di beni e dalla
prestazione di servizi, rilevati secondo i termini previsti dal contratto con il cliente in base alle disposizioni
dell’IFRS 15 e classificati in funzione della natura del debitore e/o della data di scadenza del credito (tale
definizione include le fatture da emettere per servizi già prestati).
Inoltre, poiché generalmente i crediti commerciali sono a breve termine e non prevedono la corresponsione
di interessi, non si procede al calcolo del costo ammortizzato, e vengono contabilizzati sulla base del valore
nominale riportato nelle fatture emesse o nei contratti stipulati con la clientela: qualora l’effetto
dell’applicazione del metodo del costo ammortizzato non sia di valore significativo, questa disposizione è
adottata anche per i crediti commerciali che hanno una durata contrattuale superiore a 12 mesi. La scelta
deriva dal fatto che l’importo dei crediti a breve termine risulta molto simile applicando il metodo del costo
storico o il criterio del costo ammortizzato e l’impatto della logica di attualizzazione sarebbe dunque del tutto
trascurabile.
I crediti commerciali sono soggetti a una verifica per riduzione di valore (c.d. impairment) in base alle
disposizioni dell’IFRS 9. Ai fini del processo di valutazione, i crediti commerciali sono suddivisi per fasce
temporali di scaduto. Per i crediti performing si effettua una valutazione collettiva raggruppando le singole
esposizioni sulla base del rischio di credito similare. La valutazione è effettuata partendo dalle perdite registrate
per attività con caratteristiche di rischio di credito simili sulla base di esperienze storiche e tiene conto delle
perdite attese.
a) Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva
Sono incluse nella presente categoria le attività finanziarie che soddisfano entrambe le seguenti condizioni:
l’attività finanziaria è posseduta secondo un modello di business il cui obiettivo è conseguito sia
mediante l’incasso dei flussi finanziari previsti contrattualmente sia mediante la vendita dell’attività
finanziaria (Business model “Hold to Collect and Sell”); e
i termini contrattuali dell’attività finanziaria prevedono, a determinate date, flussi finanziari
rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell’interesse sull’importo del capitale da
restituire (cd. “SPPI test” superato).
All’atto della rilevazione iniziale le attività sono contabilizzate al fair value, comprensivo dei costi o proventi di
transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso. Successivamente alla rilevazione iniziale, le
interessenze azionarie non di controllo, collegamento e controllo congiunto, sono valutate al fair value, e gli
importi rilevati in contropartita del patrimonio netto non devono essere successivamente trasferiti a conto
economico, neanche in caso di cessione. La sola componente riferibile ai titoli di capitale in questione che è
oggetto di rilevazione a conto economico è rappresentata dai relativi dividendi.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
109
Per i titoli di capitale inclusi in questa categoria, non quotati in un mercato attivo, il criterio del costo è
utilizzato quale stima del fair value soltanto in via residuale e limitatamente a poche circostanze, ossia quando
le più recenti informazioni per valutare il fair value sono insufficienti, oppure se vi è un'ampia gamma di
possibili valutazioni del fair value e il costo rappresenta la migliore stima del fair value in tale gamma di valori.
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
a) Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
Sono classificate in questa categoria le attività finanziarie diverse da quelle classificate tra le “Attività
finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva” e tra le “Attività finanziarie valutate
al costo ammortizzato”. La voce, in particolare, include esclusivamente gli strumenti di capitale detenuti per
finalità diverse dal trading per i quali la Società non ha optato per la valutazione al fair value con impatto sulla
redditività complessiva e i titoli obbligazionari.
Le attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico sono inizialmente iscritte al fair value,
rappresentato normalmente dal prezzo della transazione.
Dopo la rilevazione iniziale, tali attività finanziarie sono valutate al fair value. Eventuali utili o perdite risultanti
dalla variazione del fair value sono imputati nel conto economico.
Rimanenze
Le rimanenze sono beni:
posseduti per la vendita nel normale svolgimento dell’attività;
impiegati nei processi produttivi per la vendita;
sotto forma di materiali o forniture di beni da impiegarsi nel processo di produzione o nella
prestazione di servizi.
Le rimanenze sono rilevate e valutate al minore tra il costo e il valore netto di realizzo.
Il costo delle rimanenze comprende tutti i costi di acquisto, i costi di trasformazione oltre che gli altri costi
sostenuti per portare le rimanenze nel luogo e nelle condizioni attuali mentre non include le differenze cambio
in caso di rimanenze fatturate in valuta estera. In conformità con quanto previsto dallo IAS 2, per la
determinazione del costo delle rimanenze viene utilizzato il metodo del costo medio ponderato.
Quando il valore netto di realizzo è inferiore al costo, l’eccedenza viene svalutata immediatamente nel conto
economico.
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti
La cassa e le altre disponibilità liquide equivalenti sono iscritte, a seconda della loro natura, al valore nominale
ovvero al costo ammortizzato. Le altre disponibilità liquide equivalenti rappresentano impieghi finanziari a
breve termine e ad alta liquidità che sono prontamente convertibili in valori di cassa noti e soggetti ad un
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
110
irrilevante rischio di variazione del loro valore, la cui scadenza originaria ovvero al momento dell’acquisto non
è superiore a 3 mesi.
Debiti
I debiti commerciali e gli altri debiti sono riconosciuti inizialmente al fair value e successivamente sono valutati
in base al metodo del costo ammortizzato.
I debiti verso banche e altri finanziatori sono inizialmente iscritti al fair value, al netto dei costi accessori di
diretta imputazione, e successivamente sono valutati al costo ammortizzato, applicando il criterio del tasso
effettivo di interesse. Se vi è un cambiamento nella stima dei flussi di cassa attesi, il valore delle passività è
ricalcolato per riflettere tale cambiamento sulla base del valore attuale dei nuovi flussi di cassa attesi e del tasso
interno effettivo determinato inizialmente. I debiti verso banche e altri finanziatori sono classificati fra le
passività correnti, salvo che la Società abbia un diritto incondizionato a differire il loro pagamento per almeno
dodici mesi dopo la data di riferimento.
I debiti sono rimossi dal bilancio al momento della loro estinzione e quando la Società abbia trasferito tutti i
rischi e gli oneri relativi allo strumento stesso.
Benefici ai dipendenti
I benefici ai dipendenti comprendono benefici a breve termine, benefici dovuti ai dipendenti per la cessazione
del rapporto di lavoro e benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro.
I benefici a breve termine, che includono anche i programmi di incentivazione rappresentati dai premi annuali,
dagli MBO e dai rinnovi una-tantum dei contratti collettivi nazionali, sono contabilizzati come passività
(accantonamento di costi) dopo aver dedotto qualsiasi importo già corrisposto, e come costo, a meno che
qualche altro principio IFRS richieda o consenta l’inclusione dei benefici nel costo di un’attività (ad esempio
il costo del personale impiegato nello sviluppo di attività immateriali generate internamente).
La categoria dei benefici per la cessazione del rapporto di lavoro include i piani di incentivazione all’esodo,
sorti nel caso di dimissioni volontarie che prevedono l’adesione del dipendente o di un gruppo di dipendenti
ad accordi sindacali per l’attivazione dei cosiddetti fondi di solidarietà, e i piani di licenziamento, che hanno
luogo nel caso di cessazione del rapporto di lavoro a seguito di scelta unilaterale da parte dell’impresa.
L’impresa rileva il costo di tali benefici come una passività di bilancio nella data più immediata tra il momento
in cui l’impresa non può ritirare l’offerta di tali benefici e il momento in cui l’impresa rileva i costi di una
ristrutturazione che rientra nell’ambito del principio IAS 37. Gli accantonamenti per esodi sono riesaminati
con periodicità almeno semestrale.
I piani per benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro si dividono in due categorie: i piani a
contribuzione definita e i piani a benefici definiti.
I piani a contribuzione definita comprendono principalmente:
i fondi di previdenza integrativa che implicano un ammontare definito di contribuzione da parte
dell’impresa;
il fondo TFR, limitatamente alle quote maturande dal gennaio 2007 per le imprese con oltre 50
dipendenti, qualunque sia l’opzione di destinazione scelta dal dipendente;
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
111
le quote del TFR maturate dal 1° gennaio 2007 e destinate alla previdenza complementare, nel caso
di imprese con meno di 50 dipendenti;
le casse di assistenza sanitaria integrativa.
I piani a benefici definiti comprendono, invece:
il TFR, limitatamente alla quota maturata fino al 31 dicembre 2006 per tutte le imprese, nonché le
quote maturate dal gennaio 2007 e non destinate alla previdenza complementare per le imprese
con meno di 50 dipendenti;
i fondi di previdenza integrativa le cui condizioni prevedono la corresponsione agli aderenti di una
prestazione definita;
i premi di anzianità, che prevedono un’erogazione straordinaria al dipendente al raggiungimento di
un certo livello di anzianità lavorativa.
Nei piani a contribuzione definita l’obbligazione dell’impresa che redige il bilancio è determinata sulla base
dei contributi dovuti per quell’esercizio e pertanto la valutazione dell’obbligazione non richiede ipotesi
attuariali e non vi è possibilità di utili o perdite attuariali.
La contabilizzazione dei piani a benefici definiti è caratterizzata dal ricorso ad ipotesi attuariali per determinare
il valore dell’obbligazione. Tale valutazione è affidata ad un attuario esterno e viene effettuata con cadenza
annuale. Ai fini dell’attualizzazione, la società utilizza il metodo della proiezione unitaria del credito che
prevede la proiezione degli esborsi futuri sulla base di analisi storiche statistiche e della curva demografica e
l’attualizzazione finanziaria di tali flussi sulla base di un tasso di interesse di mercato. Gli utili e le perdite
attuariali sono rilevati in contropartita al patrimonio netto così come previsto dal principio contabile IAS 19.
Fondi per rischi ed oneri, attività e passività potenziali
Le attività e passività potenziali si possono distinguere in più categorie a seconda della natura delle stesse e
dei loro riflessi contabili. In particolare:
i fondi sono obbligazioni effettive di importo e sopravvenienza/scadenza incerta che sorgono da
eventi passati e per le quali è probabile che vi sia un esborso di risorse economiche per le quali sia
possibile effettuare una stima attendibile dell’importo;
le passività potenziali sono obbligazioni possibili per le quali non è remota la probabilità di un
esborso di risorse economiche;
le passività remote sono quelle per le quali l’esborso di risorse economiche è poco probabile;
le attività potenziali sono attività per le quali manca il requisito della certezza e non possono essere
contabilizzate in bilancio;
il contratto oneroso è un contratto nel quale i costi non discrezionali necessari per adempiere alle
obbligazioni assunte sono superiori ai benefici economici che si suppone siano ottenibili dal
contratto;
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
112
la ristrutturazione è un programma pianificato e controllato dalla Direzione aziendale che modifica
in maniera significativa il campo d’azione di un’attività intrapresa dall’impresa o il modo in cui
l’attività è gestita.
Ai fini della rilevazione contabile dell’onere, si ha una rilevazione di accantonamenti nei casi in cui vi è
incertezza in merito alla scadenza o sull’ammontare del flusso di risorse necessario per adempiere
all’obbligazione o di altre passività ed in particolare debiti commerciali o stanziamenti per debiti presunti.
Gli accantonamenti si distinguono dalle altre passività in quanto non vi è certezza in merito alla scadenza o
all’importo della spesa futura richiesta per l’adempimento. Data la loro diversa natura, gli accantonamenti
sono esposti separatamente dai debiti commerciali e dagli stanziamenti per debiti presunti.
La contabilizzazione di una passività o l’accantonamento ad un fondo avviene quando:
vi è un’obbligazione corrente legale o implicita quale risultato di eventi passati;
è probabile che sia necessario l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici per adempiere
l’obbligazione;
può essere effettuata una stima attendibile dell’ammontare dell’obbligazione.
Gli accantonamenti richiedono l’uso di stime. In circostanze estremamente rare in cui non può essere
effettuata una stima attendibile, si è in presenza di una passività che non può essere attendibilmente
determinata e che pertanto è descritta come una passività potenziale.
L’accantonamento ai fondi rischi ed oneri è effettuato per un ammontare che rappresenti la migliore stima
possibile della spesa necessaria per liquidare la relativa obbligazione esistente alla data di riferimento del
bilancio e tiene in considerazione i rischi e le incertezze che inevitabilmente circondano molti fatti e
circostanze. L’importo dell’accantonamento riflette gli eventuali eventi futuri che possono condizionare
l’ammontare richiesto per estinguere un’obbligazione se vi è una sufficiente evidenza oggettiva che questi si
verificheranno.
Una volta determinata la migliore stima possibile della spesa necessaria per liquidare la relativa obbligazione
esistente alla data di riferimento del bilancio, viene determinato il valore attuale dell’accantonamento, nel caso
in cui l’effetto del valore attuale del denaro sia un aspetto rilevante.
Ricavi da contratti con i clienti
In accordo con il principio IFRS 15, i ricavi da contratti con i clienti sono rilevati quando si verificano le
seguenti condizioni:
è stato identificato il contratto con il cliente;
sono state identificate le obbligazioni contrattuali (“performance obligations”) contenute nel contratto;
è stato determinato il prezzo;
il prezzo è stato allocato alle singole obbligazioni contrattuali contenute nel contratto;
è stata soddisfatta l’obbligazione contrattuale contenuta nel contratto.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
113
La Società rileva i ricavi da contratti con i clienti quando (o man mano che) adempie l'obbligazione contrattuale
trasferendo al cliente il bene o servizio (ossia l'attività) promesso. L'attività è trasferita quando (o man mano
che) il cliente ne acquisisce il controllo.
La Società trasferisce il controllo del bene o servizio nel corso del tempo, e pertanto adempie l'obbligazione
contrattuale e rileva i ricavi nel corso del tempo, se è soddisfatto uno dei seguenti criteri:
il cliente simultaneamente riceve e utilizza i benefici derivanti dalla prestazione dell'entità man mano
che quest'ultima la effettua;
la prestazione della Società crea o migliora l'attività (per esempio, lavori in corso) che il cliente
controlla man mano che l'attività è creata o migliorata;
la prestazione della Società non crea un'attività che presenta un uso alternativo e la stessa ha il diritto
esigibile al pagamento della prestazione completata fino alla data considerata.
Se l’obbligazione contrattuale non è adempiuta nel corso del tempo, l’obbligazione contrattuale è adempiuta
in un determinato momento. In tal caso, la Società rileva il ricavo nel momento in cui il cliente acquisisce il
controllo dell’attività promessa.
Il corrispettivo contrattuale incluso nel contratto con il cliente può includere importi fissi, importi variabili
oppure entrambi. Se il corrispettivo contrattuale include un importo variabile (es. sconti, concessioni sul
prezzo, incentivi, penalità o altri elementi analoghi), la Società provvede a stimare l’importo del corrispettivo
al quale avrà diritto in cambio del trasferimento al cliente dei beni o servizi promessi. La Società include nel
prezzo dell’operazione l’importo del corrispettivo variabile stimato solo nella misura in cui è altamente
probabile che quando successivamente sarà risolta l'incertezza associata al corrispettivo variabile non si
verifichi un significativo aggiustamento al ribasso dell'importo dei ricavi cumulati rilevati.
I costi incrementali per l’ottenimento dei contratti con i clienti sono contabilizzati come attività e ammortizzati
lungo la durata del contratto sottostante, se la Società prevede il loro recupero. I costi incrementali per
l'ottenimento del contratto sono i costi che la Società sostiene per ottenere il contratto con il cliente e che
non avrebbe sostenuto se non avesse ottenuto il contratto. I costi per l'ottenimento del contratto che
sarebbero stati sostenuti anche se il contratto non fosse stato ottenuto devono essere rilevati come costo nel
momento in cui sono sostenuti, a meno che siano esplicitamente addebitabili al cliente anche qualora il
contratto non sia ottenuto.
Riconoscimento dei costi
I costi sono rilevati a conto economico secondo il principio della competenza.
Dividendi
I dividendi ricevuti sono contabilizzati a conto economico secondo il principio della competenza, ossia
nell’esercizio in cui sorge il relativo diritto al credito, a seguito della delibera assembleare di distribuzione dei
dividendi da parte della società partecipata.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
114
I dividendi distribuiti sono rappresentati come movimento di patrimonio netto nell’esercizio in cui sono
approvati dall’assemblea degli azionisti.
Imposte sul reddito
Le imposte correnti sono calcolate sulla base del reddito imponibile dell’esercizio, applicando le aliquote fiscali
vigenti alla data di bilancio. Le imposte correnti dell’esercizio e di quelli precedenti, nella misura in cui non
siano state pagate, sono rilevate come passività. Le attività e passività fiscali correnti, dell’esercizio in corso e
di quelli precedenti, devono essere determinate al valore che si prevede rispettivamente di recuperare o di
pagare alle autorità fiscali, applicando le aliquote fiscali e la normativa fiscale vigenti o sostanzialmente
emanate alla data di riferimento del bilancio.
Le imposte differite si distinguono in:
passività fiscali differite, sono gli importi delle imposte sul reddito dovute negli esercizi futuri
riferibili alle differenze temporanee imponibili;
attività fiscali anticipate, sono gli importi delle imposte sul reddito recuperabili negli esercizi futuri
riferibili a differenze temporanee deducibili, riporto a nuovo di perdite fiscali non utilizzate, riporto
a nuovo di crediti di imposta non utilizzati.
Per calcolare l’importo delle attività e delle passività fiscali differite viene applicata l’aliquota fiscale alle
differenze temporanee, imponibili o deducibili, identificate, ovvero alle perdite fiscali non utilizzate e ai crediti
di imposta non utilizzati.
A ciascuna data di riferimento del bilancio è effettuata una nuova valutazione sia delle attività fiscali differite
non rilevate in bilancio che delle attività fiscali anticipate rilevate in bilancio al fine di verificare la sussistenza
del presupposto della probabilità del recupero delle attività fiscali anticipate.
Risultato netto per azione
Il risultato netto per azione base è calcolato dividendo il risultato netto di pertinenza della Società per la media
ponderata delle azioni ordinarie in circolazione durante l’esercizio, escludendo le azioni proprie.
Il risultato netto per azione diluito è calcolato dividendo il risultato di pertinenza della Società per la media
ponderata delle azioni ordinarie in circolazione durante l’esercizio, escludendo le azioni proprie. Ai fini del
calcolo dell’utile per azione diluito, la media ponderata delle azioni in circolazione è modificata assumendo
l’esercizio da parte di tutti gli assegnatari di diritti che potenzialmente hanno effetto diluitivo, mentre il
risultato di pertinenza della Società è rettificato per tener conto di eventuali effetti, al netto delle imposte,
dell’esercizio di detti diritti.
2.3 Principi contabili di recente emissione
Si riporta di seguito la lista dei Nuovi Principi Contabili, Emendamenti ed Interpretazioni omologati
dall’Unione Europea ed efficaci dal 1° gennaio 2023 e le relative descrizioni:
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
115
Data di entrata in vigore
Nuovo principio
contabile/emendamento
Data del Regolamento
omologazione UE (data
pubblicazione GUUE)
1° gennaio 2023
Informativa sui principi contabili
(Modifiche allo IAS 1)
3 Mar 2022 L68/1 (EU)
2022/357
1° gennaio 2023
Definizione di stime contabili
(modifiche allo IAS 8)
3 Mar 2022 L68/1 (EU)
2022/357
1° gennaio 2023
Imposte differite relative ad
attività e passività derivanti da una
singola operazione (Modifiche
allo IAS 12)
12 Aug 2022 L211/78 (EU)
2022/1392
1° gennaio 2023
Riforma fiscale internazionale -
Norme tipo (secondo pilastro)
(Modifiche allo IAS 12)
9 Nov 2023 (EU) 2023/2468
1° gennaio 2023
IFRS 17 Contratti assicurativi
(inclusi modifiche pubblicate nel
2020)
23 Nov 2021 (EU) 2021/2036
1° gennaio 2023
Prima applicazione dell'IFRS 17 e
dell'IFRS 9 Informazioni
comparative (Modifica all'IFRS
17)
9 Sep 2022 L234/10 (EU)
2022/1491
1) Con il Regolamento (UE) n. 2022/357 del 2 marzo 2022, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
dell’Unione Europea del 3 marzo 2022, sono stati adottati (“endorsed”) i seguenti documenti pubblicati
dallo IASB® Board il 12 febbraio 2021:
Informativa sui principi contabili (Modifiche allo IAS 1 Presentazione del bilancio)
Definizione di stime contabili (Modifiche allo IAS 8 Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed
errori).
Modifiche allo IAS 1 Presentazione del bilancio
Con le Modifiche allo IAS 1, lo IASB Board ha definito alcune linee guida per selezionare i principi contabili
da descrivere nelle note al bilancio.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
116
Lo IAS 1, prima delle modifiche, richiede alle entità di fornire l’informativa sui principi contabili adottati
significativi (“significant”), ingenerando difficoltà e confusione tra i redattori e gli utilizzatori primari del
bilancio essendo gli IFRS Standards privi di una definizione di “significativo”.
Tuttavia, lo IAS 1 fornisce la definizione di rilevante (“material”) e, pertanto, lo IASB Board ha modificato lo
IAS 1 richiedendo di fornire l’informativa sui principi contabili adottati che è ritenuta rilevante anziché sui
principi contabili significativi.
In particolare, lo IAS 1.117 chiarisce che “le informazioni sui principi contabili sono considerate rilevanti se,
insieme ad altre informazioni incluse nel bilancio, possono ragionevolmente influenzare le decisioni che gli
utilizzatori principali del bilancio, redatto per scopi di carattere generale, prendono sulla base dello stesso”.
Al fine di identificare l’informativa rilevante sui principi contabili, un’entità deve tener conto delle seguenti
linee guida:
l’informativa sui principi contabili è da considerarsi irrilevante, e quindi da non includere nelle note al
bilancio, se si riferisce a operazioni, altri eventi o condizioni non rilevanti; qualora l’entità decida comunque
di fornire informazioni irrilevanti sui principi contabili, queste non devono comunque oscurare le
informazioni rilevanti sui principi contabili;
le informazioni sui principi contabili possono essere talvolta rilevanti a causa della natura delle operazioni,
degli altri eventi o delle condizioni ad essi correlati, anche nel caso in cui gli importi siano irrilevanti; tuttavia,
non tutte le informazioni sui principi contabili riguardanti operazioni, altri eventi o condizioni rilevanti sono
di per sé rilevanti;
le informazioni che descrivono le modalità di applicazione dei principi contabili alle specifiche transazioni
dell’entità (“entity-specific information”) sono molto più utili rispetto alle informazioni generiche sui principi
contabili (“boilerplate”) o che sono una mera duplicazione delle disposizioni degli IFRS Standards;
un’informativa sui principi contabili ritenuta irrilevante non fa venir meno gli obblighi informativi previsti
dai singoli IFRS Standards.
Le Modifiche allo IAS 1 descrivono alcune circostanze in cui un’entità normalmente potrebbe concludere che
l’informazione su un principio contabile sia rilevante per il proprio bilancio. Ad esempio, è probabile che
l’entità consideri rilevanti per il proprio bilancio le informazioni sui principi contabili se tali informazioni si
riferiscono a operazioni, ad altri eventi o condizioni rilevanti e:
a) l’entiha modificato un principio contabile nel corso dell’esercizio e tale cambiamento ha comportato una
modifica rilevante delle informazioni contenute nel bilancio;
b) l’entità ha scelto un principio contabile tra una o più opzioni consentite dagli IFRS Standards (ad esempio,
investimenti immobiliari valutati al costo piuttosto che al fair value in accordo allo IAS 40);
c) il principio contabile è stato definito applicando le disposizioni dello IAS 8 in assenza di una specifica
disposizione degli IFRS Standards;
d) l’applicazione del principio contabile richiede giudizi e assunzioni significativi che sono stati descritti nelle
note al bilancio in accordo allo IAS 1.122 e 125, oppure;
e) il trattamento contabile è complesso e gli utilizzatori del bilancio senza un’adeguata informativa non
sarebbero in grado di comprendere le transazioni, gli eventi e le condizioni rilevanti.
Modifiche allo IAS 8
Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori
)
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
117
L’obiettivo delle Modifiche allo IAS 8 è quello di risolvere le difficoltà interpretative, riscontrate nella pratica,
nel distinguere un cambiamento nelle stime contabili (“changes in accounting estimate”) da un cambiamento
nei principi contabili (“changes in accounting policy”), per i quali sono previsti differenti trattamenti contabili:
gli effetti di un cambiamento nelle stime contabili sono generalmente rilevati nel bilancio in modo
prospettico;
gli effetti di un cambiamento dei principi contabili sono generalmente rilevati in modo retroattivo.
Nuova definizione di “stime contabili”
Lo IASB Board ha sostituito la definizione di “cambiamento nelle stime contabili” con il nuovo concetto di
“stime contabili” e in particolare le
stime contabili
sono importi monetari rilevati in bilancio soggetti a incertezza della
valutazione”.
Il termine “importo monetario” (“monetary amount”) si riferisce a qualsiasi importo da rilevare in bilancio ed è,
quindi, diverso dal concetto di “elemento monetario” (“monetary item”) definito nello IAS 21 Effetti delle
variazioni dei cambi delle valute estere.
Il termine “incertezza della valutazione” (“measurement uncertainty”), che è coerente con la definizione riportata
nell’Appendice al Quadro Concettuale negli IFRS Standards (“Conceptual Framework”) pubblicato nel marzo
2018, si riferisce invece all’incertezza che emerge quando un importo monetario, che deve essere incluso nel
bilancio, non può essere direttamente osservato e deve, invece, essere stimato.
Lo IASB Board non ha ritenuto necessario l’inserimento nello IAS 8 della definizione di “importo non
monetario” (“non-monetary item”), dato che tale terminologia si riferisce solitamente agli input utilizzati per
stimare gli importi monetari e le modifiche a tali input sono, a loro volta, cambiamenti alle stime contabili.
La definizione di “stime contabili” non include le stime effettuate nell’applicazione dei principi contabili per
questioni differenti dalla valutazione di voci di bilancio quali, ad esempio, le stime necessarie a decidere se
rilevare in bilancio un’attività o una passività.
Relazione tra “stime contabili” e “principi contabili”
Le Modifiche allo IAS 8 chiariscono che per conseguire l’obiettivo di un principio contabile l’entità debba
elaborare una stima contabile.
Le stime contabili rappresentano il risultato di tecniche di valutazione (“measurement techniques”) che, oltre agli
input, includono anche le tecniche di stima (“estimation techniques”) e le tecniche valutative (“valuation techniques”).
Dato che le stime contabili rappresentano l’output delle tecniche di valutazione, le modifiche agli input
utilizzati o alle tecniche di valutazione (a seguito della disponibilità di nuove informazioni, di una maggiore
esperienza o di nuovi sviluppi) rappresentano cambiamenti nelle stime contabili, a meno che derivino da
correzioni di esercizi precedenti, e non rappresentano cambiamenti di principi contabili.
2) Si riportano di seguito i Regolamenti (UE) pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea
con i quali sono stati adottati (“endorsed”) dall’Unione Europea due documenti precedentemente
pubblicati dall’International Accounting Standards Board:
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
118
Regolamento (UE) n. 2022/1392 dell’11 agosto 20221, con il quale è stato omologato il documento
Imposte differite relative ad attività e passività derivanti da una singola operazione (Modifiche allo IAS 12 Imposte sul
reddito)”, pubblicato dallo IASB Board il 7 maggio 2021;
Regolamento (UE) n. 2022/1491 dell’8 settembre 20222, con il quale è stato omologato il documento
Prima applicazione dell’IFRS 17 e dell’IFRS 9 Informazioni comparative (Modifiche all’IFRS 17 Contratti
Assicurativi)”, pubblicato dallo IASB Board il 9 dicembre 2021.
Imposte differite relative ad attività e passività derivanti da una singola operazione (Modifiche allo
IAS 12
Imposte sul reddito
)
Con le Modifiche allo IAS 12, lo IASB Board ha chiarito quanto segue:
le eccezioni alla rilevazione iniziale delle attività e passività per imposte differite non si applicano qualora
da una singola operazione siano rilevate in bilancio un’attività e una passività che danno luogo a differenze
temporanee imponibili e deducibili di uguale valore;
le differenze temporanee deducibili e imponibili devono essere calcolate considerando separatamente
l’attività e la passività rilevate in bilancio per effetto di una singola operazione e non sul loro valore netto.
Le attività per imposte differite relative alle differenze temporanee deducibili, determinate come sopra
indicato, sono rilevate in bilancio solo se ritenute recuperabili.
Lo IASB Board ha chiarito che, qualora le differenze temporanee imponibili e deducibili relative alla
rilevazione iniziale in bilancio di un’attività e di una passività per effetto di una singola operazione abbiano un
diverso valore, l’entità non dovrà rilevare le attività e le passività per imposte differite, in quanto la loro
rilevazione iniziale comporterebbe una rettifica iniziale del valore contabile dell’attività o della passività a cui
si riferiscono, rendendo meno trasparente il bilancio.
Prima applicazione dell’IFRS 17 e dell’IFRS 9 Informazioni comparative (Modifiche all’IFRS 17
Contratti assicurativi
)
Le Modifiche all’IFRS 17 sono volte ad eliminare le asimmetrie contabili (“accounting mismatches”) che
possono generarsi nei dati del bilancio comparativo per effetto della prima applicazione dell’IFRS 17 e
dell’IFRS 9.
In particolare, con le Modifiche all’IFRS 17 lo IASB Board ha incluso tra le disposizioni transitorie dell’IFRS
17 una nuova opzione, denominata “classification overlay”, che consente, alle entità assicurative che
applichino contestualmente l’IFRS 17 e l’IFRS 9, di classificare e valutare nel bilancio comparativo le attività
finanziarie connesse all’attività assicurativa in base alle disposizioni dell’IFRS 9.
Essendo una facoltà, le informazioni comparative per un’attività finanziaria connesse all’attività assicurativa
non devono essere rideterminate secondo quanto disposto dall’IFRS 9 nel caso in cui:
l’entità scelga di non rideterminare gli esercizi precedenti; oppure
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
119
l’entità ridetermini gli esercizi precedenti, ma l’attività finanziaria sia stata eliminata contabilmente negli
esercizi precedenti.
L’entità che applica il classification overlay deve presentare le informazioni comparative come se le
disposizioni in materia di classificazione e valutazione di cui all’IFRS 9 fossero sempre state applicate e
utilizzare informazioni ragionevoli e supportabili, disponibili alla data di transizione, per determinare le
modalità di classificazione e valutazione, alla data di prima applicazione dell’IFRS 9, delle attività finanziarie.
Nell’applicare tale opzione di transizione a un’attività finanziaria, l’entità non è tenuta ad applicare le
disposizioni in materia di riduzione di valore di cui alla sezione 5.5 dell’IFRS 9, continuando, quindi, a
presentare gli importi rilevati in relazione alla riduzione di valore nell’esercizio precedente in conformità allo
IAS 39.
Qualsiasi differenza esistente tra il valore contabile di un’attività finanziaria prima e dopo la data di transizione
per effetto del classification overlay deve essere rilevata alla data di transizione come rettifica del saldo di
apertura degli utili portati a nuovo (o, sulla base delle specifiche circostanze, di altra componente del
patrimonio netto).
Le entità che applicano le Modifiche all’IFRS 17 devono fornire nelle note al bilancio le informazioni
qualitative, che permettano agli utilizzatori del bilancio di comprendere:
l’estensione di applicazione del classification overlay (ad esempio, se è stato applicato a tutte le attività
finanziarie eliminate contabilmente nell’esercizio comparativo)
l’eventuale applicazione delle disposizioni in materia di riduzione di valore di cui alla sezione 5.5 dell’IFRS
9 e i relativi effetti.
La Società non si aspetta impatti economici e patrimoniali significativi con riferimento alle disposizioni
derivanti dall’entrata in vigore dei sopra citati principi.
In ogni caso, la Società non ha adottato, in via anticipata, principi contabili ed emendamenti aventi data di
efficacia in esercizi successivi.
Principi contabili, emendamenti ed interpretazioni omologati dall’Unione Europea ed efficaci
dal 1° Gennaio 2024
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
120
Data di entrata in vigore
Nuovo principio
contabile/emendamento
Data del Regolamento
omologazione UE (data
pubblicazione GUUE)
gennaio 2024
Modifiche allo IAS 1:
- Classificazione delle passività
come correnti o non-correnti
- Classificazione delle passività
come correnti non-correnti -
Differimento della data di entrata
in vigore
- Passività non-correnti con
clausole
20 Dec 2023 (EU) 2023/2822
1° gennaio 2024
Passività del leasing in
un’operazione di vendita e
retrolocazione (Modifiche
all’IFRS 16)
21 Nov 2023 (EU) 2023/2579
1) Con il Regolamento (UE) n. 2023/2579 del 20 novembre 20231, la Commissione Europea ha
omologato (“endorsed”) il documento “Passività del leasing in un’operazione di vendita e
retrolocazione (Modifiche all’IFRS 16 Leasing)”, pubblicato dallo IASB® Board il 22 settembre 2022.
Con le Modifiche all’IFRS 16, lo IASB Board ha chiarito il seguente trattamento contabile per le valutazioni
successive della passività del leasing derivante da un’operazione di vendita e retrolocazione:
- il locatario-venditore applica le disposizioni dei paragrafi IFRS 16.36-46 per la valutazione successiva
delle passività del leasing derivante dalla retrolocazione;
- nell’applicare i suddetti paragrafi dell’IFRS 16, il venditore-locatario deve determinare i “pagamenti
dovuti per il leasing” o i “pagamenti dovuti per il leasing rivisti” in maniera tale da non rilevare alcun
importo degli utili o delle perdite che si riferiscono all’attività per il diritto d’utilizzo dallo stesso
mantenuto. La passività del leasing è quindi ridotta dell’ammontare dei pagamenti dovuti per leasing
stimati inizialmente, rilevando nell’utile/(perdita) dell’esercizio l’eventuale differenza tra il pagamento
stimato e quello effettivo
- l’applicazione delle disposizioni sopra indicate non impedisce al locatario-venditore di rilevare
nell’utile/(perdita) di esercizio l’utile o la perdita derivante dalla risoluzione parziale o totale del
contratto come previsto dal paragrafo IFRS 16.46, lettera a).
ll locatario-venditore deve definire una propria policy contabile per determinare i pagamenti dovuti per leasing
da includere nella stima iniziale della passività del leasing.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
121
Le Modifiche all’IFRS 16 entrano in vigore con i bilanci degli esercizi aventi inizio a partire dal gennaio
2024. L’applicazione anticipata è consentita fornendo adeguata informativa nelle note al bilancio.
2) Con il Regolamento (UE) n. 2023/2822 del 19 dicembre 20231, la Commissione Europea ha
omologato (“endorsed”) i seguenti documenti pubblicati dallo IASB Board:
- Classificazione delle passività come correnti o non correnti (Modifiche allo IAS 1 Presentazione del
bilancio), pubblicato il 23 gennaio 2020;
- Passività non correnti con clausole (Modifiche allo IAS 1 Presentazione del bilancio), pubblicato il 31
ottobre 2022.
Modifiche allo IAS 1
Diritto a differire l’estinzione di una passività per almeno 12 mesi dalla data di chiusura dell’esercizio
Il primo obiettivo dello IASB Board è stato quello di chiarire i concetti apparentemente discordanti tra di loro
espressi nei paragrafi 69(d) e 73 dello IAS 1.
In particolare, lo IAS 1.69(d) prevedeva come criterio generale per classificare una passività come non corrente
l’esistenza di un “diritto incondizionato dell’entità a differire l’estinzione della passività per almeno 12 mesi
dalla data di chiusura dell’esercizio” e lo IAS 1.73 faceva invece riferimento a “una discrezionalità dell’entità
di rifinanziare o rinnovare l’obbligazione per almeno 12 mesi dalla data di chiusura dell’esercizio di un accordo
di finanziamento esistente”. Dalla lettura combinata di questi due paragrafi non era quindi chiaro se fosse
sufficiente avere alla data di chiusura dell’esercizio un diritto a differire l’estinzione di una passività per almeno
12 mesi o se fosse invece rilevante ai fini della classificazione di una passività in bilancio anche l’intenzione o
meno da parte dell’entità di esercitare tale diritto.
Con le Modifiche allo IAS 1, lo IASB Board ha chiarito che:
- il diritto a differire l’estinzione di una passività per un periodo di almeno 12 mesi dalla data di chiusura
dell’esercizio, indicato nel paragrafo 69(d), non deve essere incondizionato, ma è sufficiente che sia
“sostanziato e […] deve esistere alla data di chiusura dell’esercizio”;
- la classificazione di una passività come corrente o non corrente non deve essere influenzata dalle
intenzioni dell’entità di esercitare o meno il diritto a differire il pagamento oltre 12 mesi (ad esempio,
l’intenzione di rifinanziare o rinnovare un prestito estendendo la scadenza) e dalle decisioni assunte
tra la data di chiusura del bilancio e la data della sua pubblicazione (ad esempio, la decisione di
rimborsare anticipatamente un finanziamento).
Modalità di estinzione di una passività
Le Modifiche allo IAS 1 hanno chiarito che, ai fini della classificazione di una passività come corrente o non
corrente, il termine estinzione (di cui al paragrafo 69.a), c) e d)) fa riferimento ad un trasferimento alla
controparte che determina l’estinzione della passività. Il trasferimento potrebbe essere di:
a) disponibilità liquide o altre risorse economiche, per esempio beni o servizi; o
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
122
b) strumenti rappresentativi di capitale proprio dell’entità, a meno che si applichi quanto illustrato al paragrafo
76B.
Le clausole contrattuali di una passività che consentono alla controparte di richiedere l’estinzione della
passività mediante il trasferimento di strumenti rappresentativi di capitale proprio dell’entità (ad esempio, un
prestito obbligazionario convertibile) non incidono sulla classificazione della passività come corrente o non
corrente se, applicando lo IAS 32 Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio, l’entità classifica l’opzione
come strumento rappresentativo di capitale, rilevandola separatamente dalla passività finanziaria come una
componente di patrimonio netto di uno strumento finanziario composto (ad esempio, l’opzione di
conversione in un numero fisso di azioni di un prestito obbligazionario convertibile).
Informativa di bilancio
L’entità deve fornire l’informativa in bilancio sugli eventi occorsi tra la data di chiusura dell’esercizio e la data
in cui è autorizzata la pubblicazione del bilancio, che sono specificamente definiti dallo IAS 1 come eventi
successivi non-adjusting in accordo alle disposizioni dello IAS 10 Fatti intervenuti dopo la data di chiusura
dell’esercizio di riferimento:
a) rifinanziamento a lungo termine di una passività classificata come corrente
b) rettifica della violazione (“breach”) di un contratto di finanziamento a lungo termine classificato come
corrente
c) concessione da parte del finanziatore di un periodo di tolleranza (“grace period”) per sanare la violazione
di un contratto di finanziamento a lungo termine classificato come corrente
d) estinzione di una passività classificata come non corrente.
Se la direzione aziendale ha intenzione o prevede di estinguere una passività classificata come non corrente
entro dodici mesi dalla data di chiusura dell’esercizio, non modifica la classificazione in bilancio ma deve
fornire informativa nelle note sulla tempistica di tale estinzione.
Passività derivanti da contratti di finanziamento con clausole (“covenant”)
Lo IASB Board ha chiarito che, qualora il diritto di differire l’estinzione di una passività derivante da un
contratto di finanziamento per almeno 12 mesi dalla data di chiusura dell’esercizio sia soggetto al rispetto di
specifici covenant, la passività è classificata come non corrente se sono stati rispettati tutti i covenant previsti
contrattualmente fino alla data di chiusura dell’esercizio, anche se il loro calcolo è effettuato nei primi mesi
dell’esercizio successivo.
Il rispetto dei covenant contrattuali da calcolare dopo la data di chiusura del bilancio non è rilevante ai fini
della classificazione della passività nel prospetto della situazione patrimoniale-finanziaria.
Informativa di bilancio sulle passività derivanti da contratti di finanziamento con covenant
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
123
Le Modifiche allo IAS 1 hanno introdotto i seguenti obblighi informativi con riferimento alle passività
derivanti da contratti di finanziamento, che sono classificati come passività non correnti nel prospetto della
situazione patrimoniale-finanziaria, il cui diritto a differire la loro estinzione per almeno 12 mesi dalla data di
chiusura dell’esercizio è soggetto al rispetto di covenant:
a) informazioni sui covenant (compresa la natura dei covenant e quando l’entità è tenuta a rispettarli) e sul
valore contabile delle relative passività
b) informazioni su fatti e circostanze, se esistenti, che indicano che l’entità potrebbe avere difficoltà a rispettare
i covenant. Tali fatti e circostanze potrebbero riferirsi anche alla situazione in cui i covenant da rispettare nei
12 mesi successivi alla data del bilancio non sarebbero rispettati utilizzando i dati alla data di chiusura
dell’esercizio.
Le Modifiche allo IAS 1 entrano in vigore con i bilanci degli esercizi aventi inizio a partire dal 1° gennaio 2024
e devono essere applicate in modo retroattivo in accordo allo IAS 8 Principi contabili, Cambiamenti nelle
stime contabili ed Errori. L’applicazione anticipata è consentita fornendo adeguata informativa nelle note al
bilancio.
3. STIME E ASSUNZIONI
La predisposizione dei bilanci richiede da parte degli Amministratori l’applicazione di principi e metodologie
contabili che, in talune circostanze, si fondano su valutazioni e stime difficili e soggettive, basate
sull’esperienza storica e su assunzioni che sono di volta in volta considerate ragionevoli e realistiche in
funzione delle relative circostanze.
L’applicazione di tali stime e assunzioni influenza gli importi riportati negli schemi di bilancio, quali il
prospetto della situazione patrimoniale e finanziaria, il prospetto di conto economico, il prospetto di conto
economico complessivo, il rendiconto finanziario, nonché l’informativa fornita. I risultati finali delle poste di
bilancio per le quali sono state utilizzate le suddette stime e assunzioni, potrebbero differire, anche
significativamente, da quelli riportati nei bilanci che rilevano gli effetti del manifestarsi dell’evento oggetto di
stima, a causa dell’incertezza che caratterizza le assunzioni e le condizioni sulle quali si basano le stime.
Le aree che richiedono più di altre una maggiore soggettività da parte degli amministratori nell’elaborazione
delle stime e per le quali un cambiamento nelle condizioni sottostanti le assunzioni utilizzate potrebbe avere
un impatto significativo sui risultati finanziari della Società sono le seguenti:
a) Riduzione di valore delle attività materiali e immateriali a vita utile definita: le attività materiali e
immateriali a vita utile definita sono oggetto di verifica al fine di accertare se si sia verificata una
perdita di valore quando sussistono indicatori che facciano prevedere difficoltà per il recupero del
relativo valore netto contabile tramite l’uso. La verifica dell’esistenza dei suddetti indicatori richiede
da parte degli amministratori l’esercizio di valutazioni soggettive basate sulle informazioni disponibili
sia di fonte interna che esterna, nonché sull’esperienza storica. Inoltre, qualora venga determinato
che possa essersi generata una potenziale perdita di valore, si procede alla determinazione della stessa
utilizzando tecniche valutative ritenute idonee. La corretta identificazione degli indicatori di una
potenziale perdita di valore, nonché le stime per la determinazione delle stesse, dipendono da
valutazioni soggettive nonché da fattori che possono variare nel tempo influenzando le valutazioni
e le stime effettuate dal management.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
124
b) Riduzione di valore delle attività immateriali a vita utile indefinita (avviamento): il valore
dell’avviamento è verificato annualmente al fine di accertare l’esistenza di eventuali perdite di valore
da rilevare a conto economico. In particolare, la verifica in oggetto comporta l’allocazione
dell’avviamento alle unità generatrici di flussi finanziari e la successiva determinazione del relativo
valore recuperabile, inteso come il maggiore tra il fair value e il valore d’uso. Qualora il valore
recuperabile risulti inferiore al valore contabile delle unità generatrici di flussi finanziari, si procede
a una svalutazione dell’avviamento allocato alle stesse.
c) Riduzione di valore delle attività immateriali a vita utile indefinita (marchi): il valore dei marchi a vita
utile indefinita è assoggettato a test di impairment annuale. Il valore in uso è determinato sulla base
del metodo discounted cash flow (DCF), sulla base di un tasso di sconto e un periodo di previsione
esplicita di 4 anni basato sui budget approvati dalla Società. Successivamente al periodo di previsione
esplicita, viene assunto uno specifico tasso di crescita pari al tasso d’inflazione atteso a lungo termine.
I valori previsionali riferiti agli anni futuri e i parametri determinati con riferimento alle informazioni
di mercato correnti sono oggetto di incertezze dovute a sviluppi futuri imprevedibili e possibili
sviluppi nel mercato in cui opera la Società; pertanto, non si esclude che negli anni successivi possa
essere necessario apportare svalutazioni.
d) Fondo svalutazione crediti: la determinazione di tale fondo riflette le stime del management legate alla
solvibilità storica ed attesa degli stessi.
e) Fondi per rischi e oneri: l’identificazione della sussistenza o meno di un’obbligazione corrente (legale
o implicita) è in alcune circostanze di non facile determinazione. Gli amministratori valutano tali
fenomeni di caso in caso, congiuntamente alla stima dell’ammontare delle risorse economiche
richieste per l’adempimento dell’obbligazione. Quando gli amministratori ritengono che il
manifestarsi di una passività sia soltanto possibile, i rischi vengono indicati nell’apposita sezione
informativa su impegni e rischi, senza dar luogo ad alcuno stanziamento.
f) Vita utile delle attività materiali e immateriali: la vita utile è determinata al momento dell’iscrizione
del bene in bilancio. Le valutazioni sulla durata della vita utile si basano sull’esperienza storica, sulle
condizioni di mercato e sulle aspettative di eventi futuri che potrebbero incidere sulla vita utile stessa,
compresi i cambiamenti tecnologici. Di conseguenza, è possibile che la vita utile effettiva possa
differire dalla vita utile stimata.
g) Attività fiscali anticipate: le attività fiscali anticipate sono rilevate nella misura in cui sia probabile
l’esistenza di adeguati utili fiscali futuri a fronte dei quali le differenze temporanee o eventuali perdite
fiscali potranno essere utilizzate.
h) Rimanenze: le rimanenze finali di prodotti che presentano caratteristiche di obsolescenza o di lento
rigiro sono periodicamente sottoposte a test di valutazione e svalutate nel caso in cui il valore
recuperabile delle stesse risultasse inferiore al valore contabile. Le svalutazioni effettuate si basano
su assunzioni e stime degli amministratori derivanti dall’esperienza degli stessi e dai risultati storici
conseguiti.
i) Passività per leasing e diritto d’uso su beni di terzi: l’ammontare della passività per leasing e
conseguentemente delle relative attività per diritto d’uso, dipende dalla determinazione del lease term.
Tale determinazione è soggetta a valutazioni del management, con particolare riferimento all’inclusione
o meno dei periodi coperti dalle opzioni di rinnovo e di risoluzione del leasing previste dai contratti
di locazione. Tali valutazioni saranno riviste al verificarsi di un evento significativo o di un
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
125
significativo cambiamento delle circostanze che abbia un’incidenza sulla ragionevole certezza del
management di esercitare un’opzione precedentemente non considerata nella determinazione del lease
term o di non esercitare un’opzione precedentemente considerata nella determinazione del lease term.
4. GESTIONE DEI RISCHI FINANZIARI
Nell’ambito dei rischi d’impresa, i principali rischi identificati, monitorati e, per quanto di seguito specificato,
attivamente gestiti dalla Società sono i seguenti:
rischio di mercato, derivante dall’oscillazione dei tassi di cambio tra l’Euro e le altre valute nelle quali
opera la Società e dei tassi di interesse;
rischio di credito, derivante dalla possibilità di default di una controparte;
rischio di liquidità, derivante dalla mancanza di risorse finanziarie per far fronte agli impegni
finanziari.
Obiettivo della Società è il mantenimento nel tempo di una gestione bilanciata della propria esposizione
finanziaria, atta a garantire una struttura del passivo in equilibrio con la composizione dell’attivo di bilancio e
in grado di assicurare la necessaria flessibilità operativa attraverso l’utilizzo della liquidità generata dalle attivi
operative correnti e il ricorso a finanziamenti bancari.
La capacità di generare liquidità dalla gestione caratteristica, unitamente alla capacità di indebitamento,
consente alla Società di soddisfare in maniera adeguata le proprie necessità operative, di finanziamento del
capitale circolante operativo e di investimento, nonché il rispetto dei propri obblighi finanziari. La politica
finanziaria della Società e la gestione dei relativi rischi finanziari sono guidate e monitorate a livello centrale.
In particolare, la funzione di finanza centrale ha il compito di valutare e approvare i fabbisogni finanziari
previsionali, di monitorare l’andamento e porre in essere, ove necessario, le opportune azioni correttive.
4.1 Rischio di mercato
Rischio di cambio
L’esposizione al rischio di variazioni dei tassi di cambio deriva dalle attività commerciali della Società condotte
anche in valute diverse dall’Euro. Ricavi e costi denominati in valuta possono essere influenzati dalle
fluttuazioni del tasso di cambio con impatto sui margini commerciali (rischio economico), così come i debiti
e i crediti commerciali e finanziari denominati in valuta possono essere impattati dai tassi di conversione
utilizzati, con effetto sul risultato economico (rischio transattivo). Infine, le fluttuazioni dei tassi di cambio si
riflettono anche sui risultati economici e sul patrimonio.
I principali rapporti di cambio a cui la Società è esposta riguardano:
Euro/USD, in relazione alle transazioni effettuate in dollari statunitensi;
Euro/GBP, in relazione alle transazioni effettuate in sterlina;
Euro/CHF, in relazione alle transazioni effettuate in franchi svizzeri.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
126
La Società non adotta politiche specifiche di copertura delle oscillazioni dei tassi di cambio in considerazione
del fatto che il management non ritiene che tale rischio possa influire negativamente sui risultati della Società in
modo significativo, in quanto l’ammontare dei flussi in entrata ed uscita di valuta estera risulta essere, oltre
che poco rilevante, abbastanza similare per volumi e tempistiche.
Una ipotetica variazione positiva o negativa pari a 100 bps dei tassi di cambio relativi alle valute in cui opera la
Società non avrebbe un impatto significativo sul risultato netto e sul patrimonio netto degli esercizi in esame.
Rischio di tasso di interesse
La Società utilizza risorse finanziarie esterne sotto forma di debito e impiega la liquidità disponibile in
strumenti di mercato. Variazioni nei livelli dei tassi d’interesse influenzano il costo e il rendimento delle varie
forme di finanziamento e di impiego, incidendo pertanto sul livello degli oneri finanziari netti. L’esposizione
al rischio di tasso di interesse è costantemente monitorata in base all’andamento della curva Euribor, al fine
di valutare eventuali interventi per il contenimento del rischio di un potenziale rialzo dei tassi di interesse di
mercato. Alle date di riferimento non vi sono in essere coperture effettuate mediante negoziazione di
strumenti derivati.
Con riferimento al rischio di tasso d’interesse, è stata elaborata un’analisi di sensitività per determinare l’effetto
sul conto economico e sul patrimonio netto che deriverebbe da una ipotetica variazione positiva e negativa di
50 bps dei tassi di interesse rispetto a quelli effettivamente rilevati in ciascun periodo. L’analisi è stata effettuata
avendo riguardo principalmente alle seguenti voci: (i) cassa e disponibilità liquide equivalenti e (ii) passività
finanziarie a breve e a medio/lungo termine. Con riferimento alle disponibilità liquide ed equivalenti è stato
fatto riferimento alla giacenza media e al tasso di rendimento medio del periodo, mentre per quanto riguarda
le passività finanziarie a breve e medio/lungo termine, l’impatto è stato calcolato in modo puntuale.
La tabella di seguito evidenzia i risultati dell’analisi svolta:
(In migliaia di Euro)
Impatto sull'utile al netto
dell'effetto fiscale
Impatto sul patrimonio netto al
netto dell'effetto fiscale
- 50 bps
+ 50 bps
- 50 bps
+ 50 bps
Esercizio chiuso al 31 dicembre 2023
(188)
188
(188)
188
Esercizio chiuso al 31 dicembre 2022
(208)
208
(208)
208
4.2 Rischio di credito
La Società fronteggia l’esposizione al rischio di credito insito nella possibilità di insolvenza e/o nel
deterioramento del merito creditizio della clientela esercitando un monitoraggio continuo.
Il rischio di credito deriva sostanzialmente dall’attività commerciale della Società, le cui controparti sono
operatori della grande distribuzione organizzata (GDO) e della distribuzione al dettaglio. I crediti del secondo
settore sono estremamente frazionati, mentre il settore della grande distribuzione è caratterizzato da una
esposizione su singolo cliente relativamente più consistente.
La Società gestisce il rischio di credito di entrambe le tipologie di clienti attraverso una prassi consolidata, che
prevede una gestione mirata ed oculata con un limite di fido concesso sulla base delle informazioni
commerciali, finanziarie e rischio percepito dal mercato.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
127
La Società opera in aree di business con bassi livelli di rischio di credito, considerata la natura delle sue attività
e il fatto che la sua esposizione creditoria è suddivisa su un largo numero di clienti. Le attività sono iscritte in
bilancio al netto di eventuali svalutazioni determinate sulla base del rischio di inadempienza delle controparti,
tenendo conto delle informazioni disponibili sulla solvibilità e dei dati storici e prospettici.
Le posizioni sono oggetto di periodico monitoraggio del rispetto delle condizioni di pagamento e le azioni di
sollecito dello scaduto sono condotte in coordinamento con la forza vendita. Nel caso, invece, che a seguito
di un’analisi puntuale della singola fattispecie si rilevi un’oggettiva condizione di inesigibilità parziale o totale
del credito l’ammontare della svalutazione tiene conto di una stima dei flussi recuperabili. La metodologia di
gestione del credito non è tale per cui sia ritenuto rilevante suddividere l’esposizione della clientela in classi di
rischio differenti.
Inoltre, si segnala che La Società ha in essere polizze d’assicurazione del credito con primarie società del
settore al fine di mitigare il rischio connesso alla solvibilità della clientela.
Il rischio di credito derivante da crediti che la Società vanta verso il sistema bancario è invece di moderata
entità e deriva sostanzialmente da momentanee giacenze di liquidità eccedente investite solitamente in depositi
bancari e conti correnti presso gli istituti di credito.
La seguente tabella fornisce una ripartizione dei crediti commerciali al 31 dicembre 2023 e 2022 raggruppati
per scaduto, al netto del fondo svalutazione crediti:
(In migliaia di Euro)
A scadere
Scaduti da 1
a 90 giorni
Scaduti
da 91 a
180 giorni
Scaduti da
oltre 181
giorni
Totale
Crediti commerciali lordi al 31 Dicembre 2023
3.297
17.854
2.541
5.774
29.446
Fondo svalutazione crediti
-
-
-
(2.509)
(2.509)
Crediti commerciali netti al 31 Dicembre 2023
3.297
17.854
2.541
3.265
26.957
Crediti commerciali lordi al 31 Dicembre 2022
10.119
19.742
1.159
5.191
36.211
Fondo svalutazione crediti
-
-
-
(3.034)
(3.034)
Crediti commerciali netti al 31 Dicembre 2022
10.119
19.742
1.159
2.157
33.176
4.3 Rischio di liquidità
Il rischio di liquidità rappresenta il rischio che, a causa dell’incapacità di reperire nuovi fondi o di liquidare
attività sul mercato, la Società non riesca a far fronte ai propri impegni di pagamento, determinando un
impatto negativo sul risultato economico nel caso in cui fosse costretto a sostenere costi addizionali per
fronteggiare i propri impegni o una situazione di insolvibilità.
Il rischio liquidità cui la Società potrebbe essere soggetto consiste nel mancato reperimento di adeguati mezzi
finanziari necessari per la sua operatività, nonché per lo sviluppo delle proprie attività industriali e
commerciali. I due principali fattori che determinano la situazione di liquidità della Società sono da una parte
le risorse generate o assorbite dalle attività operative e di investimento, dall’altra le caratteristiche di scadenza
e di rinnovo del debito o di liquidità degli impieghi finanziari e le condizioni di mercato. In particolare, il
principale fattore che influenza la liquidità della Società è costituito dalle risorse assorbite dall’attività
operativa: il settore in cui la Società opera presenta fenomeni di stagionalità delle vendite con picchi di
fabbisogno di liquidità nel terzo trimestre dell’esercizio causati da un maggiore volume di crediti commerciali
rispetto al resto dell’anno. Il governo della variabilità del fabbisogno è affidato all’attività di coordinamento
tra l’area commerciale e l’area finanza che si traduce in un’attenta pianificazione dei fabbisogni finanziari legati
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
128
alle vendite attraverso la stesura del budget finanziario ad inizio anno, ed un attento monitoraggio dei fabbisogni
nel corso di tutto l’esercizio.
Anche il fabbisogno di liquidità legato alle dinamiche di magazzino risulta essere oggetto di analisi, essendo
soggetto anch’esso a fenomeni di stagionalità: la pianificazione degli acquisti di materie prime per il magazzino
è gestita secondo prassi consolidate, che prevedono il coinvolgimento della Presidenza nelle decisioni che
potrebbero avere conseguenze sugli equilibri finanziari della Socie.
L’attività finanziaria della Società comporta, in base a prassi consolidate ispirate a criteri di prudenza e tutela
degli stakeholders, la negoziazione delle linee di affidamento con il sistema bancario e l’esercizio di un costante
monitoraggio dei flussi finanziari della Società.
La tabella successiva evidenzia, per fasce di scadenza contrattuale, i fabbisogni finanziari della Società al 31
dicembre 2023 e 2022 espressi seguendo le seguenti ipotesi:
(i) i flussi di cassa non sono attualizzati;
(ii) i flussi di cassa sono imputati fascia temporale di riferimento in base alla prima data di esigibilità
prevista dai termini contrattuali;
(iii) tutti gli strumenti detenuti alla data di chiusura dell'esercizio per i quali i pagamenti sono stati già
contrattualmente designati sono inclusi. I futuri impegni pianificati ma non ancora iscritti a bilancio
non sono inclusi;
(iv) quando l’importo pagabile non è fisso (es. futuri rimborsi di interessi), la passività finanziaria è valutata
alle condizioni di mercato alla data di reporting; e
(v) i flussi di cassa includono anche gli interessi che l’azienda pagherà fino alla scadenza del debito al
momento della chiusura del bilancio.
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre 2023
entro 1 anno
tra 1 e 2
anni
tra 3 e 5
anni
oltre 5
anni
Valore
contrattuale
Valore
contabile
Passività finanziarie
20.937
10.710
24.218
4.552
60.417
59.417
Passività per leasing
9.674
4.234
7.607
1.367
22.882
21.132
Debiti commerciali
78.317
-
-
-
78.317
78.317
Altre passività correnti
12.573
-
-
-
12.573
12.573
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre 2022
entro 1 anno
tra 1 e 2
anni
tra 3 e 5
anni
oltre 5
anni
Valore
contrattuale
Valore
contabile
Passività finanziarie
25.291
27.163
13.707
9.649
75.810
73.631
Passività per leasing
8.516
2.257
3.302
1.143
15.218
14.701
Debiti commerciali
74.111
-
-
-
74.111
74.111
Altre passività correnti
10.708
-
-
-
10.708
10.708
5. POLITICA DI GESTIONE DEL CAPITALE
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
129
La gestione del capitale della Società è volta a garantire un solido rating creditizio e adeguati livelli degli
indicatori di capitale per supportare i piani di investimento, nel rispetto degli impegni contrattuali assunti con
i finanziatori.
La Società si dota del capitale necessario per finanziare i fabbisogni di sviluppo dei business e di funzionamento
operativo; le fonti di finanziamento si articolano in un mix bilanciato di capitale di rischio e di capitale di
debito, per garantire un’equilibrata struttura finanziaria e la minimizzazione del costo complessivo del capitale,
con conseguente vantaggio di tutti gli stakeholders.
La remunerazione del capitale di rischio è monitorata sulla base dell’andamento del mercato e delle performance
del business, una volta soddisfatte tutte le altre obbligazioni, tra cui il servizio del debito; pertanto, al fine di
garantire un’adeguata remunerazione del capitale, la salvaguardia della continuità aziendale e lo sviluppo dei
business, la Società monitora costantemente l’evoluzione del livello di indebitamento in rapporto al patrimonio
netto, all’andamento del business e alle previsioni dei flussi di cassa attesi, nel breve e nel medio/lungo
periodo.
6. CATEGORIE DI ATTIVITA’ E PASSIVITA’ FINANZIARIE E INFORMATIVA SUL
FAIR VALUE
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
130
Categorie di attività e passività finanziarie
Le seguenti tabelle forniscono una ripartizione delle attività e passività finanziarie per categoria al 31 dicembre
2023 e 2022:
(In migliaia di Euro)
Valore contabile al 31 dicembre
2023
2022
ATTIVITÀ FINANZIARIE:
Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato:
Crediti commerciali
26.957
33.176
Altri crediti e attività correnti
14.301
14.452
Crediti finanziari valutati al costo ammortizato
3.025
3.025
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti
36.032
26.623
80.315
77.276
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico:
Attività finanziarie non correnti valutate al fair value con impatto a conto
economico
703
703
Attività finanziarie correnti valutate al fair value con impatto a conto economico
1
1
704
704
TOTALE ATTIVITÀ FINANZIARIE
77.995
74.956
(In migliaia di Euro)
Valore contabile al 31 dicembre
2023
2022
PASSIVITÀ FINANZIARIE:
Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato:
Passività finanziarie non correnti
38.479
48.340
Passività per leasing non correnti
11.458
6.185
Debiti commerciali
78.317
74.111
Passività finanziarie correnti
20.937
25.291
Passività per leasing correnti
9.674
8.516
Altre passività correnti
12.573
10.708
TOTALE PASSIVITÀ FINANZIARIE
171.439
173.152
Le tabelle sopra esposte evidenziano che la gran parte delle attività e passività finanziarie in essere è
rappresentata da poste finanziarie attive e passive a breve termine. In considerazione della loro natura, per la
maggior parte delle poste, il valore contabile è considerato una ragionevole approssimazione del fair value.
Le attività e passività finanziarie non correnti sono regolate o valutate a tassi di mercato e si ritiene pertanto
che il fair value delle stesse sia sostanzialmente in linea con gli attuali valori contabili.
Informativa sul fair value
In relazione alle attività e passività rilevate nella situazione patrimoniale e finanziaria e valutate al fair value,
l’IFRS 13 richiede che tali valori siano classificati sulla base di una gerarchia di livelli, che rifletta la
significatività degli input utilizzati nella determinazione del fair value. Di seguito si riporta la classificazione dei
fair value degli strumenti finanziari sulla base dei seguenti livelli gerarchici:
Livello 1: fair value determinati con riferimento a prezzi quotati (non rettificati) su mercati attivi per
strumenti finanziari identici. Pertanto, nel Livello 1 l’enfasi è posta sulla determinazione dei seguenti
elementi: (a) il mercato principale dell’attività o della passività o, in assenza di un mercato principale,
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
131
il mercato più vantaggioso dell’attività o della passività; (b) la possibilità per l’entità di effettuare
un’operazione con l’attività o con la passività al prezzo di quel mercato alla data di valutazione.
Livello 2: fair value determinati con tecniche di valutazione con riferimento a variabili osservabili su
mercati attivi. Gli input per questo livello comprendono: (a) prezzi quotati per attività o passività
similari in mercati attivi; (b) prezzi quotati per attività o passività identiche o similari in mercati non
attivi; (c) dati diversi dai prezzi quotati osservabili per l’attività o passività, per esempio: tassi di
interesse e curve dei rendimenti osservabili a intervalli comunemente quotati, volatilità implicite,
spread creditizi, input corroborati dal mercato.
Livello 3: fair value determinati con tecniche di valutazione con riferimento a variabili di mercato
non osservabili.
Le seguenti tabelle riepilogano le attività e passività finanziarie valutate al fair value, suddivise sulla base dei
livelli previsti dalla gerarchia, al 31 dicembre 2023 e 2022:
(In Euro)
Al 31 dicembre 2023
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Attività finanziarie non correnti valutate al fair value con impatto
a conto economico
-
-
703
Attività finanziarie correnti valutate al fair value con impatto a
conto economico
-
-
1
Totale attività finanziarie valutate al
fair value
-
-
704
(In Euro)
Al 31 dicembre 2022
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Attività finanziarie non correnti valutate al fair value con
impatto a conto economico
-
-
703
Attività finanziarie correnti valutate al fair value con impatto a
conto economico
-
-
1
Totale attività finanziarie valutate al
fair value
-
-
704
Non vi sono stati trasferimenti tra i diversi livelli della gerarchia del fair value nei periodi considerati.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
132
7. SETTORI OPERATIVI
L’IFRS 8 - Settori operativi definisce un settore operativo come una componente:
che coinvolge attività imprenditoriali generatrici di ricavi e di costi;
i cui risultati operativi sono rivisti periodicamente al più alto livello decisionale;
per la quale sono disponibili dati economico finanziari separati.
Ai fini dell’IFRS 8, l’attività svolta dalla Società è identificabile nei seguenti settori operativi: Milk Products,
Dairy Products e Altre attività.
Si evidenzia che i settori Dairy e Altre attività fanno riferimento a dati economico-patrimoniali confluiti in
Centrale del Latte d’Italia S.p.A. per effetto dell’affitto di ramo d’azienda dalla controllante Newlat Food
S.p.A. avente efficacia dal gennaio 2021. Con riferimento invece al perimetro di attività della Società non
afferenti al ramo menzionato, coerentemente con i precedenti esercizi, le componenti economico
patrimoniali del bilancio sono totalmente ascrivibili al settore “Milk products” in considerazione
dell’organizzazione delle attività produttive e di commercializzazione prodotti in essere.
Le tabelle di seguito riportano le grandezze economiche e patrimoniali esaminate dal più alto livello decisionale
operativo al fine di una valutazione delle performances della Società al e per l’esercizio chiuso al 31 dicembre
2023 e 2022, nonché la riconciliazione di tali voci rispetto al corrispondente importo incluso nel Bilancio
d’esercizio:
(In Euro migliaia)
Al 31 dicembre 2023
Milk products
Dairy products
Altre Attività
Totale
Ricavi da contratti con i clienti verso terzi
262.449
57.189
14.256
333.894
EBITDA (*)
20.294
4.523
336
25.153
EBITDA Margin
7,73%
7,91%
2,36%
7,53%
Ammortamenti e svalutazioni
15.391
460
133
15.984
Svalutazioni nette di attività finanziarie
-
-
417
417
Risultato operativo
4.903
4.063
(214)
8.751
Proventi finanziari
-
-
756
756
Oneri finanziari
-
-
(5.348)
(5.348)
Risultato prima delle imposte
4.903
4.063
(4.806)
4.159
Imposte sul reddito
-
-
(1.201)
(1.201)
Risultato netto
4.903
4.063
(6.006)
2.959
Totale attività
180.328
8.073
63.059
251.460
Totale passività
90.842
14.374
79.612
184.828
Investimenti
2.234
268
2.502
Dipendenti (numero)
532
66
14
612
(*) L'EBITDA è calcolato come somma in valore assoluto del risultato operativo, delle svalutazioni nette di attività
finanziarie e degli ammortamenti e svalutazioni.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
133
(In Euro migliaia)
Al 31 dicembre 2022
Milk products
Dairy products
Altre Attività
Totale
Ricavi da contratti con i clienti verso terzi
245.253
50.033
13.681
308.966
EBITDA (*)
15.714
3.628
440
19.782
EBITDA Margin
6,41%
7,25%
3,22%
6,40%
Ammortamenti e svalutazioni
15.898
366
195
16.459
Svalutazioni nette di attività finanziarie
-
-
631
631
Risultato operativo
(184)
3.262
(386)
2.692
Proventi finanziari
-
-
240
240
Oneri finanziari
-
-
(2.311)
(2.311)
Risultato prima delle imposte
(184)
3.262
(2.456)
622
Imposte sul reddito
-
-
(467)
(467)
Risultato netto
(184)
3.262
(2.923)
155
Totale attività
215.032
8.911
26.623
250.566
Totale passività
104.799
8.458
73.631
186.888
Investimenti
1.395
1.306
4
2.705
Dipendenti (numero)
530
63
12
605
(*) L'EBITDA è calcolato come somma in valore assoluto del risultato operativo, delle svalutazioni nette di attività finanziarie e degli ammortamenti e
svalutazioni.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
134
8. NOTE ALLA SITUAZIONE PATRIMONIALE E FINANZIARIA
8.1 Immobili, impianti e macchinari
La seguente tabella riporta la composizione e la movimentazione della voce “Immobili, impianti e macchinari”
per gli esercizi chiusi al 31 dicembre 2023 e 2022:
(In migliaia di Euro)
Terreni e
fabbricati
Impianti e
macchinari
Attrezzature
industriali e
commerciali
Migliorie
su beni
di terzi
Attività
materiali
in corso
e
acconti
Totale
Costo storico al 31 dicembre 2022
85.255
130.461
18.834
358
184
235.092
Investimenti
227
1.013
382
880
2.502
Dismissioni
(336)
(612)
(948)
Riclassifiche
6
240
(246)
-
Costo storico al 31 dicembre 2023
85.488
131.378
18.604
358
818
236.646
Fondo ammortamento al 31 dicembre 2022
26.839
78.041
17.664
322
-
122.865
Ammortamenti
1.553
6.642
551
3
8.749
Dismissioni
(54)
(609)
(663)
Fondo ammortamento al 31 dicembre 2023
28.392
84.629
17.606
325
-
130.951
Valore netto contabile al 31 dicembre 2022
58.416
52.420
1.170
36
184
112.226
Valore netto contabile al 31 dicembre 2023
57.096
46.749
998
33
818
105.694
Gli investimenti in immobili, impianti e macchinari per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2023 sono stati pari
ad Euro 2.502 migliaia e sono prevalentemente riconducibili principalmente al rinnovamento delle linee di
produzione del settore milk. Per maggiori informazioni relativamente agli investimenti, si rimanda allo
specifico capitolo “Investimenti”.
Il valore netto delle attività materiali dismesse per l’esercizio 2023 è di ammontare pari ad Euro 285 migliaia.
Al 31 dicembre 2023 non vi sono contributi in conto capitale classificati a riduzione degli impianti e
macchinari di riferimento.
Alcuni immobili sono oggetto di ipoteca. Per maggiori dettagli si rimanda alla sezione relativa alle passività
finanziarie.
Nel corso dell’esercizio non sono state iscritte dalla Società svalutazioni di attività materiali.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
135
8.2 Attività per diritto d’uso e passività per
leasing
La seguente tabella riporta la movimentazione della voce “Attività per diritto d’uso” per l’esercizio chiuso al
31 dicembre 2023:
(In migliaia di Euro)
Attività per diritto d'uso
Costo storico al 31 dicembre 2022
29.333
Investimenti
13.448
Dismissioni
(2.833)
Costo storico al 31 dicembre 2023
39.948
Fondo ammortamento al 31 dicembre 2022
17.415
Ammortamenti
7.216
Dismissioni
(2.598)
Fondo ammortamento al 31 dicembre 2023
22.033
Valore netto contabile al 31 dicembre 2022
11.918
Valore netto contabile al 31 dicembre 2023
17.915
Al 31 dicembre 2023, la Società non ha individuato indicatori di perdite durevoli di valore relativamente alle
attività per diritto d’uso.
Gli incrementi dell’esercizio fanno riferimento prevalentemente al rinnovo per ulteriori tre anni del contratto
di affitto del ramo d’azienda “M&D”, stipulato con la controllante Newlat Food S.p.A. e precedentemente
richiamato in apposito paragrafo della Relazione sulla Gestione, alla quale si rimanda.
La tabella che segue riporta i valori contrattuali non attualizzati delle passività per leasing della Società al 31
dicembre 2023, a seguito dell’applicazione dell’IFRS 16 già a partire dal 1° gennaio 2018:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre 2023
entro 1
anno
tra 1 e 2
anni
tra 3 e 5
anni
Oltre 5 anni
Valore
contrattuale
Valore
contabile
Passività per leasing
9.674
4.234
7.607
1.367
22.882
21.132
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre 2022
entro 1
anno
tra 1 e 2
anni
tra 3 e 5
anni
Oltre 5 anni
Valore
contrattuale
Valore
contabile
Passività per leasing
8.516
2.257
3.302
1.143
15.218
14.701
Il tasso di attualizzazione è stato determinato sulla base del tasso di finanziamento marginale della Società,
con una durata e con garanzie simili, necessario per ottenere un'attività di valore simile all'attività consistente
nel diritto di utilizzo in un contesto economico simile. La Società ha deciso di applicare un unico tasso di
attualizzazione ad un portafoglio di leasing con caratteristiche ragionevolmente simili, quali i leasing con una
durata residua simile per una classe di attività sottostante simile in un contesto economico simile.
Le attività per diritto d’uso relative a beni immobili si riferiscono prevalentemente alla locazione degli
stabilimenti produttivi di Reggio Emilia, Lodi e Lecce concessi in conduzione a Newlat in forza dei contratti
di locazione stipulati con la società correlata New Property. Tali locazioni rientrano nell’ambito dei rapporti
con parti correlate, al riguardo si rinvia alla successiva sezione del Bilancio d’esercizio.
Le attività per diritto d’uso relative a macchinari si riferiscono prevalentemente alla locazione di beni
strumentali impiegati nel processo produttivo.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
136
8.3 Attività immateriali
La seguente tabella riporta la composizione e la movimentazione della voce “Attività immateriali” per
l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2023:
(In migliaia di Euro)
Avviamento
Concessioni, licenze,
marchi e diritti simili
Immobilizzazioni in
corso
Totale
Costo storico al 31
dicembre 2022
570
42.395
2
42.967
Investimenti
-
-
-
-
Costo storico al 31
dicembre 2023
570
42.395
2
42.967
Fondo ammortamento
al 31 dicembre 2022
220
23.200
-
23.420
Ammortamenti
-
20
-
20
Fondo ammortamento
al 31 dicembre 2023
220
23.220
-
23.440
Valore netto contabile
al 31 dicembre 2022
350
19.195
2
19.547
Valore netto contabile
al 31 dicembre 2023
350
19.175
2
19.527
Non sono stati individuati indicatori di perdite durevoli di valore relativamente alle attività immateriali per
l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2023.
Si riporta di seguito una descrizione delle principali voci che compongono le attività immateriali:
Concessioni, licenze, marchi e diritti simili
La voce “Concessioni, licenze, marchi e diritti simili” è composta prevalentemente dai marchi a vita utile
indefinita, di cui si riporta di seguito il valore al 31 dicembre 2023 e 2022:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2023
2022
Marchi a vita utile indefinita
19.132
19.132
Totale valore netto contabile
19.132
19.132
Con l’operazione di fusione per incorporazione di Centrale del Latte di Vicenza e Centrale del Latte della
Toscana, vengono iscritti tra le attività immateriali a vita utile indefinita, oltre il marchio “Centro Latte Rapallo
Latte Tigullio” già in capo a Centrale del Latte d’Italia S.p.A. (Euro 5.891 migliaia), i marchi “Mukki” (Euro
7.955 migliaia) e “Centrale del Latte di Vicenza” (Euro 5.286 migliaia) per complessivi Euro 19.132 migliaia.
Sulla base delle indicazioni previste dallo IAS 36 i marchi a vita utile indefinita sono sottoposti a test di
impairment su base almeno annuale.
Il valore d’uso è determinato sulla base del metodo del discounted cash flow (DCF), utilizzando un tasso di
sconto e un periodo di previsione esplicita di 4 anni basato sull’aggiornamento del Piano industriale approvato
dal Consiglio di Amministrazione in data 18 marzo 2024.
I flussi utilizzati dagli Amministratori ai fini del test di impairment non includono le componenti economico-
finanziarie derivanti dall’affitto del ramo d’azienda “Milk & Diary” sottoscritto con la società controllante
Newlat Food S.p.A. in data 21 dicembre 2020, e prolungato in corso d’esercizio per ulteriori 3 anni.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
137
Successivamente al periodo di previsione esplicita, viene assunto uno specifico tasso di crescita pari al tasso
d’inflazione atteso a lungo termine. I valori previsionali riferiti agli anni futuri e i parametri determinati con
riferimento alle informazioni di mercato correnti sono oggetto di incertezze dovute a sviluppi futuri
imprevedibili e possibili sviluppi nel mercato in cui opera la Società, pertanto, non si esclude che negli anni
successivi possa essere necessario apportare svalutazioni.
L’analisi richiesta dallo IAS 36 circa la determinazione delle unità generatrici di flussi finanziari, ha condotto
gli Amministratori all’identificazione di un’unica CGU, coincidente con il perimetro societario, in linea, tra
l’altro, con la struttura di gestione e del processo decisionale e di pianificazione strategica nonché con il
modello di verifica delle performance aziendali.
Il test di impairment, approvato dal Consiglio d’Amministrazione in data 18 marzo 2024, è stato predisposto
con il supporto di un professionista indipendente, confrontando il valore contabile con il valore recuperabile
della relativa cash generating unit (CGU) a cui fa riferimento.
La configurazione di valore recuperabile è quella del valore d’uso, determinato attualizzando i dati previsionali
della CGU (“DCF Method”) relativi al periodo di 4 anni successivo alla data di bilancio.
Le assunzioni chiave utilizzate dal management per la determinazione dei dati previsionali della CGU sono la
stima dei livelli di crescita del fatturato, il mantenimento attuale dell’EBITDA e dei flussi di cassa operativi,
nonché un tasso di crescita del valore terminale e del costo medio ponderato del capitale in linea con i dati di
mercato (tasso di attualizzazione), tenendo in considerazione le performance economico-reddituali passate e
le aspettative future.
È stata inoltre verificata la ragionevolezza delle marginalità nel periodo di previsione esplicita, di fatto allineata
a quella registrata nell’esercizio 2023.
Il valore terminale della CGU è stato determinato in base al criterio della rendita perpetua del flusso di cassa
normalizzato della CGU, con riferimento all’ultimo periodo dei dati previsionali considerato, assumendo un
tasso di crescita pari ad un punto puntuale percentuale e un tasso di attualizzazione (“WACC”, che rappresenta
la media ponderata tra il costo del capitale proprio e il costo del debito, dopo le imposte), come di seguito
rappresentato:
Tasso di crescita: 1,0%
WACC: 8,81%
Ai fini della stima del valore d’uso della CGU:
(i) si è fatto uso delle seguenti fonti d’informazione:
a) fonti interne: lo IAS 36 richiede che la stima del valore d’uso si fondi sulle previsioni di flussi di
risultato più aggiornate formulate dall’alta Direzione. Ai fini dell’impairment test delle attività a vita utile
indefinita al 31 dicembre 2023, si è pertanto fatto riferimento all’aggiornamento del Piano industriale
2024/2027, stimando i flussi di risultato in modo omogeneo per gli anni successivi. Il Consiglio di
Amministrazione della Società ha approvato tale test, nonché i flussi ivi rappresentati, in data 18 marzo 2024.
Ai fini della stima del valore d’uso, sono stati previsti investimenti di “mantenimento” per circa Euro 4,5. Ai
fini dell’impairment test al 31 dicembre 2023, non sono prudenzialmente previste ottimizzazioni dei costi
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
138
operativi, oltre a quelli già realizzati nel corrente esercizio, e pertanto si è considerata una marginalità
sostanzialmente costante nel periodo.
b) fonti esterne: ai fini dell’impairment test, si è fatto uso di fonti esterne di informazione ai fini del
calcolo del costo del capitale, la cui stima si è fondata:
- sul CAPM per la stima del cost of equity;
- sulla formula del WACC per la stima del costo medio ponderato del capitale (dopo le imposte).
Il costo del capitale è stato calcolato usando la struttura finanziaria del panel di comparable considerati nel
contesto di analisi.
(ii) si è fatto inoltre uso dei seguenti principali assunti di base:
a) incremento medio dei ricavi del 1,5% annuo dal 2024 al 2027; e
b) EBITDA margin negli anni di previsione pari al 8,5%.
La crescita dei ricavi assunta per gli anni del periodo esplicito è sostanzialmente in linea con le attese di crescita
del mercato italiano, in considerazione del buon posizionamento competitivo della società, ma soprattutto in
considerazione (i) delle previste strategie di crescita della Società; (ii) di una filiera garantita e fortemente
collegata al territorio.
Dalle risultanze dei test di impairment effettuati, emerge che il valore recuperabile stimato per la CGU eccede
il relativo capitale investito netto per oltre Euro 49,6 milioni.
Il valore d’uso è stato calcolato sulla base di un costo medio ponderato del capitale (WACC) pari al 8,81%, ed
un saggio di crescita dei flussi nel valore terminale (g) pari a 1,0. Sono state inoltre effettuate delle analisi di
sensitività per verificare gli effetti sui risultati del test di impairment della variazione di ±0,5% e ±0,25%
rispettivamente del WACC e del tasso di crescita, parametri ritenuti significativi. In particolare, a variazioni
individuali dei principali parametri utilizzati ai fini del test in oggetto, in costanza degli altri parametri, il valore
recuperabile della CGU risulta non inferiore al relativo valore contabile.
8.4 Partecipazioni in imprese collegate
Al 31 dicembre 2023 le partecipazioni in imprese collegate pari ad Euro 1.397 migliaia si riferiscono
principalmente alla partecipazione detenuta dalla Centrale del Latte d’Italia SpA in Mercafir Scpa. Il valore del
patrimonio netto è allineato a quanto iscritto al 31 dicembre 2023.
8.5 Attività finanziarie non correnti valutate al
fair value
con impatto a conto economico
Al 31 dicembre 2023 e 2022 le attività finanziarie non correnti valutate al fair value con impatto a conto
economico ammontano ad Euro 703 migliaia e si riferiscono principalmente alla partecipazione in Futura
S.r.l., oggetto di valutazione al fair value individuato con il supporto di esperti indipendenti. Tale fair value è
classificabile di livello 3 sulla base dei parametri utilizzati nelle tecniche di valutazione applicate.
Il fair value della società Futura S.r.l. è stato determinato sulla base del metodo patrimoniale. Tale metodo di
stima si basa sul principio dell’espressione a valore correnti dei singoli componenti attivi e passivi che formano
il patrimonio di un’azienda o di una parte funzionale della stessa. Secondo tale metodologia, il valore è il
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
139
risultato di una stima, a valori di mercato e in ipotesi di continuità di gestione, di tutte le attività materiali ed
immateriali (nei casi in cui esse possano essere determinate singolarmente), diminuite di tutte le passività.
Tale metodo non prende in esplicita considerazione gli aspetti inerenti la capacità dell’azienda di produrre
risultati economici prospettici.
Questo metodo è comunemente utilizzato per valutare le Holding non operative di partecipazioni, quale è
Futura S.r.l., le cui principali attività sono le partecipazioni e rami d’azienda affittati a società partecipate.
Il valore della partecipazione al netto dello sconto Holding è pari a 688,6 mila Euro.
Il valore delle altre partecipazioni possedute (non significative) è ritenuto rappresentativo del fair value della
quota partecipativa (si tratta principalmente di partecipazioni consortili).
8.6 Attività per imposte anticipate
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Attività per imposte anticipate” al 31 dicembre
2023 e 2022:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2023
2022
Fondi
908
1.003
Ripristino oneri M&D
1.072
891
Ammortamenti
59
61
Altro
2
2
Attività per imposte anticipate
2.041
1.957
Le attività per imposte anticipate sono state iscritte in quanto si ritiene probabile che saranno realizzati redditi
imponibili futuri, a fronte dei quali possano essere realizzate
La seguente tabella riporta la composizione e la movimentazione del valore lordo delle attività per imposte
anticipate per gli esercizi chiusi al 31 dicembre 2023 e 2022:
(In migliaia di Euro)
Fondi
Oneri
M&D
Amm.
Altro
Totale
Saldo al 31 dicembre 2022
1.003
891
61
2
1.957
Accantonamenti (rilasci) a conto economico
(95)
243
(2)
-
146
Altre variazioni
-
(62)
-
-
(62)
Saldo al 31 dicembre 2023
908
1.072
59
2
2.041
Le attività per imposte anticipate e le passività per imposte differite derivano dalle differenze temporanee tra
il valore attribuito ad un’attività o passività in bilancio e il valore attribuito a quella stessa attività o passività ai
fini fiscali.
8.7 Rimanenze
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
140
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Rimanenze” al 31 dicembre 2023 e 2022:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2023
2022
Materie prime, sussidiarie, di consumo e ricambi
14.481
16.557
Prodotti finiti e merci
9.377
8.826
Acconti
26
26
Totale rimanenze lorde
23.884
25.409
Fondo svalutazione rimanenze
(147)
(120)
Totale rimanenze
23.737
25.289
Le rimanenze sono iscritte al netto del fondo obsolescenza, di ammontare pari ad Euro 147 migliaia al 31
dicembre 2023 prevalentemente connesso a ricambi per macchinari, a lenta movimentazione. La tabella
riporta la movimentazione del fondo svalutazione:
(In migliaia di Euro)
Fondo svalutazione rimanenze
Saldo al 31 dicembre 2022
(120)
Accantonamenti
(131)
Utilizzi/Rilasci
104
Saldo al 31 dicembre 2023
(147)
8.8 Crediti commerciali
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Crediti commerciali” al 31 dicembre 2023 e
2022:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2023
2022
Crediti commerciali verso clienti
22.430
33.685
Crediti commerciali verso parti correlate
7.118
2.526
Crediti commerciali (lordi)
29.548
36.210
Fondo svalutazione crediti commerciali
(2.590)
(3.034)
Totale crediti commerciali
26.957
33.176
La seguente tabella riporta la movimentazione del fondo svalutazione crediti commerciali per l’esercizio
chiuso al 31 dicembre 2023:
(In migliaia di Euro)
Fondo svalutazione crediti commerciali
Saldo al 31 dicembre 2021
(2.788)
Accantonamenti
(411)
Utilizzi
165
Saldo al 31 dicembre 2022
(3.034)
Accantonamenti
(417)
Utilizzi
861
Saldo al 31 dicembre 2023
(2.590)
Il valore netto dei crediti commerciali riferibile a posizioni scadute da più di 90 giorni è pari a Euro 5.806
migliaia.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
141
L’analisi del rischio di credito, comprensiva dell’evidenza della copertura del fondo svalutazione crediti sulle
singole fasce di scaduto, è riportata nella precedente sezione della relazione sulla gestione - “Gestione dei
rischi finanziari”.
L’analisi dei crediti commerciali verso parti correlate è riportata nella successiva sezione “Rapporti con parti
correlate”.
Si ritiene che il valore contabile dei crediti commerciali approssimi il relativo fair value.
8.9 Attività e passività per imposte correnti
Le attività per imposte correnti ammontano ad Euro 130 migliaia ed Euro 251 migliaia, rispettivamente al 31
dicembre 2023 e 2022.
Le passività per imposte correnti ammontare ad Euro 241 miglaiaia, non presenti al 31 dicembre 2022.
Le variazioni intervenute nei saldi netti delle attività e passività in esame per l’esercizio chiuso al 31 dicembre
2023 riguardano principalmente lo stanziamento di imposte correnti sul reddito per Euro 1.436 migliaia e
pagamenti e compensazioni per Euro 199 migliaia.
8.10 Altri crediti e attività correnti
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Altri crediti e attività correnti” al 31 dicembre
2023 e 2022:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2023
2022
Crediti tributari
6.969
6.783
Crediti verso istituti previdenziali
4
5
Ratei e risconti attivi
534
479
Acconti
851
864
Altri crediti
5.943
6.321
Totale altri crediti e attività correnti
14.301
14.452
Gli altri crediti fanno principalmente riferimento al credito verso la controllante Newlat Food SpA sorto
nell’ambito dell’operazione di affitto ramo d’azienda Milk & Dairy” descritto in precedenza (Euro 5,3
milioni).
Gli acconti al 31 dicembre 2023 e 2022 si riferiscono prevalentemente a somme versate a fronte di forniture
da ricevere.
I crediti tributari al 31 dicembre 2023 includono prevalentemente i crediti IVA verso l’Erario pari ad Euro
5.424 migliaia, i crediti d’imposta per Euro 1.016 migliaia oltre che i crediti da consolidato fiscale per Euro
523 migliaia.
8.11 Attività finanziarie correnti valutate a fair value con impatto a conto economico
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
142
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Attività finanziarie correnti valutate al fair value
con impatto a conto economico” al 31 dicembre 2023 e 2022:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2023
2022
Attività finanziarie correnti valutate a fair value con impatto a conto economico
1
1
8.12 Crediti Finanziari correnti
La voce crediti finanziari pari a Euro 3.025 migliaia include crediti finanziari vantati nei confronti della parte
correlata New Property SpA.
8.13 Disponibilità liquide e mezzi equivalenti
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Disponibilità liquide e mezzi equivalenti” al 31
dicembre 2023 e 2022:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2023
2022
Depositi bancari e postali
35.530
26.194
Denaro e valori in cassa
502
429
Totale disponibilità liquide e mezzi equivalenti
36.032
26.623
I depositi bancari e postali si riferiscono prevalentemente ai rapporti di tesoreria centralizzata con la
controllant Newlat Food SpA, pari ad Euro 29.270. Quest’ultimi risultano essere prontamente liquidabili ed
esigibili dalla controllante. I restanti depositi bancari fanno riferimento a disponibilità liquide depositate su
conti correnti presso primarie istituzioni bancarie e finanziarie.
Al 31 dicembre 2023, le disponibilità liquide non sono soggette a restrizioni o vincoli.
Si veda lo schema di rendiconto finanziario per le variazioni intervenute nella voce “Disponibilità liquide e
mezzi equivalenti” nel corso degli esercizi in esame.
8.14 Patrimonio netto
La voce “Patrimonio netto” al 31 dicembre 2023 ammonta ad Euro 66.632 migliaia. Il prospetto delle
variazioni del patrimonio netto è riportato nella relativa sezione.
I movimenti che hanno interessato il patrimonio netto per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2023 sono relativi
a quanto segue:
la rilevazione di un utile d’esercizio per Euro 2.959 migliaia;
perdite attuariali per Euro 4 migliaia relative all’attualizzazione del fondo trattamento di fine rapporto.
Capitale sociale
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
143
Il capitale sociale, interamente sottoscritto e versato ammonta Euro 28.840.041,20 diviso in numero
14.000.020 di azioni senza valore nominale.
Riserva legale
La riserva legale al 31 dicembre 2023 è pari ad Euro 2.210 migliaia.
Riserve
Si rimanda al prospetto di movimentazione del patrimonio netto presente negli schemi, per il dettaglio e la
variazione delle riserve avvenuta nell’esercizio 2023. Di seguito si riporta il prospetto con la possibilità di
utilizzo, con riferimento al 31 dicembre 2023
Natura / descrizione
Importo
Possibilità di utilizzazione
Quota disponibile
Capitale
28.840.041
B
28.840.041
Riserve di capitale:
FONDO RIV.OBBL. L.413/91
196.523
A, B
196.523
Riserva FTA
1.265.968
B
1.265.968
Riserva sovrapprezzo azioni
17.420.592
A, B, C
17.420.592
Altre riserve non distribuibili
(161.064)
A, B
(161.064)
Riserve di utili:
Riserva legale
2.210.045
B
2.210.045
Riserva straordinaria
17.216.699
A, B, C
17.216.699
Altre riserve
(3.311.242)
A, B, C
(3.311.242)
Totale
63.677.562
Quota non distribuibile
32.351.513
Residua quota distribuibile
31.326.049
Note:
A Disponibile per aumento di capitale
B Disponibile per copertura eventuali perdite
C Distribuibile agli azionisti
8.15 Fondi relativi al personale
La seguente tabella riporta la composizione e la movimentazione della voce “Fondi relativi al personale” per
gli esercizi chiusi al 31 dicembre 2023 e 2022:
(In migliaia di Euro)
T.F.R.
Saldo al 31 dicembre 2021
7.486
Oneri finanziari
40
Perdite/(utili) attuariali
(536)
Benefici pagati
(711)
Saldo al 31 dicembre 2022
6.279
Oneri finanziari
219
Perdite/(utili) attuariali
6
Benefici pagati
(718)
Saldo al 31 dicembre 2023
5.786
I fondi relativi al personale rappresentano la stima dell’obbligazione, determinata su base di tecniche attuariali,
relativa all’ammontare da corrispondere ai dipendenti al momento della futura cessazione del rapporto di
lavoro.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
144
Trattamento di fine rapporto (T.F.R.)
Il valore del debito per il trattamento di fine rapporto relativo a Centrale del Latte, che rientra nella definizione
di piani a benefici definiti secondo lo IAS 19, è stato determinato secondo logiche attuariali. Si riportano di
seguito le principali ipotesi attuariali, finanziarie e demografiche utilizzate per determinare il valore della
passività al 31 dicembre 2023 e 2022, in accordo alle disposizioni dello IAS 19.
Al 31 dicembre
2023
2022
Ipotesi finanziarie
Tasso di attualizzazione
3,15%
3,70%
Tasso di inflazione
2,25%
2,70%
Tasso annuo di incremento salariale
2,25%
2,70%
Ipotesi demografiche
Decesso
Tavola SIM/SIF2002 ISTAT
Tavola SIM/SIF2002 ISTAT
Pensionamento
Il raggiungimento del primo dei requisiti
pensionabili secondo la normativa
vigente
Il raggiungimento del primo dei
requisiti pensionabili secondo la
normativa vigente
La seguente tabella riepiloga l’analisi di sensitività per ciascuna ipotesi attuariale, finanziaria e demografica,
mostrando gli effetti (in valore assoluto) che ci sarebbero stati a seguito delle variazioni delle ipotesi attuariali
ragionevolmente possibili al 31 dicembre 2023 e 2022:
(In migliaia di Euro)
Tasso di attualizzazione
Tasso di inflazione
Tasso di
turnover
+0,50%
-0,50%
+0,50%
-0,50%
+1%
- 1%
Fondi per il personale (TFR) al 31 dicembre 2023
(247)
247
160
(-160)
17
(17)
Fondi per il personale (TFR) al 31 dicembre 2022
(238)
253
163
(163)
20
(20)
8.16 Fondi per rischi e oneri
La seguente tabella riporta la composizione e la movimentazione della voce “Fondi per rischi e oneri” per
l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2023:
(In migliaia di Euro)
Fondo indennità
clientela agenti
Altri fondi per rischi
e oneri
Totale fondo rischi
e oneri
Saldo al 31 dicembre 2021
1.115
68
1.183
Accantonamenti
98
-
98
Utilizzi
(45)
-
(45)
Saldo al 31 dicembre 2022
1.168
68
1.236
Accantonamenti
134
-
134
Utilizzi
(1)
-
(1)
Saldo al 31 dicembre 2023
1.301
68
1.369
Il fondo indennità clientela agenti rappresenta una ragionevole previsione degli oneri che risulterebbero a
carico della Società in caso di futura interruzione dei rapporti di agenzia.
8.17 Passività per imposte differite
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
145
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Passività per imposte differiteal 31 dicembre
2023 e 2022:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2023
2022
Attività immateriali
5.104
5.104
Attività materiali
809
841
Altro
82
277
Passività per imposte differite
5.995
6.221
La seguente tabella riporta la movimentazione delle passività per imposte differite per l’esercizio chiuso al 31
dicembre 2023:
(In migliaia di Euro)
Attività
immmateriali
Attività materiali
Altri
Totale passività
per imposte
differite
Saldo al 31 dicembre 2022
5.104
841
277
6.222
Accantonamenti (rilasci) a conto economico
-
(32)
(62)
(94)
Variazioni a conto economico complessivo
-
-
(2)
(2)
Altre variazioni
-
-
(131)
(131)
Saldo al 31 dicembre 2023
5.104
809
82
5.995
8.18 Passività finanziarie (correnti e non correnti)
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Passività finanziarie” (correnti e non correnti)
al 31 dicembre 2023 e 2022:
(In migliaia di Euro)
Al 31 Dicembre 2023
Al 31 Dicembre 2022
Quota
corrente
Quota non
corrente
Quota
corrente
Quota non
corrente
Totale passività finanziarie
20.937
38.479
25.291
48.340
In alcuni contratti di finanziamento è previsto il rispetto di parametri finanziari, che risultano essere tutti
rispettati al 31 dicembre 2023.
Di seguito si riporta la Posizione Finanziaria Netta, secondo lo schema di classificazione indicato nella
Comunicazione Consob:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
Indebitamento finanziario netto
2023
2022
A. Disponibilità liquide
6.762
9.296
B. Mezzi equivalenti a disponibilità liquide
29.270
17.327
C. Altre attività finanziarie correnti
3.026
3.026
D. Liquidità (A)+(B)+(C)
39.058
29.649
E. Debiti finanziari correnti
(19.125)
(17.540)
F. Parte corrente del debito finanziario non corrente
(11.486)
(16.267)
G. Indebitamento finanziario corrente (E)+(F)
(30.611)
(33.807)
H. Indebitamento finanziario corrente netto (G)+(D)
8.447
(4.158)
I. Debiti finanziari non correntI
(49.937)
(54.526)
J. Strumenti di debito
-
-
K. Debiti commerciali e altrei debiti non correnti
-
-
L. Indebitamento finanziario non corrente (I)+(J)+(H)
(49.937)
(54.526)
M. Indebitamento finanziario netto (H)+(L) determinato in conformità alle
comunicazioni CONSOB ed ESMA
(41.490)
(58.684)
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
146
Senza considerare gli effetti dell’IFRS 16, la posizione finanziaria netta sarebbe così determinata:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2023
2022
Indebitamento finanziario netto
(41.490)
(58.684)
Passività per leasing non correnti
11.458
6.185
Passività per leasing correnti
9.674
8.516
Posizione finanziaria netta
(20.359)
(43.983)
La tabella che segue riporta, ai sensi dello IAS 7, le variazioni delle passività finanziarie derivanti dai flussi di
cassa generati e/o assorbiti dell’attività di finanziamento, nonché derivanti da elementi non monetari.
(In migliaia di Euro)
Al 31
dicembre
2022
Accensioni
Riclassifiche
Rimborsi
Al 31
dicembre
2023
Passività finanziarie non correnti
48.340
932
(10.793)
-
38.479
Passività finanziarie correnti
25.291
427
10.793
(15.574)
20.937
Totale passività finanziarie
73.631
1.359
-
(15.574)
59.416
I rimborsi sopra esposti sono al netto del costo ammortizzato annuo.
8.19 Debiti commerciali
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Debiti commerciali” al 31 dicembre 2023 e
2022:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2023
2022
Debiti commerciali verso fornitori
57.182
59.265
Debiti commerciali verso parti correlate
21.136
14.846
Totale debiti commerciali
78.317
74.111
Tale voce include prevalentemente i debiti relativi al normale svolgimento dell’attività produttiva da parte
della Società.
L’analisi dei debiti commerciali verso parti correlate è riportata nella successiva sezione “Rapporti con parti
correlate” del Bilancio d’esercizio.
Si ritiene che il valore contabile dei debiti commerciali approssimi il relativo fair value.
8.20 Altre passività correnti
La seguente tabella riporta il dettaglio della voce “Altre passività correnti” al 31 dicembre 2023 e 2022:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2023
2022
Debiti verso dipendenti
5.305
4.708
Debiti verso istituti di previdenza
1.380
1.526
Debiti tributari
2.912
1.902
Ratei e risconti passivi
2.617
2.349
Debiti diversi
358
223
Totale altre passività correnti
12.573
10.708
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
147
I debiti verso dipendenti si riferiscono a retribuzioni da liquidare e oneri differiti quali ferie, permessi e
mensilità aggiuntive.
I debiti verso istituti di previdenza si riferiscono prevalentemente alle passività verso l’INPS ed altri istituti
previdenziali per il versamento di contributi.
I debiti tributari al 31 dicembre 2023 includono prevalentemente debiti verso l’erario per ritenute alla fonte,
pari ad Euro 1.297 migliaia e per consolidato fiscale pari ad Euro 1.615 migliaia.
9. NOTE AL CONTO ECONOMICO
9.1 Ricavi da contratti con i clienti
La tabella che segue riporta il dettaglio della voce “Ricavi da contratti con i clienti” per settore operativo:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2023
2022
Milk products
262.449
245.253
Dairy products
57.189
50.033
Altre attività
14.256
13.681
Totale ricavi da contratti con i clienti
333.894
308.967
La tabella che segue riporta il dettaglio della voce “Ricavi da contratti con i clienti” per canale distributivo:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2023
2022
Grande distribuzione organizzata
208.628
194.676
B2B partners
11.666
11.459
Normal trade
81.390
73.723
Private label
15.307
14.662
Food service
16.903
14.447
Totale ricavi da contratti con i clienti
333.894
308.967
La tabella che segue riporta il dettaglio della voce “Ricavi da contratti con i clienti” per area geografica:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2023
2022
Italia
292.951
273.677
Germania
15.651
11.742
Altri Paesi
25.292
23.548
Totale ricavi da contratti con i clienti
333.894
308.967
L’informativa settoriale è riportata nella precedente sezione 7 del Bilancio d’esercizio.
I ricavi da contratti con i clienti per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2023 sono quasi esclusivamente relativi
alla vendita di beni. I ricavi associati a tali vendite di beni sono rilevati nel momento del trasferimento del
controllo dell’attività ai clienti.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
148
9.2 Costi operativi
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio dei costi operativi suddivisi sulla base della loro
destinazione:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2023
2022
Costo del venduto
(271.002)
(251.038)
Spese di vendita e distribuzione
(49.557)
(49.003)
Spese amministrative
(8.258)
(7.964)
Totale costi operativi
(328.817)
(308.005)
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio dei medesimi costi operativi suddivisi sulla base della loro
natura:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2023
2022
Materie prime e prodotti finiti
180.706
165.202
Costo del personale
33.983
33.663
Packaging
23.220
25.693
Trasporti
24.832
25.360
Ammortamenti
15.985
16.459
Utenze
20.468
13.562
Provvigioni su vendite
8.180
8.260
Manutenzione e riparazione
6.710
7.237
Facchinaggio e magazzinaggio
3.783
3.733
Costo per godimento beni di terzi
677
671
Spese commerciali
2.708
2.237
Altri costi minori
1.925
1.495
Vigilanza e pulizia
1.161
1.048
Pubblicità e promozioni
1.224
552
Spese amministrative
744
639
Consulenze e prestazioni professionali
782
776
Assicurazioni
603
595
Analisi e prove di laboratorio
190
242
Compensi presidente e amministratori
303
292
Compensi società di revisione
100
90
Royalties passive
76
70
Noleggio
213
54
Altri costi
199
29
Collegio Sindacale
45
43
Totale costi
328.817
308.005
I costi operativi per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2023 registrano un incremento lineare con il fatturato
grazie al rallentamento della spinta inflazionistica che aveva caratterizzato tutto il 2022.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
149
9.3 Svalutazioni nette di attività finanziarie
La voce “Svalutazioni nette di attività finanziarie”, pari ad Euro 417 migliaia per l’esercizio chiuso al 31
dicembre 2023, si riferisce principalmente alla svalutazione di crediti commerciali. Il prospetto di dettaglio
relativo alla movimentazione del fondo svalutazione crediti per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2023
riportato nella precedente Nota 8.8 - “Crediti commerciali” del Bilancio d’esercizio.
9.4 Altri ricavi e proventi
La tabella che segue riporta il prospetto di dettaglio della voce “Altri ricavi e proventi”:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2023
2022
Locazioni attive
30
30
Rimborsi e risarcimenti
100
60
Contributi in conto esercizio
336
347
Altri ricavi minori
5.621
3.642
Totale altri ricavi e proventi
6.087
4.079
Gli altri ricavi minori si riferiscono prevalentemente ad attività di co-marketing svolte con la società Tetrapack
SpA.
9.5 Altri costi operativi
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio della voce “Altri costi operativi”:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2023
2022
Bolli, tributi e imposte locali
644
634
Altri costi operativi
1.352
1.084
Totale altri costi operativi
1.996
1.718
9.6 Proventi e oneri finanziari
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio della voce “Proventi finanziari”:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2023
2022
Altri proventi finanziari
756
240
Totale proventi finanziari
756
240
La tabella di seguito riporta il dettaglio della voce “Oneri finanziari”:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2023
2022
Interessi passivi su finanziamenti
2.685
1.307
Altri oneri finanziari
2.313
696
Commissioni
304
295
Differenze cambio
45
13
Totale oneri finanziari
5.347
2.310
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
150
9.7 Imposte sul reddito
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio della voce “Imposte sul reddito”:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2023
2022
Imposte correnti
1.436
781
Imposte relative a esercizi precedenti
5
134
Totale imposte correnti
1.441
915
Diminuzione (aumento) di imposte anticipate
(146)
32
Aumento (diminuzione) di imposte differite
(94)
(480)
Totale imposte differite
(240)
(448)
Totale imposte sul reddito
1.201
467
La tabella che segue riporta la riconciliazione del tasso teorico d’imposizione fiscale con l’effettiva incidenza
sul risultato ante imposte:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2023
2022
Risultato prima delle imposte
4.160
621
Aliquota teorica
27,9%
27,9%
Onere fiscale teorico
1.161
173
Rettifiche
Differenza tra aliquota teorica e aliquote locali
35
160
Imposte relative a esercizi precedenti
5
134
Imposte sul reddito
1.201
467
9.8 Risultato netto per azione
La tabella di seguito riporta il risultato netto per azione, calcolato come rapporto tra il risultato netto e la
media ponderata del numero di azioni ordinarie in circolazione nel periodo:
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2023
2022
Utile dell’esercizio in Euro migliaia
2.959
154
Media ponderata delle azioni in circolazione
14.000
14.000
Utile per azione (in Euro)
0,21
0,01
Il risultato netto diluito per azione è uguale al risultato netto per azione, in quanto non vi sono in essere
strumenti finanziari con potenziali effetti diluitivi.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
151
RAPPORTI CON PARTI CORRELATE
Le operazioni poste in essere dalla Società con le parti correlate, individuate sulla base dei criteri definiti dallo
IAS 24 “Informativa di bilancio sulle operazioni con parti correlate”, sono principalmente di natura
commerciale e finanziaria e sono effettuate a normali condizioni di mercato. Sebbene le operazioni con parti
correlate siano effettuate a normali condizioni di mercato, non vi è garanzia che, ove le stesse fossero state
concluse fra o con terze parti, queste ultime avrebbero negoziato e stipulato i relativi contratti, ovvero eseguito
le operazioni stesse, alle medesime condizioni e con le stesse modalità.
La Società intrattiene rapporti con le seguenti parti correlate:
Newlat Group S.A., società controllante indiretta;
Newlat Food S.p.A., società controllante diretta; e
società controllate dalla controllante diretta o dalle controllanti indirette e diverse dalle proprie
controllate e collegate (“Società sottoposte al controllo delle controllanti”).
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
152
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio dei saldi patrimoniali relativi ai rapporti della Società
con parti correlate al 31 dicembre 2023 e 2022:
(In migliaia di Euro)
Società
controllante
diretta
Società
controllante
indiretta
Società
sottoposte
al controllo
delle
controllanti
Totale
Totale voce di
bilancio
Incidenza
sulla voce di
bilancio
Newlat Food
Newlat Group
New
Property
Attività per diritto d'uso
Al 31 dicembre 2023
8.281
-
3.528
11.809
17.915
65,9%
Al 31 dicembre 2022
2.894
-
4.180
7.074
11.918
59,4%
Crediti commerciali
Al 31 dicembre 2023
6.920
197
-
7.117
26.957
26,4%
Al 31 dicembre 2022
2.526
-
-
2.526
33.176
7,6%
Altri crediti e attività
correnti
Al 31 dicembre 2023
5.842
-
-
5.842
14.301
40,8%
Al 31 dicembre 2022
5.824
-
-
5.824
14.452
40,3%
Attività finanziarie
correnti valutate al fair
value con impatto a
conto economico
Al 31 dicembre 2023
-
-
3.025
3.025
3.025
100,0%
Al 31 dicembre 2022
-
-
3.025
3.025
3.025
100,0%
Disponibilità liquide e
mezzi equivalenti
Al 31 dicembre 2023
29.270
-
-
29.270
36.032
81,2%
Al 31 dicembre 2022
17.327
-
-
17.327
26.623
65,1%
Passività per leasing non
correnti
Al 31 dicembre 2023
3.945
-
3.068
7.013
11.458
61,2%
Al 31 dicembre 2022
-
-
3.679
3.679
6.185
59,5%
Debiti commerciali
Al 31 dicembre 2023
20.960
30
145
21.135
78.317
27,0%
Al 31 dicembre 2022
14.834
12
-
14.846
74.111
19,5%
Passività finanziarie
correnti
Al 31 dicembre 2023
5.272
3.025
-
8.297
20.937
39,6%
Al 31 dicembre 2022
49
7.948
-
7.997
25.291
31,6%
Passività per leasing
correnti
Al 31 dicembre 2023
8.279
-
611
8.890
9.674
91,9%
Al 31 dicembre 2022
5.830
-
581
6.411
8.516
75,3%
Altre passività correnti
Al 31 dicembre 2023
1.615
-
-
1.615
12.573
12,8%
Al 31 dicembre 2022
665
-
-
665
10.708
6,2%
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
153
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio dei saldi economici relativi ai rapporti della Società con
parti correlate per gli esercizi chiusi al 31 dicembre 2023 e 2022:
(In migliaia di Euro)
Società
controllante
diretta
Società
controllante
indiretta
Società sottoposte al
controllo delle
controllanti
Totale
Totale
voce di
bilancio
Incidenza
sulla voce
di
bilancio
Newlat Food
Newlat
Group
New
Property
Altre
Ricavi da contratti con i clienti
Al 31 dicembre 2023
3.177
-
-
-
3.177
333.894
1,0%
Al 31 dicembre 2022
1.510
-
-
-
1.510
308.967
0,5%
Costo del venduto
Al 31 dicembre 2023
5.393
-
775
238
6.406
271.002
2,4%
Al 31 dicembre 2022
9.338
-
780
-
10.118
251.038
4,0%
Spese amministrative
Al 31 dicembre 2023
-
48
-
-
48
8.259
0,6%
Al 31 dicembre 2022
-
83
-
-
83
7.964
1,0%
Proventi finanziari
Al 31 dicembre 2023
453
197
-
-
650
756.173
0,1%
Al 31 dicembre 2022
111
-
-
-
111
240
46,3%
Oneri finanziari
Al 31 dicembre 2023
434
8
152
-
594
5.348
11,1%
Al 31 dicembre 2022
90
52
175
-
317
2.311
13,7%
Operazioni con la controllante Newlat Food SpA
Le disponibilità liquide e mezzi equivalenti, pari ad Euro 29.270 migliaia al 31 dicembre 2023, sono
riconducibili ai rapporti di tesoreria centralizzata con la controllante diretta Newlat Food S.p.A.
Le attività per diritto d’uso si riferiscono all’affitto del ramo d’azienda del settore Milk&Dairy concesso a far
data dal 1°gennaio 2021 e rinnovato in corso d’esercizio fino al 2026.
Operazioni con la controllante indiretta Newlat Group SA
Le passività finanziarie pari ad Euro 3.025 migliaia al 31 dicembre 2023, sono riconducibili ai rapporti di
tesoreria centralizzata con la Newlat Group SA.
Le spese amministrative pari ad Euro 48 migliaia al 31 dicembre 2023 sono riconducibili a spese di gestione
sostenute in relazione a contratti di prestazioni di servizi con la controllante Newlat Group SA.
Operazioni con società sottoposte al controllo delle controllanti
Di seguito si riportano le società soggette al controllo delle controllanti con cui la Società ha intrattenuto
rapporti nel corso dei periodi in esame:
New Property S.p.A., società immobiliare a cui vengono corrisposti canoni relativi a contratti di
locazione immobiliare;
altre società sottoposte al controllo delle controllanti, quale Newservice S.r.l.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
154
Operazioni con New Property S.p.A.
Al 31 dicembre 2023 le attività per diritto d’uso, pari ad Euro 3.528 migliaia, e le passività per leasing correnti
e non correnti, rispettivamente per Euro 611 migliaia ed Euro 3.068 migliaia, si riferiscono ai beni immobili,
concessi in locazione a Newlat e successivamente ceduti nell’ambito dell’operazione di affitto di ramo
d’azienda del settore Milk&Dairy. La contabilizzazione di tali contratti in base all’IFRS 16 ha comportato la
rilevazione di ammortamenti, iscritti nel costo del venduto, per Euro 775 migliaia, e di oneri finanziari per
Euro 152 migliaia per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2023.
Al 31 dicembre 2023 sono iscritti crediti di natura finanziaria nei confronti della New Property S.p.A. per un
ammontare complessivo pari ad Euro 3.025 migliaia.
Ad eccezione delle parti correlate sopra identificate non sono avvenute transazioni con Società riconducibili
a dirigenti con responsabilità strategiche.
10. ALTRE INFORMAZIONI
10.1 Contributi governativi
Ai sensi dell’art.1, comma 125 della Legge 124/2017 si informa che nel corso del 2023 la società ha ricevuto
un contributo in conto esercizio di Euro 72 migliaia da parte della regione Piemonte.
10.2 Compensi ad Amministratori e Sindaci
I compensi spettanti agli Amministratori e ai Sindaci ammontano rispettivamente ad Euro 303 migliaia ed
Euro 45 migliaia al 31 dicembre 2023.
10.3 Compensi alla società di revisione
I compensi della società di revisione riferiti esclusivamente per l’attività di revisione legale nell’esercizio 2023
ammontano ad Euro 100 migliaia.
10.4 Rischi ambientali e climatici
Il cambiamento climatico rappresenta una delle principali forze dirompenti con il potenziale di determinare
cambiamenti sostanziali nelle operazioni del Gruppo nel breve, medio e lungo termine. Molti dei potenziali
impatti del cambiamento climatico possono essere definiti come rischi: rischi fisici per il nostro ambiente o
rischi legati alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio per perseguire gli obiettivi
dell’Accordo di Parigi. Il rischio climatico può colpire aziende, istituzioni finanziarie, famiglie, paesi e il sistema
finanziario in generale. Tuttavia, potrebbero sorgere opportunità per quelle aziende che consentono la
transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. L’impatto della valutazione del cambiamento
climatico e l’obiettivo di zero emissioni nette di carbonio per le attività del Gruppo Newlat, di cui la Società
è parte, entro il 2025 sono state prese in considerazione nella valutazione delle stime e dei giudizi nella
preparazione del bilancio del Gruppo. I dettagli della valutazione del rischio climatico sono stati ritenuti
proporzionati alla natura del business e la valutazione attuale era sufficiente per identificare i rischi climatici
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
155
fisici nonci rischi di transizione che sono materiali per le operazioni o la situazione finanziaria del Gruppo.
L’analisi dei cambiamenti climatici effettuata nel 2023, relativa principalmente alle emissioni e ai consumi
idrici, non ha evidenziato alcuna problematica non attribuibile e non affrontabile nell’ordinario svolgimento
delle attività e non ha evidenziato alcuna questione economica materiale significativa che abbia avuto un
impatto sulla redazione del presente bilancio consolidato.
Sono state fatte le seguenti considerazioni:
non si prevede che l'impatto del cambiamento climatico sarà significativo nel periodo di continuità
aziendale;
l'impatto del cambiamento climatico è più sensibile sui beni biologici poiché tutti gli ingredienti
agricoli sono a rischio principalmente a causa della scarsità d'acqua e delle alte temperature: per
mitigare e mantenere basso il rischio, il Gruppo ha messo in atto piani di approvvigionamento di
emergenza;
l'impatto del cambiamento climatico sulle previsioni dei flussi di cassa utilizzate nelle valutazioni di
perdita di valore del valore d'uso delle attività non correnti compreso l'avviamento;
l'impatto del cambiamento climatico sui fattori (quali valori residui, vite utili e metodi di
ammortamento, accantonamenti e contratti onerosi) che determinano il valore contabile delle attività
non correnti: non sono stati identificati fattori rischio nel 2023.
10.5 Inflazione
Il settore in cui opera il Gruppo è stato esposto alle sfide delle pressioni inflazionistiche incrementali. Sebbene
vi siano alcuni fattori favorevoli per l’economia mondiale derivanti dall’ulteriore allentamento delle pressioni
sulla catena di approvvigionamento globale dovuto al miglioramento dell’offerta e all’indebolimento della
domanda, persistono rischi al ribasso nella crescita globale. I rischi derivanti dal relativo indebolimento delle
performance dei settori industriali unitamente ai cambiamenti nei comportamenti dei consumatori, nonché
l'evoluzione complessiva dello scenario macroeconomico, sono costantemente monitorati dal Gruppo per
mitigare eventuali impatti. Anche nel 2023 l’intensificarsi delle pressioni inflazionistiche è stato mitigato dal
favorevole mix di vendita e dagli incrementi di prezzo applicati durante tutto l’anno.
10.6 Evoluzione prevedibile della gestione
Considerando il breve lasso di tempo storicamente coperto dal portafoglio ordini della Società e le difficoltà
ed incertezze della attuale situazione economica globale non risulta agevole formulare previsioni
sull’andamento del prossimo esercizio, che appare comunque molto positivo. La società continuerà a prestare
particolare attenzione al controllo dei costi ed alla gestione finanziaria, al fine di massimizzare la generazione
di free cash flow da destinare sia alla crescita organica per via esterna che alla remunerazione degli Azionisti.
Alla data di approvazione della presente relazione finanziaria annuale è ancora in corso un conflitto in Europa
che coinvolge la Russia e l’Ucraina e in Medio Oriente fra Israele e Palestina. I conflitti in corso e le tensioni
sul canale di Suez causano molta incertezza sull’andamento dell’economia mondiale.
Tali eventi hanno condizionato e condizionano costantemente le scelte e le politiche commerciali della Società
che si trova di fronte ad un contesto altamente dinamico nel quale è difficile prevedere in quale misura i
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
156
suddetti eventi possano avere ripercussioni significative sulle prospettive per il 2024, ma gli Amministratori
ritengono, sulla base delle informazioni disponibili alla data di predisposizione della presente relazione, di
escludere ragionevolmente impatti negativi significativi.
10.7 Continuità aziendale
Con riferimento a quanto esposto nel precedente paragrafo, pur considerando la complessità di un contesto
di mercato in rapida evoluzione, la Società considera appropriato e corretto il presupposto della continuità
aziendale, tenuto conto della sua capacità di generare flussi di cassa dall’attività operativa e far fronte alle
proprie obbligazioni nel prevedibile futuro e in particolare nei prossimi 12 mesi, sulla base della solidità della
struttura finanziaria, con riferimento alla quale si evidenzia quanto di seguito:
la consistente scorta di liquidità disponibile al 31 dicembre 2023;
la presenza di linee di credito accordate e non utilizzate al 31 dicembre 2023 dalla Società nei confronti
dell’azionista di maggioranza Newlat Food SpA;
il costante supporto dato delle principali banche alla società ed al Gruppo Newlat a cui appartiene,
anche per effetto della sua posizione di leadership nel settore in cui opera.
Si evidenzia, inoltre, che le disponibilità liquide al 31 dicembre 2023, pari a Euro 36 milioni, le linee di credito
attualmente disponibili e i flussi di cassa che verranno generati dalla gestione operativa, sono ritenuti più che
sufficienti per adempiere alle obbligazioni e a finanziare l’operatività della Società.
10.8 Eventi successivi alla chiusura del periodo
Non vi sono ulteriori eventi significativi successivi alla data di chiusura della presente relazione annuale.
10.9 Proposta di destinazione del risultato netto
Signori Azionisti, il bilancio d’esercizio che sottoponiamo alla Vostra approvazione chiude con un utile di
Euro 2.958.814 che proponiamo di destinare per il 5% a riserva legale e il restante 95% a riserva straordinaria.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
157
ATTESTAZIONE DEL BILANCIO D’ESERCIZIO, AI SENSI DELL’ARTICOLO 154-BIS
DEL D.DLGS 58/98
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
158
RELAZIONE DELLA SOCIETA’ DI REVISIONE
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
159
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
160
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
161
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
162
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
163
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
164
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
165
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
166
RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE E DELL’ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
167
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
168
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
169
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
170
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
171
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
172
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
173
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
174
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
175
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
176
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
177
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
178
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
179
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
180
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
181
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
182
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
183
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
184
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
185
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
186
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
187
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
188
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
189